Camera approva il “decreto del fare”

Con un applauso liberatorio la maggioranza accoglie il risultato. Il decreto del fare, dopo tre giorni e due notti, finalmente ha ottenuto ieri il via libera della Camera con 344 voti a favore e 136 contrati. La tensione però non cala, nonostante le trattative in corso. Il Movimento 5 Stelle resta su una posizione intransigente. Senza un rinvio a settembre del disegno di legge sulle riforme tutta l’attività in aula e nelle commissioni si blocca. E con 156 parlamentari nessuno a palazzo Chigi sottovaluta la minaccia di un ostruzionismo che li vede protagonisti assoluti e pressoché solitari, nelle sedute notturne.

Ore e ore di interventi. stanchezza, nervosismo e scivolate verbali sono inevitabili.  Un deputato 5 Stelle stamane cita Napolitano, a modo suo e si scatena la bagarre con tanto di schieramento dei commessi come forza d’interposizione. La battaglia grillina per le riforme rischia di travolgere misure importanti. Il finanziamento ai partiti, l’omofobia, la legge comunitaria, nessuno ad oggi sa quando saranno votate. E  i decreti in scadenza sono 5. Quello approvato oggi che passa al Senato, poi gli ecobonus, l’Ilva, il lavoro, lo svuota-carceri. Senza un’intesa il governo procederà con la fiducia a raffica.

All’ora di pranzo una delegazione di Sel viene ricevuta da Letta. La richiesta è: dateci più tempo per le riforme. La risposte è negativa ma la trattativa non si interrompe. Si lavora a una mediazione. Incardinare il dibattito sulle riforme la prossima settimana e votare a settembre. I 5Stelle però non vogliono che alla ripresa i tempi siano contingentati.

[fonte tg3.rai.it]

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