Oro, tra bene rifugio e speculazione

L’oro è sempre stato definito il bene rifugio per eccellenza, sinonimo di sicurezza negli investimenti e porto sicuro in tempi di crisi: penseranno la stessa cosa gli investitori che avevano il metallo giallo in portafoglio nel primo semestre 2013 e hanno accumulato una perdita del 30%?

La maggior parte degli addetti ai lavori giustifica questa debacle come logica conseguenza della performance che il metallo giallo ha registrato nell’ultimo decennio, dove il prezzo è lievitato dai 300$ l’oncia del 2000 fino ai 1921$ l’oncia del Settembre 2011.

Ma ciò che sorprende sono i violenti scostamenti di prezzo a cui l’oro è stato sottoposto negli ultimi anni, variazioni significative a cui storicamente non è solito: discese come quelle degli ultimi mesi non si erano mai viste, solo sul finire degli anni 70, a cavallo con gli anni 80, si erano verificate simili turbolenze. Quindi la domanda è lecita: bene rifugio o oggetto di speculazione?

Cerchiamo di contestualizzare i rialzi e i ribassi in questi anni turbolenti, dal 2000 ad oggi, un decennio costellato da eventi politico-economici di ogni genere, solo per citare i principali: l’attacco alle Twin Towers (da dove partì il rialzo), le guerre in Afghanistan e Iraq, la crisi dei mutui subprime, le recessioni, la crisi globale, le banche centrali che adottano politiche monetarie ultra espansive per ridare ossigeno alle economie occidentali. Un periodo storico non certo facile da affrontare, costellato da una serie di fattori che hanno fatto decollare le quotazioni del metallo giallo, fino al record del 2011 quando le sue quotazioni sono esplose al rialzo fino ai record oltre 1900 dollari l’oncia. In tanta incertezza, il metallo giallo è stato visto come bene rifugio salvo poi trasformarsi in asset speculativo da parte di Hedge Fund e banche d’affari.

L’oro, negli ultimi anni, a causa di questa speculazione, ha un po’ perso la sua caratteristica di bene rifugio per eccellenza. Tuttavia rimane il fatto che le banche centrali continuino imperterrite ad acquistare ed accumulare il metallo giallo nei loro forzieri ed oggi, come sempre in passato, rimane una delle poche alternative, nel lungo periodo, per preservare il potere d’acquisto sia in periodi di deflazione (o di bassa inflazione come l’ultimo decennio), sia in periodi di inflazione-iperinflazione.

Nell’ultimo decennio il metallo giallo ha svolto il ruolo di valvola di depressurizzazione a tutti gli eventi politici ed economici che si sono susseguiti, in un contesto di bassa inflazione ed è stato considerato dalla comunità finanziaria una valida alternativa a reddito fisso e borse (come nel 2009 quando tutti scappavano dalla borse USA con l’S&P a 666 punti).

Poi qualcosa è cambiato: le banche centrali hanno iniziato a stampare moneta adottando politiche a tassi zero e questo, da una parte ha alimentato il rialzo dell’oro, dall’altra ha aiutato la ripresa economica soprattutto negli USA. Alla lunga, l’azione delle banche centrali che hanno portato i tassi a zero e inondato il mercato con massicce iniezioni di liquidità, ha aumentato la propensione al rischio degli investitori che hanno prediletto l’equity, cioè le borse, ai beni rifugio e ai bond governativi ormai privi di rendimento.

Un insieme di elementi ha quindi causato la discesa dell’oro da 1921 a 1180$ l’oncia, minimi del Giugno 2013: la speculazione, un fisiologico assestamento dopo la grande corsa dell’ultimo decennio, la convenienza di altri asset, come le borse, rispetto ai metalli e la previsione di una diminuzione degli stimoli monetari da parte delle banche centrali.

Oggi l’oro quota intorno a 1350$ l’oncia, lontanissimo dal record di 1921$ l’oncia e vicino ai minimi di 1180$ l’oncia, nonostante il rimbalzo delle quotazioni nel mese di agosto. Ma un dubbio mi sorge spontaneo: se il comportamento delle banche centrali dovesse sfuggire di mano verso finali non desiderati, come un’inflazione sostenuta o un’iperinflazione, o se la borsa USA, che macina record su record, dovesse essere in bolla speculativa, non sarebbe probabile un ritorno dell’oro come bene rifugio?

©Futuro Europa®

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