Emissioni auto, nuove regole UE dopo scandalo Volkswagen

Il recente clamore mediatico legato alla vicenda Volkswagen ha reso pubblica la scarsa efficacia dei controlli sulle emissioni delle auto in Europa. Contestualmente alle minacce di multe milionarie, che rischiano di colpire duramente la prestigiosa casa automobilistica tedesca, le istituzioni europee stanno spingendo verso una revisione più rigida dei test su gas di scarico e omologazioni.

Attualmente in Europa i principali metodi di analisi degli inquinanti da motori diesel sono i test di laboratorio denominati NECD, che controllano le emissioni dell’automobile sopra un pianale in officina; non sono quindi in grado di valutare il grado di inquinamento in normali condizioni di guida. Ed è proprio in questo frangente che la Volkswagen è accusata di aver giocato sporco: una modificata applicata al software della centralina elettronica consentiva all’auto di “capire” di non essere su strada, mantenendo i livelli del motore dentro un profilo a zero emissioni.

Per evitare altri casi del genere, la Commissione UE ha annunciato l’entrata in vigore dei nuovi test RDE (Real Driving Emissions), capaci di registrare il grado di emissioni nella guida su strada, tramite un sistema portatile applicato all’automobile. In particolare, il dispositivo rileverà i livelli di ossido di azoto o NOx, i principali inquinanti prodotti dai motori diesel, che in base alla normativa europea sono fissati a un massimo di 80 mg per chilometro.

Il caso Volkswagen ha  messo in evidenza una regola UE che risulta meno affidabile del previsto: in base alla legge, la Commissione europea stabilisce limiti e percentuali massime di emissioni inquinanti, ma poi è compito di ognuno dei 28 stati membri di garantirne il rispetto e l’applicazione. Il 1 ottobre si terrà a Lussemburgo il Consiglio competitività col compito di convocare al più presto una riunione di tutti gli enti omologatori nazionali dell’UE. Secondo Elzbieta Bienkowska, commissario al mercato interno, bisogna raggiungere al più presto un accordo sulle misure necessarie. «Il nostro messaggio è chiaro: tolleranza zero in materia di frodi e rispetto rigoroso delle norme dell’UE. Abbiamo bisogno di totale trasparenza e di prove solide per la rilevazione delle emissioni inquinanti». In base a un’altra ipotesi discussa a Bruxelles, uno scenario “ideale” sarebbe in futuro la creazione di un’autorità indipendente unica sui sistemi di omologazione, che agisca a livello europeo.

Le nuove regole entreranno in vigore all’inizio del 2016, ma nel frattempo la Commissione preme sugli stati membri per valutare la situazione attuale dei veicoli circolanti a rischio maggiorato di inquinamento, che continuano a violare il regolamento Euro 5/6 n. 715/2007/CE. Oltre al gran numero di auto Volkswagen ritirate dal mercato o sottoposte a controlli, resta infatti il sospetto che altre aziende automobilistiche abbiano applicato indiscriminatamente impianti di manipolazione, scenario che si porrebbe non solo in termini di un’enorme frode fiscale, ma di un impatto ambientale molto più grave del previsto.

©Futuro Europa®

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