Pensioni al 10 del mese, l’INPS cambia tiro

Una delle novità principali contenute nella Legge di Stabilità prevede che le pensioni non siano più erogate all’inizio del mese. Introdotta con la necessità di “razionalizzare e uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali”, la misura pare debba poter rimpinguare le casse dell’Inps, con un gettito annuo quantificato in una ventina di milioni. Ma i contribuenti come la pensano al riguardo?

Il pagamento delle pensioni al 10 del mese non è una novità in termini assoluti. Questo è infatti il termine in cui vengono erogate per gli ex dipendenti pubblici. Tuttavia dall’anno prossimo, salvo modifiche del testo di legge, la data “x” dovrebbe cambiare per i circa 800.000 pensionati che, avendo lavorato sia nel pubblico che nel privato, percepiscono un doppio assegno Inps-Inpdap. Inizialmente il testo originario riguardava tutti i “trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate dagli invalidi civili, nonché le rendite vitalizie dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro”. L’Inps dovrà provvedere al pagamento del duplice trattamento Inps-Inpdap in un’unica soluzione. Se il 10 del mese in un giorno festivo o non bancabile, il pagamento avverrà il giorno immediatamente successivo.

Lo slittamento di data fa parte di un articolato programma di riforme, che include anche alcuni provvedimenti formulati con l’obiettivo di contrastare il fenomeno purtroppo ancora diffuso delle truffe commesse ai dati dell’INPS. In particolare, le nuove regole prevedono che, in caso di decesso del pensionato, sia il medico a dover trasmettere il certificato all’Inps per via telematica, entro 48 ore. In questo modo si evita il passaggio alle anagrafi comunali, che in passato non hanno mai dato prova di essere particolarmente tempestive. Quanto alle banche, dovranno provvedere a restituire le pensioni già accreditate.

Il testo della Legge, soprattutto nella parte relativa alla data di accredito delle pensioni, è stato oggetto di un’importante modifica che, a seguito delle numerose proteste sollevate dai sindacati, ne ha inevitabilmente ridotto il campo d’azione (in una lettera congiunta Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima avevano parlato di “un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani”). Nonostante questa “piccola” vittoria, i sindacati hanno già annunciato che non molleranno la presa e che si batteranno “affinché la norma sia ritirata per tutti”.

©Futuro Europa®

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