Rivoluzione di velluto in Finmeccanica

Il Governo “Lett’Alfano” questa volta, su aziende di Stato e debito pubblico, sembra fare sul serio: il tanto annunciato piano di privatizzazioni, con cui il Ministro Saccomanni intende far cassa per “smussare” il debito che attanaglia il Paese, vedrà presto la luce e riguarderà non solo immobili di pregio del demanio ma anche, e soprattutto, rami di aziende di rilevanza strategica per l’Italia. L’argenteria di casa, insomma.

Oggetto della contesa saranno inizialmente Eni, Terna e Snam, mentre Enel e il gioiellino del discusso De Gennaro, il colosso Finmeccanica, per il momento restano esclusi.

Proprio in casa Finmeccanica, però, in questi giorni, è in atto una piccola rivoluzione, quasi di velluto. Alessandro Pansa, amministratore delegato e DG del colosso di Piazza Monte Grappa, sta stilando “il look primavera-estate 2014” del Gruppo.

Anzitutto un po’ di ordine: il Gruppo Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano dell’alta tecnologia e tra i primi dieci player mondiali nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, controllato per il 30% dal Tesoro. Ha in pancia: Augusta Westland, Thales Alenia Space, Selex Es, Oto Melara, Alenia Aermacchi, Ansaldo Energia, Ansaldo Sts, Ansaldo Breda, BredaMenarinibus oltre che altri importanti brand tecnologici.

Il riassetto “primavera-estate” comporterebbe la cessione delle 3 Ansaldo, ed il rafforzamento dell’attività di core business – difesa e aerospazio – ritagliando per Finmeccanica il ruolo di azionista di riferimento in Avio Spazio, in cui oggi detiene solo il 15%.

Priorità dell’AD Pansa sembra essere quella di liberarsi della zavorra Ansaldo Breda che da ormai nove anni presenta una situazione economica “diversamente rosea”. Rumors suggeriscono che sono in corso contatti con partner internazionali come l’americana General Electric o la giapponese Hitachi interessati al pacchetto all inclusive Ansaldo Breda/Ansaldo Sts.

Per Ansaldo Energia invece, entro fine anno è previsto il closing con il Fondo Strategico Italiano della Cdp, che il 4 ottobre ha firmato per rilevare l’84,55% dell’azienda: 45% del fondo First Reserve e 39,55% da Finmeccanica. Il FSI si è inoltre impegnato a rilevare anche il restante 15% da Finmeccanica entro il 2017. Conti alla mano: più di 600 milioni di entrate per la casa madre.

Obiettivo finale di questa rivoluzione? Riuscire a chiudere il bilancio 2013 di Finmeccanica in utile – dopo gli 828 milioni di rosso del 2012, raccogliendo dalle varie dismissioni circa 1 miliardo di euro, destinato ad abbattere parte del gigantesco debito netto (–4,9 miliardi al giugno scorso).

Per terminare il processo di riammodernamento, e sigillare la nuova versione Fimeccanica 2.0, il Gruppo ha anche lanciato un progetto: “1000 giovani per Finmeccanica”. Che sia la volta buona per il “cambio di stagione”?

©Futuro Europa®

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