Bambino Malato, ritrovato

“Come la pittura, anche la scultura ha la possibilità di vibrare in mille spezzature di linee, di animarsi per via di sbattimenti d’ombre e di luci, più o meno violenti, d’imprigionarsi misteriosamente in colori caldi e freddi – quantunque la materia ne sia monocroma – ogniqualvolta l’artista sappia calcolare bene il chiaroscuro che è a sua disposizione; di riprodurre in una parola con tutto il loro ambiente proprio e di farceli rivivere“. Questo era il pensiero di Medardo Rosso, artista che riusciva a trasmettere l’energia pulsante della vita alla materia. Forse anche quando decise di scolpire il Bambino Malato (tra il 1893 e il 1895 al rientro dalla degenza presso un ospedale di Parigi) aveva in mente questo pensiero.

La statua raffigura il volto di un bambino chino su sé stesso, priva di quella allegria e vitalità tipica della sua età, sembra voler comunicare un senso di pace, se non fosse per il nome dell’opera che svela l’intento dell’artista penseremmo ad una innocente creatura colta nell’atto del riposo. L’opera in questo ultimo periodo ha ricevuto numerosi“follower”, per usare un termine da internauta, perché il 4 Dicembre scorso è stata trafugata dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna (Gnam) di Roma.

La scultura faceva parte dell’allestimento interno della Gnam nell’ambito della mostra Secessione e Avanguardia, in cui Medardo Rosso rientra in quanto esponente della corrente impressionista e di cui la galleria possiede la maggior parte delle opere raffiguranti i busti dei bambini che hanno reso celebre l’artista.

Medardo Rosso prediligeva ritrarre la purezza, la freschezza che traspariva dall’innocenza dei bambini e con l’opera Ecce Puer questo particolare acquista maggiore risalto. Ma tra le sculture a tema dell’artista si annoverano anche: Bambina che ride, Bambino al sole, Bambino Ebreo e Bambino alle cucine economiche.

Fortunatamente l’opera è stata ritrovata, dopo tre giorni, rinchiusa in un armadietto adibito al deposito borse dei visitatori grazie alla segnalazione fatta al 112 dei Carabinieri da uno degli addetti alla vigilanza. I carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale, che si stanno occupando del caso, stanno cercando di risalire al colpevole dalle registrazioni fatte dalle telecamere; dal momento che erano state setacciate tutte le stanze e i possibili nascondigli, si suppone che il ladro sia ritornato sul posto in un secondo momento per riportare l’opera.

Ad ora il gesto resta un mistero: mancando il colpevole, si fanno solo ipotesi e visto il grave periodo di incertezze economiche che viviamo è plausibile che si possa trattare di un atto disperato nel tentativo di vendere l’opera, il cui valore si aggira intorno ai 500mila euro, sopratutto adesso che l’artista ha riacquistato una certa notorietà e molte sono le mostre organizzate sui suoi lavori.

Ad ogni modo la Galleria d’arte contemporanea, tira un sospiro di sollievo, ma rimane un velo di imbarazzo visto anche il precedente furto del 1998 in cui erano stati trafugati un quadro di Van Gogh ed una tela di Cezanne nonostante le misure di sicurezza adottate.

Ciò sembra indirizzare le ricerche dei carabinieri all’interno dello Gnam, o comunque tra le persone che transitano più frequentemente all’interno di questa struttura, infatti il ladro doveva essere a conoscenza dei sistemi di allarme e aver studiato la zona per sfruttare le ore di maggiore affluenza di pubblico, per poter sottrarre l’opera favorito dalla confusione.

Non ci rimane che aspettare l’esito delle indagini per conoscere la fine della storia, certo è che tanti faranno la fila alla mostra anche solo per andare a vedere l’opera.

©Futuro Europa®

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