La prima notte di quiete (Film, 1972)

Valerio Zurlini (Bologna, 1926 – Verona, 1982) è il poeta dell’amore, sensibile e profondo indagatore dell’animo umano e dell’universo femminile, non certo un regista di lacrima movie. Zurlini è un regista colto, i suoi film sono intrisi di citazioni letterarie, pittoriche, musicali, fotografati con gusto estetico, montati con tempi da bolero. Comincia dai cortometraggi, debutta con Le ragazze di San Frediano (1954), gira due piccoli gioielli come La ragazza con la valigia (1960) e Cronaca familiare (1962) – suo capolavoro – completa Come, quando e perché (1969) dopo la morte di Pietrangeli. Ci lascia troppo presto, a soli 56 anni, dopo aver insegnato cinema, lavorato al doppiaggio, come soggettista e sceneggiatore, ma anche come regista teatrale. Soltanto nove lungometraggi per una carriera intensa che per il bene del cinema italiano avrebbe dovuto essere più lunga.

Il film di Zurlini più fortunato al botteghino è proprio La prima notte di quiete, ambientato in una Rimini livida e spettrale, una sorta de I vitelloni trent’anni dopo, quando ogni illusione è caduta e restano solo i rimpianti. Daniele Dominici (Delon) è un supplente di lettere che ha fatto alcuni anni di galera, quindi ha deciso di esiliarsi a Rimini insieme a una compagna (Massari) per la quale non prova più amore, ma i due restano legati per tristi abitudini e una comune crisi esistenziale. Il liceo del preside tradizionalista Salvo Randone accoglie un professore dai metodi strani, permissivo e moderno, che assegna compiti introspettivi e lascia gli studenti liberi di studiare o meno. Daniele finisce per legarsi a Vanina (Petrova), una bella studentessa fidanzata con un ricco playboy (Merli) che la madre (Valli) vorrebbe farle sposare per risolvere ogni problema economico. Nel frattempo intesse amicizie in un bar cittadino con l’omosessuale (non dichiarato) Spider (Giannini), Renato Salvatori e lo stesso Merli.

Vita di provincia, partite a carte, serate in discoteca, notti brave in una villa signorile, compagnia di puttane e donne da night. Daniele sogna la fuga insieme alla sua bella, nonostante le minacce e le accuse del fidanzato, ma il rimorso per la compagna abbandonata e il dubbio che possa suicidarsi lo fa tornare indietro, ma incontra una morte assurda per incidente stradale. I sogni di fuga dei vitelloni invecchiati muoiono all’alba, ma Daniele conosce la sua prima notte di quiete, la morte, proprio come aveva scritto in un libro di poesie giovanili.

La prima notte di quiete è un film malinconico, girato a tempo di bolero, fotografato in maniera splendida da Di Palma, accompagnato da una vera e propria sinfonia a base di tromba e sax composta da Nascimbene e diretta da Pregadio. Ottima anche Domani è un altro giorno, cantata da Ornella Vanoni al momento giusto, nella discoteca che registra occhiate furtive tra Delon e la Petrova. Storia d’amore atipica con venature psicanalitiche e letterarie, rapporti non convenzionali lontani mille miglia dalla logica del fotoromanzo e del feuilleton. Attori in gran forma, soprattutto un intenso Alain Delon (doppiato da Luigi La Monica), ma Lea Massari non è da meno nei panni di una donna distrutta, così come non delude la bella Sonia Petrova (Petrovna) nel ruolo della sua vita (a parte Ludwig di Visconti e La casa del sortilegio di Lenzi) e Giancarlo Giannini in un ruolo da omosessuale represso. Perfette le figure di contorno, anche il personaggio negativo di Adalberto Maria Merli, la madre perfida di Alida Valli, il preside antiquato di Salvo Randone e il buon Renato Salvatori, amico di tutti. Sembra impossibile visti i risultati, ma la lavorazione della pellicola non fu semplice, perché i rapporti tra Zurlini e Delon si mantennero sempre tesi. L’attore francese ricorda con piacere film e personaggio, un ruolo che lo vede passeggiare sul lungomare di Rimini indossando un cappotto di cammello e un maglione verde, abiti personali del regista. In Francia, Delon – coproduttore insieme a Titanus – ha preteso il taglio di ben 37’ che hanno reso il film incomprensibile e ne hanno deciso il flop. Titolo francese: Le Professuer. Titolo tedesco: Oktober in Rimini. La prima notte di quiete è stato restaurato nel 2000 da Philip Morris. Girato a Rimini, Ancona, Riccione, Val Marecchia, in altre località della riviera romagnola e nella Pieve di Pontemessa. A nostro giudizio le cose migliori del film sono un incipit straordinario composto da mare d’inverno e solitudine interiore e poi certe sequenze inserite ad arte come a sottolineare il passaggio da un capitolo all’altro della storia, quei flash musicali e pittorici a base di sax, tromba e fotografia livida che separano la narrazione dalla poesia. Zurlini mette la sua firma, il suo stile letterario, tutto il suo saper fare cinema al servizio di un melodramma decadente intriso di tristezza e pervaso da un costante senso di morte e di autodistruzione.

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Regia: Valerio Zurlini. Soggetto: Valerio Zurlini. Sceneggiatura: Enrico Medioli, Valerio Zurlini. Montaggio: Mario Morra. Fotografia: Dario Di Palma. Musiche: Mario Nascimbene. Tromba Solista: Maynard Ferguson. Sax Tenore Solista: Gianni Basso. Direzione Orchestra: Roberto Pregadio. Registrazioni Musicali: Meridiana Recording (Roma). Assistente Musicale: Corrado Demofonti. Canzoni: Domani è un altro giorno (The Wonders You Perform) di G. Calabrese e J. Chsnut, canta Ornella Vanoni; You Gotta Have Love In Your Heart (The Supremes e Four Trops) di Nick Zesses e Dino Fekaris . Edizioni Musicali: Sugarmusic, Edizioni Musicali srl (Milano), Messaggerie Musicali (Milano, Roma). Costumi: Luca Sabatelli. Architetto – Scenografo: Enrico Tovaglieri. Colore: Technochrome. Aiuto Regista: Paolo Pietrangeli. Operatore alla Macchina: Blasco Giurato. Fonico: Bruno Zanoli. Fotografo di Scena: Studio G. B. Poletto. Mixage: Alberto Bartolomei, Danilo Moroni. Organizzazione della Produzione: Camillo Teti. Direttore di Produzione: Averroè Stefani. Produzione: Mondial Te. Fi (Roma), Adel Productions (Parigi). Realizzazione: Mondial Te. Fi.. Distribuzione: Titanus. Teatri di Posa: De Paolis/ Incir (Roma). Interpreti: Alain Delon, Giancarlo Giannini, Sonia Petrova, Lea Massari, Renato Salvatori, Alida Valli, Adalberto Maria Merli, Nicoletta Rizzi, Salvo Randone, Fabrizio Moroni, Patrizia Adiutori, Sandro Moretti, Roberto Lande, Maria Cristina Antonellini, Carla Mancini. Dedica: “Ai nostri genitori G.L. – V. Z.”. Durata: 132’. Genere: Drammatico.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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