Ennio Morricone, un Oscar alla modestia

Ennio Morricone conquista l’Oscar per le musiche composte per l’ultimo grande film di Quentin Tarantino, una vera e propria sinfonia, una delle opere migliori di un maestro assoluto, di una gloria del nostro cinema.

Ennio Morricone, nato nel 1928, cinquecento film in carriera, sceglie il cinema come ripiego alla vocazione di musicista assoluto, di compositore di brani classici, ed è uomo di straordinaria modestia e affabilità, autore di musiche divenute patrimonio culturale dell’umanità, già Oscar alla carriera nel 2006, oltre a sei nomination. “Penso a John Williams, che ha fatto musiche bellissime e ringrazio Quentin Tarantino per avermi incluso in questo film e Harvey Weinstein per averlo prodotto”, ha detto Morricone con voce rotta dall’emozione, dedicando – con gesto commovente e sincero – il premio alla moglie Maria, presente in sala.

Mentre vedevamo quel piccolo grande italiano stringere tra le mani l’ambita statuetta ci è venuto a mente un pessimo film di Vittorio De Sisti, una sorta di mondo movie condito di sesso e contestazione studentesca: Quando la preda è l’uomo (1972), un film in cui la sola cosa indimenticabile è la colonna sonora firmata Morricone. Questo per dire che non siamo di fronte a un autore spocchioso, capace di accettare proposte dal vecchio compagno di scuola Sergio Leone e – in tempi recenti – da Quentin Tarantino, ma a un abile artigiano (nel senso più alto del termine) che utilizza la sua arte per valorizzare prodotti di vario tipo. Morricone aveva già vinto tre Nastri d’Argento (Per un pugno di dollari, Metti una sera a cena, Sacco e Vanzetti) quando accettò di prendere parte con le sue musiche al progetto di De Sisti per un mondo movie statunitense a tema razzismo. La grandezza di un artista è anche questa. Certo, oggi lo ricordiamo David di Donatello per Jona che visse nella balena, per colonne sonore western indimenticabili, per C’era una volta in America, Canone inverso, Baaria… ma non dobbiamo scordare il Morricone disponibile a dare una mano a progetti meno nobili del nostro cinema di genere.

Un Oscar alla modestia e alla grandezza che celebra un grande autore capace di scrivere pagine storiche del cinema e della musica, spesso in collaborazione con Bruno Nicolai (1926-1991), direttore d’orchestra di grande talento. Peccato che l’amicizia tra i due musicisti sia stata interrotta da alcune incomprensioni e da problemi di paternità di certe opere composte a quattro mani, di difficile attribuzione. Un Oscar a Ennio Morricone è un Oscar al cinema italiano, perché nessuno meglio di un compositore che ha attraversato tutti i generi del nostro mondo di celluloide può rappresentarlo.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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