Piccole e pietose menzogne (Film, 2015)

Niccolò Bruna è un profondo conoscitore di Cuba, non se ne occupa oggi perché l’isola va di moda dopo il riavvicinamento con gli Stati Uniti. Il suo documentario – pervaso di fiction – pone l’accento su un aspetto della realtà cubana: la voglia di fuga da un’isola che opprime, magari solo per conoscere la realtà oltre il braccio di mare che separa da Miami, per poi tornare al mondo consueto. Bruna narra l’ansia di una figlia di rivedere la madre che vive in America del Nord, la storia di un’anziana signora malata di cancro che vuole andare a far visita a un’amica nordamericana, ma anche di una madre che vorrebbe rivedere i figli lontani. Arricchisce le sequenze di questo suo Piccole e pietose menzogne (Pequeñas mentiras piadosas) – girate con maestria e buona tecnica artigianale – con il tipico colore cubano, fatto di chiacchiere inconcludenti tra amiche, scandite dai tempi indolenti di un caffè, dai riti magici della santeria, dai ritmi blandi di lunghe giornate che passano senza lasciare traccia. Fotografia intensa, che a Cuba si fa da sola, non serve essere artisti – ma Bruna lo è – con quel cielo azzurro solcato da nubi bianchissime e il verde impossibile delle piante.

l film racconta le piccole menzogne che i cubani devono dire in sede d’intervista al funzionario dell’ambasciata se vogliono ricevere il visto per recarsi negli Stati Uniti. Il regista descrive bene il carattere dei cubani, la loro voglia di partire, ma anche la paura dell’ignoto e al tempo stesso il desiderio di restare, di tornare, di non cambiare un modo di vivere consueto. “Il nostro Terzo Mondo è pur sempre terzo, per me è una buona posizione. Non è il quindicesimo di Haiti!”, dice un personaggio femminile. E aggiunge: “A me non importa niente del capitalismo. Preferisco il mio Terzo Mondo dove non abbiamo niente, ma siamo tutti uguali”. Un po’ retorico, forse, perché come nella Fattoria degli animali di Orwell, a Cuba non sono tutti uguali, ma certi maiali sono più uguali degli altri. Il documentario ha il limite di dare per scontate certe cose che per il comune spettatore non sono così semplici, ma va bene così, perché è uno spunto per approfondire una religione come la santeria e altri modi di vivere tipici dei cubani.

A mio parere il lavoro è molto diluito, i tempi sono troppo lunghi per il tipo di storia raccontata, inoltre il regista sembra ridurre i problemi di Cuba alle menzogne riferite in sede d’intervista per ottenere un visto. In ogni caso un modo per conoscere una Cuba diversa dagli stereotipi e per immergersi in un mondo lontano mille miglia dalla realtà che immaginiamo quando ascoltiamo reportage bugiardi e fasulli sull’isola caraibica, i soli che vengono trasmessi dalle nostre reti nazionali.

Abbiamo avvicinato il regista per avere un’interpretazione autentica: «Pequeñas mentiras piadosas è il racconto intimo della vita di Lourdes, una donna normale e straordinaria. Ma è allo stesso tempo una storia universale: quella fatta di isolamento e di separazione che è comune a molti cubani e a chiunque nel mondo si trovi costretto dagli eventi a separarsi dai propri cari. Il film è un omaggio alla dignità del popolo cubano, sempre pronto ad affrontare la tempesta con il sorriso. Ho raccontato la loro eroica quotidianità senza folklore né filtri, con la stessa materia viva e vitale della loro disperata esistenza. Stilisticamente, la forza del personaggio mi ha permesso di realizzare un racconto diretto, composto per scene e per quadri senza ricorrere a interviste né voce fuori campo. Continua la mia personale esplorazione partecipe ed umana dell’universo femminile e della straordinaria resistenza delle donne».

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Regia: Niccolo`Bruna. Produzione: Progetto Cataclisma (Italy) e 15-L. Films (Spagna). Italia – Spagna 2015 – 88′. Girato in spagnolo (cubano, in realtà). Sottotitoli: inglese, spagnolo, francese, italiano.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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