Le verità (Film, 2019)

Le verità, in concorso al 76° Festival del cinema di Venezia, è il primo film di Kore’eda a non essere girato nella sua lingua madre, soprattutto è un suo film così diverso dagli altri da sembrare una commedia francese e non un lavoro del regista giapponese. Le verità, nonostante le apparenze, è di Kore’eda al cento per cento, perché scritto, sceneggiato, diretto, persino montato da lui, oltre a provenire da una sua commedia del 2003. E poi c’è il tema della famiglia, così caro a Kore’eda (Father and Son, Un affare di famiglia), una tantum fuori dal Giappone, ambientato in Francia, con interessanti operazioni metacinematografiche.

Kore’eda racconta la decadenza di Fabienne (Deneuve), vecchia gloria del cinema francese, alle prese con un piccolo ruolo in un film di un giovane regista accanto a un’attrice sulla cresta dell’onda. Fabienne ha appena pubblicato la storia della sua vita, riceve la visita della figlia Lumir (Binoche), giunta da New Yor insieme al marito e alla figlia per celebrare l’uscita della biografia. La riunione di famiglia si completa con la presenza di Luc (Libolt), un maggiordomo affabile non ricambiato dalla padrona, e di un ex marito, tornato solo per chiedere soldi in cambio della sua vita descritta nel libro. Riemergono risentimenti e vecchi dissapori, la rivalità con un’attrice del passato (una sorta di Godot che incombe), un rapporto difficile tra madre e figlia. Fabienne ha sempre pensato alla carriera, finalizzando ogni comportamento alla miglior riuscita possibile di un personaggio, trascurando i doveri di madre, lasciando la figlia in balia del suo destino.

Il tono del film è drammatico, con spunti da commedia ironica, tipicamente francese, interpretata da due attrici straordinarie come Catherine Deneuve e Juliette Binoche, splendidamente dirette da Kore’eda nei ruoli di madre e figlia. Ethan Hawke è ottimo come marito di Lumir, disprezzato da Fabienne perché attore di basso livello, da serie televisiva, da cinema di serie B. Il regista inserisce molto cinema nel cinema, alternando come in un gioco di specchi, le due finzioni sceniche, il ruolo nel film che Fabienne sta girando e la storia principale, con rapidi cambi di azione, soffusi di dialoghi malinconici e cinici.

Il film vive sulla recitazione delle due protagoniste, sui dialoghi intensi, sulla rivalità tra madre e figlia, tra una donna indipendente che non avrebbe voluto legami e una ragazza nevrotica che ancora non ha trovato la sua strada.  La conclusione del conflitto familiare resta nel limbo dell’incertezza, perché le verità sono molte, ognuno ha la sua verità. Preparatevi a vedere un Kore’eda diverso da solito e non resterete delusi.

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Regia: Kore’eda Hirokazu. Soggetto, Sceneggiatura, Montaggio: Kore’eda Hirokazu. Fotografia: Eric Gautier. Musiche: Aleksej Ajgi. Scenografia: Reton Dupire-Clément. Costumi: Pascaline Chavanne. Durata: 107’. Paese di Origine: Francia. Genere: Drammatico. Interpreti: Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke, Clémentine Grenier, Manon Clavel, Christian Crahay, Roger Van Hool, Ludivine Sagnier, Laurent Capelluto, Alain Libolt.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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