Rassegna stampa estera

Una settimana contraddistinta da diverse analisi sul primo anno di Governo Renzi  e dalla “nostra” risposta alle minacce dell’ISIS, per niente presa sul serio dai social network come riportano numerosi titoli dissacranti apparsi su moltissimi giornali internazionali. Uno per tutti quello di Libération dove Hugo Pascual titola il suo pezzo Les Italiens rallient un Etat Islamique qui va de mal en Pise (in francese di male in peggio si dice da male en pire…). Più seria la stampa marocchina che mostra la nuova arma dei terroristi: “utilizzare cinicamente la minaccia di un caos nel Mediterraneo per impedire all’Europa di intervenire in Libia”, “caos” preannunciato da Gheddafi in un’intervista del Marzo 2011 rilasciata poco prima della sua morte anche se l’Agenzia Afrique Inside  si chiede se la minaccia dello Stato Islamico di inviare 500mila migranti in Europa sia credibile, minaccia che può apparire  “forse astratta ed esagerata per qualcuno, ma che è lontana dall’essere fantasiosa”. Libia ripresa da Barbie Latza Nadeau che mette in luce il grande costo economico che la presenza di Daech-Isis in Libia ha per l’Italia che ha rapporti di interdipendenza con la Libia dai “tempi dell’Impero romano”.  C’è anche spazio per la polemica analizzata da  Nick Squires sul Telegraph sullo spropositato uso dell’Inglese da parte delle nostre istituzioni e la nota di biasimo all’Academy Awards che nella notte degli Oscar si è “dimenticata” di un  grande come Francesco Rosi.

Nell’analisi di Megan Williams sul primo anno di Governo Renzi, emerge un Premier ancora saldamente al “timone”, come scrive Megan Williams sul Deutsche Welle, nonostante gli ostacoli posti al decreto “sblocca Italia” siano “enormi in un Paese in cui i cambiamenti apparentemente molto attesi sono regolarmente sviati da lotte intestine e dalla burocrazia”. Il pachistano Daily Times usa toni più ironici quando afferma che “dopo un anno di lavoro il Governo Renzi continua a mietere encomi per incompleti piani di riforma”. Per il quotidiano “il giovane e carismatico Renzi è fatto su misura per l’età dei social media, ma la sua grande forza deriva molto probabilmente dalla mancanza di una valida alternativa. L’opposizione in parlamento è sparpagliata e disorganizzata, e all’interno del suo Partito, quella che una volta era una forte alla critica oggi si sta lentamente erodendo”. Il “merito” di Renzi secondo quanto affermano il Professor Mauro Calise dell’Univeristà Federico II di Napoli e Franco Pavoncello della John Cabot Univeristy di Roma intervistati dall’Agenzia cinese Xinhua è aver “rimodellato la natura del rapporto tra gli attori politici”, mostrato che “l’impossibile è possibile”. Dominique Dunglas scrive su La Tribune de Genève che se “Renzi risulta essere un generale brillante nel vincere le battaglie politiche, ha maggiori difficoltà a scontrarsi con la dura realtà della gestione del Paese. Aveva chiesto 100 giorni per trasformare l’Italia ma è stato rapidamente obbligato a rivedere il suo contratto e portarlo a 1000 giorni. Il tempo gli sfugge di mano.” Ciò non toglie che “finalmente gli italiani hanno l’impressione che si sia un pilota che guida l’aereo e vogliono credere che con un po’ di tempo l’attivismo del giovane Matteo vincerà sul Partito dell’immobilismo che ha diretto il Paese per diversi lustri”. Indulgenza, con riserva, anche da parte di Emmanuel Cugny che ai microfoni di France Info afferma: “un anno è evidentemente troppo poco per rimettere in moto un motore ingolfato. L’Italia esce a fatica da tre ani di recessione con un tasso di disoccupazione tra i più alti d’Europa (…) e un Debito pubblico che arriva al 130% della ricchezza prodotta (…) ma gli sforzi dovrebbero essere ripagati con una crescita prevista dall’OCDE dello 0,6% quest’anno e dell’1,3% per il 2016 (…) Ha guadagnato l’immagine del riformatore ma ha raggiunto il club dei leader che preoccupano per una possibile deriva autoritaria”.

Il Times of Israel trasforma il famoso detto “tutte le strade portano a Roma” in “tutte le battute portano a Roma” per introdurre il suo articolo sulla reazione all’allarmismo che ha travolto l’Italia nei giorni scorsi dopo la diffusione di un video che mostrava un gruppo dell’ISIS che decapitava 21 Cristiani Copti in Libia, “ex colonia italiana”, precisano dal giornale. “Per il Governo italiano, la prospettiva di attacchi ispirati dall’ISIS ha causato seria preoccupazione (…) Ma mentre qualcuno in Italia tema che veramente i terroristi possano raggiungere l’Italia per mezzo delle carrette che portano i migranti dalla Libia, altri hanno accolto la notizia con humor. Hanno sfruttato l’hashtag #We_Are_Coming_O-Rome per dispensare ironici consigli di viaggio ai membri dell’ISIS, inclusi avvisi sul terrificante traffico romano e suggerimenti sui ristoranti.” La stessa ironia su Libération dove Hugo Pascual descrive come gli internauti transalpini abbiano messo in ridicolo il tentativo di intimidazione lanciato sulla rete dal gruppo jihadista. “Se l’ISIS pensava terrorizzare gli italiani era senza fare i conti con il tweet di un certo Abu Abdullah Britani che annunciava che”gli omosessuali sarebbero stati buttati giù dalla famosa Torre di ‘pizza’ (…) Un piccolo errore che gli internauti italiani hanno immediatamente ridicolizzato, come riporta buzzfeed, dispensando ai membri dell’ISIS consigli sui migliori itinerari e sui migliori eventi previsti in città”. Ci riportano con i piedi per terra due articoli della stampa maghrebina e africana. Sul marocchino L’Opinion leggiamo: “il dossier libico è ormai al centro dell’attualità mediatica in Italia, il Paese è sottoposto a forti tensioni temendo un attacco in qualsiasi momento”. Vengono riportate poi le conversazioni telefoniche intercettate dalla polizia italiana, nelle quali Daech prenderebbe in considerazione di ricorrere ai migranti come arma ‘psicologica’ contro l’Europa, e in particolare contro l’Italia se questa intervenisse in Libia. “La Libia è una porta d’ingresso strategica, secondo Charlie Winter , ricercatore presso il think-thank britannico Quilliam”, riporta ancora il giornale. Scrive Afrique Inside che l”Europa si trova ormai ad un crocevia. Deve scegliere se spingere le diverse parti ad un conflitto in Libia o trovare un compromesso affinché queste possano invece lottare contro lo Stato Islamico (…) Una cosa è certa quest’anno 2015 rischia di essere contraddistinto da un nuovo record visto che è previsto l’attraversamento del Mediterraneo di200mila migranti nei prossimi mesi”. I 500mila paventati dall’ISIS non sono lontani…  A noi poi andrebbe ancora peggio a leggere le parole di Barbie Latza Nadeau tratte da un lungo articolo sul nostro rapporto con la Libia. Sul Daily Beast ricorda che “ Italia e Libia sono partner storici e hanno sempre avuto relazioni molto strette, ma da quando la Libia è sotto la minaccia dell’ISIS, i vincoli con l’Italia rischiano di essere compromessi. Miliardi di dollari di utili petroliferi sono sottoposti ai tiri di fuoco incrociato”.

Orgoglio italiano “culturalmente” ferito due volte, almeno. NickSquires sul Telegraph  riporta come “politici conservatori e  opinionisti si siano indignati per il fatto che la Marina Militare abbia utilizzato l’inglese nella sua campagna di reclutamento (…)  e riporta il brand in inglese scelto dal nostro Sindaco Marino per la città di Roma. In effetti, come scrive il giornalista, è giusto che il Paese senta il suo “orgoglio ferito” visto che ha “dato al Mondo la raffinatezza linguistica del latino e la poesia di Dante” e si è visto defraudato della “sua” lingua per importanti campagne pubblicitarie. Orgoglio ferito anche nella notte degli Oscar che ha “dimenticato” di salutare Francesco Rosi durante il tradizionale omaggio a chi ha lasciato questo Mondo durante l’anno. E per una volta le “critiche” e l’”indignazione”, come definisce il nostro rammarico Ariston Anderson sull’Hollywood Reporter come fossero un’esagerazione, sono più che giuste.

Xinhua per Daily Times, One year into Renzi’s govt earning kudos for incomplete Italy reform plans, 24 Febbraio 2015; Megan Williams, Matteo Renzi stands firm at Italy’s helm,Deutsche Welle, 22 Febbraio 2015; Dominique Dunglas, L’année au pas de charge de Matteo Renzi, La Tribune de Genève, 22 Febbraio 2015; Emmanuel Cugny, Italie: premier bilan pour Matteo Renzi, France Info, 20 Febbraio 2015; Hugo Pascual, Les Italiens rallient un Etat Islamique qui va de mal en Pise, Libération, 23 Febbraio 2015; Times of Israel, Italians welcome IS with ‘travel tips’, 22 Febbraio 2015; Redazione, Libye: Envoyer 500 000 migrants en Europe, la menace de l’Etat Islamique crédible?, AfriqueInside, 22 Febbraio 2015; L’Opinion, Libye: Porte d’entrée stratégique vers l’Europe, 21 Febbraio 2015; Barbie Latza Nadeau, ISIS Could Cost Italy Billions In Libyan Oil Profits, The Daily Beast, 20 Febbraio 2015; Nick Squires, Italian anger over English-language slogans used to promote Rome and country’s navy, The Telegraph, 23 Febbraio 2015; Ariston Anderson, Oscars 2015: Italian Media, Viewers Criticize ‘In Memoriam’ Snub of Francesco Rosi, Hollywood Reporter, 23 Febbraio 2015.

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