Italia delle Regioni

Per la Conferenza delle regioni italiane il “Piano Garanzia Giovani” rappresenta un’importante opportunità, ma non è una bacchetta magica. Prima il governo di Enrico Letta ed ora nella prospettiva del nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi  il punto programmatico irrinunciabile ed indifferibile è rappresentato dal lavoro e dallo sviluppo per le imprese ed i nostri giovani.   Nella prospettiva del semestre italiano di presidenza dell’Unione dal 1 luglio 2014 le regioni, il governo italiano e l’Unione Europea intendono stimolare con misure concrete  le politiche di rilancio della produzione, dei consumi e del lavoro giovanile.

Nel corso 2013 il tasso di disoccupazione giovanile nell’UE si è attestato intorno al 41 %, più del doppio di quello delle altre fasce di età.   Nell’UE 7,5 milioni di giovani europei, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, sono disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione.    La condizione occupazionale dei giovani è da tempo al centro dell’attenzione e dell’impegno operativo delle Regioni italiane.  Tale approccio, peraltro, si interseca con le raccomandazioni europee in materia di occupazione giovanile (YEI) e di attuazione della Garanzia Giovani, tema quest’ultimo di grande attualità sul quale da mesi è in corso un serrato  confronto interistituzionale tra le Regioni ed il Governo nazionale.

Tra i principali ambiti in cui si è sviluppata l’azione coordinata tra Unione Europea, Governo e Regioni per prevenire e fronteggiare la disoccupazione giovanile  “ il Piano Garanzia Giovani  è una opportunità molto importante, è un’occasione che le Regioni vogliono cogliere anche mettendo in rete una serie di interventi e di esperienze relative all’orientamento e ai servizi per la ricerca dell’impiego che si sono già concretizzati in molte realtà regionali”.

A sostenerlo è Gianfanco Simoncini (Assessore della Regione Toscana e coordinatore degli Assessori al lavoro nell’ambito della Commissione istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni) durante un’audizione informale che si tenuta presso l’ufficio di Presidenza (integrato con i rappresentanti dei gruppi) della Commissione Lavoro del Senato. All’audizione hanno partecipato anche gli Assessori Valentina Aprea (Regione Lombardia), Lucia Valente (Regione Lazio), Severino Nappi (Regione Campania), Claudia Porchietto (Regione Piemonte).

“Dobbiamo però avere ben chiaro – ha spiegato il coordinatore degli Assessori al lavoro nell’ambito della Commissione istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni – che il Piano Garanzia Giovani non è una sorta di ‘bacchetta magica’ con cui si può rispondere all’emergenza disoccupazione, rispetto alla quale occorrono ben altri strumenti. Si potranno offrire servizi, percorsi, ma non si potrà garantire il lavoro. Per questo obiettivo occorre far ripartire l’economia del Paese e occorrono scelte forti in questa direzione”. “Per questo Piano c’è a disposizione un miliardo e mezzo per due anni – ha aggiunto Simoncini come rappresentante degli assessorati regionali alle Politiche del Lavoro  su questo tema aveva già riferito (nel corso di un’informativa del dicembre scorso) alla Conferenza delle Regioni – risorse che però non sono state ancora assegnate e questo rappresenta il primo problema rispetto a questo programma. L’obiettivo è quello di fornire, in ambito nazionale, a tutti i giovani dai 15 ai 24 anni un’attività di accoglienza, orientamento per poi indirizzarli verso tirocini formativi, ingresso nel mondo del lavoro, apprendistato o servizio civile.

Le Regioni – ha proseguito Simoncini – lavoreranno per integrare le attività previste dal programma Garanzia Giovani che, come è noto, si ferma alla soglia dei 24 anni mentre sappiamo che la fascia di età della disoccupazione giovanile è molto più ampia. C’è un lavoro prezioso che molte Regioni hanno fatto in questa direzione che va valorizzato e messo in rete. Per questo occorre un’azione di integrazione tra questo programma Garanzia Giovani e le politiche che si sono sviluppate sui territori per i giovani. È una sfida importante: dobbiamo ribaltare la logica in base alla quale si offrivano delle opportunità, ma erano i giovani che dovevano poi partecipare ai bandi. Secondo la Conferenza delle Regioni   i giovani, nella fascia di età dai 15 ai 24 anni, che escono dal percorso formativo, vanno tutti contattati entro 4 mesi proponendo loro profili formativi e soluzioni personalizzate.

Infine – ha concluso Simoncini – accanto al Piano Garanzia Giovani c’è bisogno di ulteriori interventi per quanto riguarda le garanzie e le tutele nei confronti dei giovani, non a caso durante la crisi è aumentata soprattutto la disoccupazione giovanile, proprio perché i giovani sono quelli meno tutelati, spesso hanno contratti a termine o interinali che nel momento di crisi vengono meno”.

Il Consiglio dei Ministri italiano presieduto da Enrico Letta  in sede europea si è speso personalmente per la destinazione di ingenti risorse per la prima occupazione giovanile, ha adottato una serie di provvedimenti a partire  dal giugno 2013  per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, aumentare l’occupazione giovanile e sostenere le famiglie in difficoltà. Per stimolare gli incentivi per nuove assunzioni a tempo indeterminato sono stati stanziati dal governo Letta 794 milioni di euro nel quadriennio 2013-2016 (500 milioni per le regioni del Mezzogiorno, 294 milioni per le restanti) per incentivare l’assunzione di lavoratori in età compresa tra i 18 e i 29 anni, che si aggiungono ai fondi dell’Europa.

Nel programma del nuovo governo Renzi trova spazio con priorità assoluta un secondo gruppo di misure che verrà definito quando le istituzioni europee avranno approvato le regole per l’utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020 e di quelli per la “Garanzia giovani”.

Non ci resta che monitorare l’attuazione concreta di queste misure nella loro applicazione diretta sui singoli  e “variegati” territori regionali: il lavoro è la prima priorità di un’Italia che vuole risollevarsi.

©Futuro Europa®

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