“Ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre”. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo e volto vivo della misericordia del Padre”.
Confesso che quando Papa Francesco a maggio ha pronunciato queste parole, ho pensato seriamente di restare all’estero più a lungo possibile. Poi però mi sono detta che comunque Roma è già una città caotica, piena di pellegrini e quindi forse il peggioramento sarebbe stato impercettibile, della serie ormai siamo abituati al peggio e poi stavolta partecipa Dio, magari le cose andranno meglio.
Certo è che la crisi del Comune di Roma fa la sua parte; io credo sia un bene che sia stato nominato un Commissario, almeno sarà tutto nelle regole, super controllato e valutato. I trecento milioni che Matteo ha promesso sono sicura che saranno in buone mani. Certamente sarà importante per i credenti ottenere indulgenza plenaria ai peccati, perché ultimamente se ne è commessi molti. Oltre ai ladri –quelli che hanno preso soldi pubblici, chi si comprava di tutto anche i tampax fino ai vini costosi con i nostri soldi – quasi tutti gli amministratori pubblici e anche gli impiegati di ogni livello, hanno peccato. Io sarei per il taglio della mano ma mi dicono che è proibito. Allora meglio cinquemila avemarie.
E pensare che il Giubileo nella notte dei tempi delle sue origini, era pensato per dare respiro alla terra, cadeva ogni 50 anni e comportava il perdono dei peccati e la liberazione degli schiavi. La pratica dei giubilei straordinari, proclamati per ottenere uno speciale aiuto divino in momenti difficili o delicati della Chiesa universale o delle Chiese locali, oppure in occasioni di particolare solennità come l’inizio di un pontificato, è antica, e risale almeno al XVI secolo.
Credo che Francesco abbia fatto bene a indirlo; siamo nel bel mezzo di una grande crisi morale che culmina nella più grande sfiducia popolare verso tutti gli amministratori; lui da buon gesuita parla al popolo e solletica le corde della speranza. Venite a me elettori depressi, pensionati furiosi, esodati scontenti. La Chiesa c’è, aprite il cuore alla Misericordia. Pace e speranza. Farà bene a tutti passare sotto la Porta Santa, a chi ci crede e a chi non si sa mai.
Certo il povero Ignazio quel giorno emigrerà; la sua bella fascia tricolore tanto sbandierata a Filadelfia è ormai nel cassetto dei ricordi. Non dovrà penare per essere invitato, è ritornato allo stato civile di sempre, anonimo cittadino zainetto munito.
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