Matteo, tra il dire e il fare…

Stavolta si sono spazientiti anche i più pazienti, i predicanti del porgere l’altra guancia hanno porto un bel calcione al Renzi Matteo. Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Monsignor Nunzio Galatino, si è così espresso: ”Basta slogan, il premier Renzi ridisegni la politica fiscale. E sull’articolo 18 i sindacati guardino oltre, altrimenti lo scontro farà morti”.

Pare che il ragazzo non l’abbia presa bene e che per tirarsi su abbia mangiato, a Detroit che si pronuncia con una t che sembra c, un doppio cheeseburger con frullato alla banana. Purtroppo le battute vengono molto facili, ma lo sgomento è diffuso; anche questo accanimento sull’abolizione o meno dell’articolo 18 mi sembra francamente ridicolo.

Cambierà qualcosa se lo aboliranno? Il paese finalmente all’improvviso rivedrà la luce, scorderà il passato e saranno solo cose belle? No quello era un altro film, credo fosse una roba di supereroi. Non c’è bisogno di lauree o di titoli accademici per accorgersi come questo esecutivo sia ormai lontanissimo dalla gente, arroccato in una sua scaletta di priorità che suona più come un atteggiamento tignoso che propositivo.

Anche il Corriere della Sera lo ha attaccato in un modo che ha fatto ritornare i tempi di Berlusca e dei titoloni contro di lui; ne ha avute per tutti il caro De Bortoli; chissà cosa c’è sotto, molti dicono che tutto nasce da un accordo con Draghi che punta al Quirinale e che Renzi non vorrebbe proprio. Ma in Italia anche quando erutta l’Etna si grida al complotto.

Certo, è cosa dimostrata che questi sono davvero i peggio; una specie di Banda Bassotti nemmeno simpatica. La loro fortuna è il quasi nulla che emerge intorno. Passera è antipatico a tutti con quell’aria da sapientino e il vestito sempre giusto; altri nomi? So che Capitan Uncino e l’Uomo Ragno hanno impegni l’uno per uccidere finalmente Peter Pan, l’altro per salvare il mondo dai cattivi. Fratelli d’Italia pensa seriamente a un’adozione e il Nuovo centro destra invecchia velocemente.

E allora, destri d’Italia, dove siete? È il momento del coraggio, delle scelte impavide, della volontà di cambiare. Anche perché siamo già alla frutta, e la frutta non c’è più. Penso alle parole di Renzi Matteo in aereo tornando dall’America. Ha parlato di futuro e ha detto che “la nostra pagina migliore si deve ancora scrivere”. Il futuro è il suo sicuramente, specie se decidesse di scrivere i bigliettini dei baci Perugina; perché lui adora le parole e le frasi d’effetto. Peccato che il futuro di cui parli sia il nostro e che sia già ormai ridotto a nulla, peccato che l’Italia sia ormai solo un ricordo sbiadito.

©Futuro Europa®

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