Bonus Cultura ai diciottenni in vista delle Amministrative?

Uno degli argomenti che ha suscitato maggiori polemiche nel corso dell’iter di approvazione della Legge di Stabilità 2016 è senza ombra di dubbio il Bonus Cultura, che il Governo ha deciso di concedere ai giovani che compiono diciotto anni nel 2016. Una misura che costerà allo Stato 290 milioni di euro e che appare come un’estensione di quella prevista per i professori dalla Riforma della scuola.

Davanti al coro di critiche che hanno accolto l’iniziativa, subito bollata dalle opposizioni come mancia pre-elettorale in vista delle elezioni di primavera, il premier Renzi si è difeso affermando che l’iniziativa “diventa simbolicamente il benvenuto nella comunità dei maggiorenni, ma soprattutto diventa… il modo con cui lo Stato ti carica della responsabilità di essere protagonista e co-erede del più grande patrimonio culturale del mondo”. Insomma nessun giochetto escogitato per accaparrarsi le simpatie di 550mila persone che, guarda caso, avendo compiuto 18 anni non solo potranno prendere la patente o firmare da soli le giustificazioni scolastiche, ma potranno anche partecipare alle elezioni. E’ solo un “regalo simbolico per ampliare la loro cultura”. Un’operazione culturale, quindi, e non un sostegno al welfare totale.

Ma, commenti a parte, come funzionerà il bonus e chi avrà diritto ai 500 euro? “I 550mila italiani che compiono diciotto anni potranno usufruire di una carta prepagata, un bonus… per poter partecipare a iniziative culturali, come i professori”, ha spiegato il premier Matteo Renzi. Non si tratterà, insomma di denaro liquido, come alcuni speravano, ma di un bancomat attivabile on line, che servirà per acquistare libri, biglietti per teatri, musei ed eventi culturali. La materia non è stata ancora regolamentata per rendere la novità operativa. Ma indizi per capire come funzionerà, ma anche chi lo riceverà, ce ne sono. E molti.

Intanto è il ‘chi’, il punto sinora certamente più chiaro: avranno diritto al bonus i ragazzi italiani e stranieri comunitari che compiranno diciotto anni nel 2016. Fin qui tutto bene. Peccato che vengano esclusi dal bonus i giovani extracomunitari cresciuti in Italia, nonostante abbiano frequentato l’intero ciclo scolastico nel nostro Paese e con ogni probabilità, raggiunta la maggiore età chiederanno la cittadinanza italiana. Tra questi ovviamente anche i cittadini di seconda generazione che in Italia non ci sono solo cresciuti, ma che ci sono anche nati e che, data la legislazione nostrana, non possono essere comunque considerati italiani. Non proprio uno spot per le politiche di integrazione: la misura sembra favorire categorie di giovani italiani già” acculturati”, escludendo, guarda caso, quelli che ancora non possono votare.

La misura, del resto, non ha precedenti in altri paesi europei, nessuno dei quali ha mai destinato fondi ad una fascia di età così ristretta. Invece, se è vero che la misura annunciata da Renzi è legata ai 2 miliardi ‘in più’ ottenuti dalla flessibilità europea, è anche vero che è un’operazione che, verosimilmente, il premier vorrebbe rendere permanente, seguendo né più né meno quel che accadde con gli 80 euro.

Rimane, tuttavia , impossibile cancellare l’impressione che si tratti di palliativi: restiamo ancora in attesa che si istituiscano i Centri per l’impiego funzionanti e gli incentivi per le imprese per svolgere formazione e poter assumere.

©Futuro Europa®

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