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Trivelle: emendamento Governo, salta Ombrina – PESCARA, 13 DIC – Il Governo ha presentato un emendamento per ripristinare le dodici miglia per le perforazioni petrolifere in Adriatico. L’emendamento di fatto ferma definitivamente l’impianto di Ombrina mare, previsto al largo delle coste abruzzesi, che negli scorsi anni è stato al centro di proteste e mobilitazioni popolari in tutta la Regione. (ANSA)

Trivelle: torna limite 12 miglia, salta Ombrina Emendamento Governo regola perforazioni petrolifere in Adriatico  – La mobilitazione sta dando i suoi frutti. “Ombrina mare” e altri impianti di estrazione petrolifera entro le 12 miglia in Adriatico, a meno di colpi di scena, non vedranno mai la luce. Un emendamento presentato dal Governo alla legge di stabilità ripristina tale limite per le trivelle e, di fatto, segna un primo successo nella lotta alla deriva petrolifera in Italia. Nel caso specifico, salvaguarda le coste dell’Abruzzo e del vicino Molise, due regioni dove, negli ultimi mesi, sono state molteplici le iniziative di protesta contro il progetto di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi della Rockhopper. Tra l’altro previsto a due passi da un parco marino in attesa di essere ratificato da Roma. L’emendamento, spiega una nota delle associazioni confluite nel “Coordinamento No Ombrina”, prevede il ripristino del divieto delle 12 miglia facendo salvi solo i titoli abilitativi già rilasciati. “Ombrina, ad oggi, non ha la concessione di coltivazione non essendo stato pubblicato il Decreto sul bollettino dell’Unmig, il Bollettino ufficiale per gli idrocarburi e le georisorse. E’, quindi, una vera e propria corsa contro il tempo”. Il testo introdotto ferma l’impianto di Ombrina mare, previsto al largo delle coste abruzzesi e da anni al centro di proteste e mobilitazioni popolari in tutta la regione e in Molise. Iniziative sfociate anche nei 6 quesiti referendari sul tema richiesti da dieci Regioni a cui la Cassazione ha dato il via libera il 28 novembre. Sul testo il Coordinamento No Ombrina fa notare che “un aspetto negativo riguarda l’abrogazione della previsione del cosiddetto ‘Piano delle aree’, inserito a ottobre 2014 nel passaggio in Parlamento per la conversione in legge dello Sblocca Italia”, una norma, sottolinea ancora il Coordinamento, “scritta male perché affidava al Ministero dello Sviluppo Economico il potere di approvare il Piano senza l’accordo con le Regioni e gli enti locali”. Le associazioni che per anni si sono battute per tutelare le coste annunciano che “la lotta continuerà anche per i progetti collegati agli idrocarburi fuori le 12 miglia e in terraferma, visto che tutti gli scienziati considerano ormai indispensabile lasciare gli idrocarburi nel sottosuolo” e attendono “gli esiti del confronto parlamentare, comunque pronte a ogni ulteriore mobilitazione”. Nel 2015 diverse manifestazioni di piazza avevano sollecitato il Governo a tornare sui propri passi in tema di trivelle: in 60.000 avevano marciato in corteo a Lanciano (Chieti), in tanti hanno protestato a L’Aquila durante la visita del premier Renzi ad agosto, a Roma in centinaia, compresi esponenti di enti locali, avevano sfilato a novembre sotto al Ministero durante una riunione della Conferenza dei servizi poi rinviata. (ANSA).

Trivelle: esperto, caso Ombrina è emblema rete dal basso – “Un passaggio storico nel nostro Paese, un nuovo modo di fare cittadinanza attiva: dal passaparola al web, unendo gli strumenti tradizionali a quelli tipici del nostro secolo. L’Abruzzo popolare ha creato una rete straordinaria proveniente dal basso e molto probabilmente trionferà”. Così l’esperto in analisi delle reti Marco Santarelli, direttore di R&S on Network, a proposito dell’emendamento del Governo alla Legge di Stabilità che vieta le trivellazioni entro le 12 miglia. Secondo Santarelli, che da tempo segue la questione petrolio in Abruzzo, è “interessante che, prima degli esperti e dei docenti universitari, a rendersi conto dei rischi e delle conseguenze delle trivelle siano state le persone. Se ne sono rese conto – sottolinea – perché le conseguenze si sono viste in anticipo, dal basso: pescatori, ristoratori, turisti, persone comuni che giornalmente fanno i conti con l’economia quotidiana”. “Si è quindi creata una rete con le associazioni che, attraverso i social network e il web, con gli strumenti gratuiti a disposizione – spiega ancora l’esperto – hanno fatto ‘svegliare’ i governanti. Questa rete ha avuto l’effetto di un grafo in matematica: una rete aristocratica, che mette cioè in evidenza più gli argomenti che i link. Non è la politica a vincere, ma il popolo”. I cittadini potrebbero presto tirare un sospiro di sollievo secondo Santarelli, che aggiunge: “Quelli che si definiscono esperti continuano a dire che le trivellazioni offshore non danno nessun problema, ma, ad onor del vero, si deve dire che tutto ciò che avviene in un determinato luogo ha un impatto molto forte su ciò che si trova attorno. Ad esempio – osserva – non è che le trivellazioni automaticamente generino dei terremoti, ma creano comunque una predisposizione sismica su cui non si può mettere alcun tipo di controllo”. “Si devono utilizzare, come dicono i maggiori esperti del mondo, gli studi di incidenza e misure di mitigazione, cioè – conclude Marco Santarelli – attività che vanno a far comprendere il fenomeno nella sua interezza”. (ANSA).

©Futuro Europa®

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