Grana Padano, DOP e business di qualità

Il Grana Padano vanta una storia millenaria, nasce nell’abbazia di Chiaravalle, vicino a Milano dove viene prodotto in apposite caldaie all’interno dei monasteri, che possono considerarsi come i primi caseifici. I monaci gli danno il nome di caseus vetus, ovvero formaggio vecchio. Per le caratteristiche della pasta assume, poi, il nome popolare di formaggio di grana o, semplicemente, grana e viene distinto per la provincia di produzione.

Solo nel 1951a Stresa i tecnici e gli operatori caseari firmano una Convenzione, nella quale vengono fissate norme precise per la denominazione dei formaggi e indicazioni sulle loro caratteristiche. In quell’occasione si ha la distinzione tra il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Si deve attendere il 1954 perché l’Italia stabilisca alcune norme sulla “Tutela delle Denominazioni di origine e tipiche dei formaggi” e sempre in quell’anno Assolatte e Federlatte danno vita al Consorzio per la tutela del formaggio Grana Padano (CTFGP).

Il resto è storia moderna con l’assegnazione da parte dell’Europa della Denominazione di origine protetta (DOP) nel 1996 e l’attribuzione al Consorzio, nel 2000 da parte del Mipaaf, di funzioni di tutela, promozione e valorizzazione della DOP. Il Consorzio tuttora svolge anche un’accurata informazione del consumatore, collabora alla vigilanza e salvaguardia della Dop da abusi e contraffazioni, promuove ricerche scientifiche per il miglioramento dei mezzi e dei metodi di produzione.

Oggi fanno parte del Consorzio 140 caseifici produttori, 155 stagionatori, 182 confezionatori, la zona di produzione si estende per 32 province nella Pianura padana, ma la produzione è concentrata in 13, le aziende che apportano il latte sono 4.493 e gli addetti di tutto il comparto 40.000 circa. La produzione nel 2014 è stata di 4.840.019 forme prodotte, con un + 6,02% rispetto al 2013, pari a 184.963,556 tonnellate, con un valore di 1.427 milioni di euro alla produzione e di 2.434 milioni di euro al consumo (in Italia di 1.530 milioni di euro e all’estero di 904 milioni).

La produzione è stata ripartita per il 59,27% alle cooperative e per il 40,73% alle industrie. Il 37% della produzione marchiata, con 1.588.000 forme di formaggio (+4,5% rispetto al 2013) è stato riservato all’estero ed in particolare un 6,8% all’Unione Europea, un 5,1% all’Europa e un 0,6% ai Paesi extra-europei. La Germania è in testa all’export con un aumento del 3,7% rispetto al 2013, poi Stati Uniti con una riduzione del 5,1%, Francia, Regno Unito con un aumento del 9,1%, Spagna con un +29,2% , Austria con +1,2%, Australia con +7%.

Nei primi mesi del 2015 la produzione ha subito un calo del 2,8% ma dal 1996 ad oggi è andata sempre in crescendo ed il Grana Padano è considerato il formaggio DOP più consumato nel mondo.

©Futuro Europa®

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