Roma Palaexpo, il CdA si dimette in blocco

Il 23 giugno scorso il CdA dell’Azienda Speciale Palaexpo di Roma si è dimesso in blocco. Una missiva indirizzata al Sindaco Ignazio Marino e per conoscenza al Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, ha ufficializzato la rassegna a effetto immediato. I firmatari sono il Presidente Franco Bernabè e i quattro consiglieri, Claudia Ferrazzi, Claudio Strinati, Silvana Novelli, e Lorenzo Zichichi.

L’Azienda culturale, che fa capo a Roma Capitale, si occupa della gestione della Casa del Jazz, e in particolare delle sedi espositive del Palazzo delle Esposizioni, e delle Scuderie del Quirinale. Per essa, si era pensato un radicale progetto di riorganizzazione. L’Azienda  aveva lavorato per mesi alla stesura della bozza di statuto per la conversione in fondazione, che, a ottobre, una volta terminata, era stata inviata al primo cittadino. Marino, sommerso da altre urgenze – come suggerisce il diplomatico Bernabè nell’ultima lettera di appello il 23 gennaio 2015 – se ne era completamente disinteressato.

Un appello che non ha mai ricevuto risposta, aggravato dall’allarme economico, in quanto “Roma Capitale è venuta meno ai propri obblighi finanziari rendendo oggettivamente impossibile lo svolgimento delle attività.” Dopo dodici anni dalla sua istituzione, nel 2014, il bilancio è stato chiuso in perdita (per 1,35 milioni di euro) per la prima volta, evento che si promette ripetersi pure quest’anno, in un magnifico combo.

Palaexpo si era adoperata in tutti i modi per tenere in piedi la baracca, aumentandone i ricavi, tanto da raggiungere la vetta come primo servizio pubblico locale più apprezzato, ma alcuni costi si erano rivelati incomprimibili. Nel 2014, il contratto di servizio aveva tristemente sancito l0 stanziamento di appena 10 milioni, contro gli 11,7 richiesti; nel 2015, l’ago era sceso a 8 milioni contro gli 11 richiesti. Come operare il cambiamento sperato nella più drastica riduzione delle risorse?

Del resto, il cambiamento era stato concepito proprio al fine di fare fronte alla situazione economica disastrosa. L’Azienda, con sede in via Nazionale, aveva già incaricato una compagnia statunitense che contribuisse all’attività di ricerca e gestione dei finanziamenti internazionali. Ebbene, sì: l’ultima spiaggia era stata identificata nelle sponsorizzazioni private, addirittura internazionali.

L’idea della Fondazione, accolta benevolmente, nel marzo 2014, al momento della nomina del Consiglio d’Amministrazione uscente, avrebbe visto l’accorpamento delle maggiori strutture espositive comunali e statali sul territorio della capitale, compresa la Galleria Borghese. Il fulcro delle attività di Roma Capitale, all’interno del contenitore di fondazione, sarebbero stati il Palazzo delle Esposizioni e le Gallerie del Quirinale. Una forte volontà politica da parte di Roma Capitale ha congelato ogni movimento.

Lo status di Azienda Speciale per Palaexpo rimane tale. Nessuna collaborazione per fare rete in un contesto di crisi nel settore culturale avrà inizio. Giovanna Marinelli, il secondo assessore alla Cultura e al Turismo dell’amministrazione Ignazio Marino, dà man forte a Roma Capitale: “Il CdA del Palazzo [delle Esposizioni] aveva degli obbiettivi; questi obbiettivi non sono stati raggiunti: nomineremo immediatamente un commissario per andare avanti.” “Immediatamente” per questa giunta non esprime nessun valore temporale: ricordate quanto tempo è stata vuota la poltrona dell’assessorato culturale, dopo le dimissioni di Flavia Barca?

Eppure, nemmeno Giovanna Marinelli opera nel pullulare di risorse. Proprio questa situazione ha spinto il CdA del Palaexpo a rinunciare alla propria missione d’intenti, all’oggetto sociale, e alle ragioni culturali e sociali. Forse, Bernabè e compagni avrebbero dovuto stringere i denti e, a testa alta, puntare dritti verso lo sfacelo, sacrificando ancora un poco la propria integrità e rispettabilità. Quanta fretta questo CdA. Accordate un po’ di pazienza, almeno voi.

©Futuro Europa®

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