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Ambiente, marcia per la terra: “Molte fedi un pianeta, salviamo il clima” – Cattolici, comunità cristiane, interreligiose, buddisti e di altre fedi, associazioni ambientaliste come Wwf, Legambiente e Greenpeace, si sono riuniti a piazza Farnese la mattina del 28 giugno per la marcia “Una terra. Una famiglia umana”, organizzata da Focsiv (Volontari nel mondo) su proposta della Campagna interreligiosa contro i cambiamenti climatici OurVoices, un progetto di GreenFaith e Conservation Foundation. Tutti si sono mossi dietro lo stesso striscione: “Molte fedi, un pianeta”. La marcia si è conclusa in piazza San Pietro per l’Angelus di Papa Francesco dove i partecipanti hanno innalzato cartelli a forma di foglie trasformando la piazza in un mare verde. La marcia ha voluto celebrare e salutare il Pontefice dopo l’Enciclica “Laudato sì” sulla cura della casa comune, nonché appellarsi ai leader mondiali alle istituzioni internazionali affinchè adottino misure efficaci per la tutela dell’ambiente e per fermare i cambiamenti climatici, in vista anche della Conferenza di Parigi del 21 di dicembre prossimo. Aquiloni, simboli e altre opere d’arte pubblica disegnate da artisti italiani e stranieri ha partecipato al corteo che è stato animato da cori, musicisti e dall’Orchestra di Piazza Vittorio, gruppo che rappresenta le espressioni musicali delle diverse parti del mondo. (OMNIROMA)

Ecomafia: Legambiente, agroalimentare settore più redditizio – “Il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è stato quello agroalimentare”, per un giro d’affari di 4,3 miliardi (l’anno prima era sui 500 milioni). E’ quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2015 – realizzato grazie al contributo delle forze dell’ordine, tra cui Carabinieri, Forestale, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di porto, Agenzia delle dogane e dei monopoli, Polizie provinciali, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione nazionale antimafia – che mette in evidenza il calo dei reati in Campania (meno 21%) e un aumento degli illeciti in Puglia (15,4% dei reati accertati, pari a 4.499, 4.159 denunce e 5 arresti). Le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti arrivano a 35 nel 2014 (285 dal 2002); in generale le infrazioni nei rifiuti superano le 7 mila, quasi 20 al giorno. Aumentano anche gli illeciti nel ciclo del cemento: 5.750 reati realizzati soprattutto in Campania e poi in Calabria, Puglia e Lazio. Cala il numero di incendi ma aumenta la superficie boschiva finita in fumo (dai 4,7 mila ettari del 2013 ai 22,4 del 2014). Nel 2014 sono stati 852 i furti d’opere d’arte accertati dalle forze dell’ordine. Legambiente traccia anche un identikit dei professionisti dell’ecomafia: si va dal trafficante dei rifiuti ai trasportatori e agli industriali fino agli intermediari con le istituzioni o ad alcune “figure chiave” tipo “il politico locale” e “il funzionario pubblico”. “Vogliamo ribadire che la buona politica e un sistema di controlli efficace – conclude il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – sono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perchè auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti”. (ANSA).

Rifiuti: maxidiscarica Calvi, continuano gli scavi Procura: no allarmismi, prematura la valutazione dei danni – Fanghi industriali, bustoni di 25 kg contenenti una volta sostanze chimiche tossiche prodotte da aziende francesi, altri fusti deteriorati con tracce di solventi e vernici. Al terzo giorno di scavi nell’area ex Pozzi di Calvi Risorta (Caserta) continuano a emergere rifiuti speciali dal terreno dell’area industriale dismessa ormai da 30 anni. Si ritiene che questa possa essere la discarica abusiva piú grande d’Europa, ma la procura di S. Maria Capua Vetere, che ha disposto gli scavi, invita alla prudenza: “Il materiale è in fase di campionamento – si legge in una nota – solo all’esito delle analisi si potrà valutare l’effettiva natura dei rifiuti e quindi la loro eventuale potenzialità dannosa”. Sono ormai molto numerose le buche realizzate dalle ruspe dell’esercito sotto lo sguardo degli uomini della Forestale che coordinano le operazioni per conto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere; e in ogni buca i rifiuti fuoriescono giá a livello della superficie, a conferma delle cifre date ieri dal Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stati Sergio Costa, che aveva parlato di una discarica sotterranea di circa 25 ettari per un volume di rifiuti sotterrati di due milioni di metri cubi. “Presto – assicura Costa – saremo in grado di stabilire anche a chi sono stati venduti questi prodotti realizzati all’estero”. (ANSA).

Trivelle, WWF, Greenpeace, Legambiente, Mare Vivo, Touring Club: recepimento direttiva UE a rischio infrazione – Lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della Direttiva 2013/30/Ue ‘Offshore’ “è un recepimento del tutto parziale e scorretto della normativa comunitaria: parziale nei contenuti, perché omette parti fondamentali delle disposizioni europee, parziale nella sostanza, perché ancora una volta il Governo, come giá con l’art. 38 del dl Sblocca Italia, sceglie di far prevalere gli interessi dei petrolieri, che nel nostro Paese godono di una situazione di grande privilegio, su quelli dei cittadini relativamente alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente”. Così Greenpeace, Legambiente, Mare vivo, Touring club e Wwf in audizione alla commissione Ambiente della Camera. Lo schema di Dlgs sottoposto al parere del Parlamento “date le carenze che si evidenzieranno qui di seguito, rimuove di fatto dalla storia il gravissimo disastro del Golfo del Messico del 2010- denunciano le sigle ambientaliste- non fornendo un quadro di garanzie e controlli indipendenti adeguati per evitare che le trivellazioni degli idrocarburi mettano a rischio l’ambiente dei nostri mari e delle nostre coste”. Carenze che “se non verranno superate faranno correre al nostro Paese, oltre a rischi ambientali, anche il rischio concreto dell’apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea”. Ciò detto, concludono le sigle ambientaliste, “ci auguriamo che le Commissioni parlamentari competenti vogliano con i propri Pareri garantire, al contrario del Governo, il pieno rispetto dello spirito e della lettera della Direttiva comunitaria ‘Offshore’, evitando che ancora una volta le aziende petrolifere sfuggano ai loro obblighi e assicurando siano pienamente tutelate la sicurezza e la salute delle popolazioni costiere, lo sviluppo economico dei settori che vivono delle risorse del mare e l’ambiente marino e costiero”. (DIRE)

Cetacei si studiano a bordo delle navi Tirrenia 46 avvistamenti di balene e delfini e 70 ore di monitoraggio – Le caratteristiche e le abitudini delle balene e dei delfini nel Mediterraneo si studiano anche dalle navi Tirrenia. Finora effettuati quarantasei avvistamenti di cetacei e settanta ore di monitoraggio. Non solo: gli esperti sono andati sulle tracce anche di 124 altre specie di macro fauna marina. Tutto questo grazie a un accordo con l’Area marina protetta Capo Carbonara: lo studio è stato condotto lungo la tratta Cagliari-Palermo. La metà degli avvistamenti di cetacei sono stati di stenella, seguita dal delfino costiero e dal capodoglio. Tramite l’osservazione dalle navi, oltre ai cetacei è stato possibile individuare altre specie di macro fauna marina come la Caretta caretta (la tartaruga marina). Fra le conclusioni tratte dagli esperti che hanno condotto il monitoraggio si deduce che, tra i cetacei, la specie piú avvistata è stata dunque la stenella (23 avvistamenti su 46) con un tasso d’incontro di 0,0677 avvistamenti per 10 km percorsi in osservazione. I risultati hanno per altro confermato l’importanza dell’area del canale di Sardegna, e l’interesse di questo lavoro per migliorare le conoscenze sulla biodiversità marina di questa area ancora poco indagata. (ANSA).

©Futuro Europa®

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