Cronache dai Palazzi

Sarà una manovra “seria e coraggiosa”, come assicurato dal governo Conte, ma torna la partita del 2 per cento sul deficit. Si può oltrepassare il limite del 2 per cento “solo con proposte serie e credibili, non con provvedimenti di tipo demagogico”, ha affermato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Per la vice del ministro Tria, la grillina Laura Castelli, rispettare il limite del 1,6 per cento “vorrebbe dire  non fare quasi niente, solo tagli. Ma le risorse nel bilancio sono moltissime e vanno recuperate”. Nel contempo, il ministro dell’Economia fa i conti con debito pubblico e pensioni, e mantiene le distanze dal reddito di cittadinanza. Il responsabile di via XX Settembre ha richiesto  chiarimenti sulla “platea” alla quale sarebbe destinato il provvedimento.

Con la prossima manovra di bilancio il governo non potrà comunque mantenere tutte le promesse. Occorre procedere con gradualità altrimenti salterebbero i conti, come ha ribadito il ministro Tria di fronte all’Aula di Montecitorio: “Si conferma che l’obiettivo è di assicurare la graduale realizzazione degli interventi contenuti nel contratto di governo, compatibilmente con le esigenze di mantenere l’equilibrio dei saldi strutturali di finanza pubblica”. Le parole chiave sono quindi “gradualità” ed “equilibrio”.

Flat tax, quota 100 e reddito di cittadinanza rimangono le misure fondamentali della manovra 2018 e tra una settimana dovrà essere pronta la Nota di aggiornamento al Def – il Documento di economia e finanza da presentare alle Camere entro il 20 ottobre e da approvare entro fine anno – nella quale occorrerà comunque tener conto del fatto che il prodotto interno lordo non supera una crescita del 1,5 per cento, prevista per quest’anno, e del 1,4 per cento prevista per il 2019. I numeri reali si approssimano all’1-1,1 per cento per il 2018 e all’1 per cento nel 2019.

In definitiva il ministro dell’Economia mira a contenere il deficit ben al di sotto del 2 per cento, per cui l’obiettivo è non superare il tetto del 1,6-1,7 per cento nel 2019, altrimenti vorrebbe dire non poter assicurare una pur lieve discesa del debito pubblico. Solo per soddisfare quest’ultimo obiettivo servirebbero, però, ben 7 miliardi ai quali se ne aggiungono altri 8-9 necessari per finanziare i provvedimenti proposti da Cinque Stelle e Lega. Per il reddito di cittadinanza in particolare – 780 euro per i disoccupati e le persone in stato di povertà – sono in corso degli accertamenti anche per decidere quali siano i destinatari di tale provvedimento che in un passato recente includeva anche gli extracomunitari residenti in Italia, a certe condizioni. In questo contesto il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha precisato: “Solo agli italiani”, escludendo quindi la possibilità di concedere il sussidio agli stranieri. Alla Camera però il ministro Tria ha ribadito che il beneficio, oltre che agli italiani, dovrebbe andare anche agli stranieri, come del resto prevede la proposta di legge presentata dai pentastellati nella scorsa legislatura.

Per quanto riguarda un eventuale aumento delle aliquote Iva, il governo mira ad evitarlo ma tra le ultime ipotesi al vaglio ci sarebbe anche una riclassificazione dei beni e servizi soggetti alle diverse aliquote Iva, con l’eventualità che alcuni potrebbero essere sottoposti ad un’aliquota maggiorata.

Per le pensioni, inoltre, Tria preferirebbe conservare il percorso esistente, cercando quindi di non modificare gli attuali requisiti di legge per quanto riguarda i trattamenti pensionistici, ossia i 67 anni necessari per poter lasciare il mondo del lavoro, introducendo comunque quota 100 (62 anni + 38 di contributi) per categorie di lavoratori svantaggiati e, per gli altri, incentivando i fondi di categoria per attivare eventuali prepensionamenti. In questo contesto il vicepremier Salvini ha preannunciato l’eventualità, nel 2019, di mandare in pensione “3-400mila italiani”.

Intervenendo in audizione a Palazzo Madama, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha a sua volta sottoposto all’attenzione il taglio dei vitalizi definendo il trattamento pensionistico dei parlamentari un “sistema insostenibile”. Di conseguenza nonostante il taglio dei vitalizi sia tardivo si trova sulla strada giusta, mentre superare la legge Fornero con la quota 100, concedendo ai lavoratori uscite anticipate quasi di massa, potrebbe essere una soluzione da affinare, come ha sottolineato Boeri.

La ministra Giulia Grillo torna invece sulla questione ‘vaccini’. “Quelli contro il morbillo e la rosolia devono restare obbligatori e vorrei lo diventassero anche per gli operatori sanitari. Gli adulti non vaccinati sono un pericolo”, ha dichiarato la ministra della Salute intervistata dal Corriere della Sera. “Vogliamo superare la legge Lorenzin sull’obbligo col disegno di legge ora presentato in Parlamento”, ha sottolineato la responsabile della Salute, aggiungendo: “Pensiamo ad uno strumento più flessibile che consenta a Comuni e Regioni di intervenire localmente con l’obbligo, sempre in accordo con il ministero”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, auspica infine una legge di Stabilità che mantenga i conti in ordine, compatibilmente con il sistema finanziario, e vigilerà sull’articolo 81 della Carta costituzionale, che presuppone il pareggio di bilancio. Altro obiettivo da rispettare è il non superamento della quota del 1,6 per cento per quanto riguarda il rapporto deficit-Pil, come stabilito con la Commissione europea.

Per non volare alto verso la quota del 3 per cento tra deficit e Pil occorre bilanciare una serie di variabili macroeconomiche che influenzano sia i dati oggettivi sia i dati potenziali dei conti italiani. In primo luogo occorre non sottovalutare il tasso di disoccupazione, che nel nostro Paese assume una aspetto strutturale, e il  potenziale di crescita che condiziona la fiducia dei mercati e degli investitori.

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