Brasile, una complessa realtà politica ed elettorale

In questi giorni gli occhi del mondo sono puntati sull’elezione del Presidente della Repubblica brasiliana del 5 di ottobre per il primo turno, del 26 dello stesso mese in caso di secondo turno. Ma in Brasile non è solo l’elezione del Presidente della Repubblica a mettere in moto la complessa realtà politica del paese, si devono eleggere anche i 513 deputati della Camera Federale e un terzo degli 81 Senatori, i 26 Governatori degli stati brasiliani, più quello del distretto federale di Brasilia, con i rispettivi parlamenti statali.

Complessa la realtà politica che vede riconosciuti ben 33 partiti politici, di cui circa una ventina hanno rappresentanza in Parlamento. A tutti questi partiti vengono assicurati fondi federali secondo la loro consistenza di voti e di parlamentari. Il Brasile, pur essendo una repubblica presidenziale, per eleggere i propri rappresentanti utilizza sia il metodo maggioritario che il proporzionale. Presidente della Repubblica, Senato, Governatori e sindaci col metodo maggioritario, deputati federali, statali e consiglieri comunali con il proporzionale puro con unica preferenza.

Mettendo insieme la vastità del continente Brasile e la legge elettorale si capisce la complessità della realtà politica del paese. I partiti, anche quelli di sinistra, sono deboli e faticano ad imporre le proprie scelta federali a livello degli stati. Infatti potremmo dire che vi sono varie campagne elettorali, quella presidenziale con alleanza di vari partiti, quella negli stati e nel distretto federale in cui spesso i partiti alleati a livello nazionale sono su schieramenti diversi. Il PT, Partito dei Lavoratori di Lula, ha come candidata Dilma Rousseff con vice Michel Temer del PMDB per la presidenza della repubblica, ma ad esempio nello stato di Bahia il PMDB, con il suo leader regionale Geddel, appoggia il candidato dell’opposizione Aecio Neves, lo stesso dicasi per la carica di Governatore. Così le realtà politiche ed elettorali dei 26 stati più quella del distretto federale presentano quadri complessi e variegati di alleanze di partiti. Spesso i candidati presidenziali sono costretti a salire su palchi di candidati diversi.

Altro elemento di grande particolarità è quello della preferenza unica, si immagini la fatica, per non dire altro, del candidato costretto a ricercare la preferenza in un collegio grande cinque volte l’Italia come lo stato dell’Amazzonia! Non mancano elementi positivi, come la legge sulla distribuzione del tempo nella campagna elettorale gratuita su radio e televisione. Due terzi del tempo viene distribuito ai candidati presidenziali o statali secondo il numero dei deputati che li appoggiano, l’altro terzo a tutti gli altri candidati, assicurando così un diritto di finestra anche a piccolissimi partiti.

Bisogna dire anche che il Brasile è la seconda democrazia del mondo, dopo gli USA, per territorio e consistenza della popolazione. Un clima appassionato, mai violento, regna nel paese, non ci sono morti né feriti, né scontri tra militanti dei partiti. Non è poco in un paese dove le morti violente e il narcotraffico segnano record poco invidiabili. Ripeto, un clima elettorale e politico che un amico brasiliano ha definito “britannico”.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Il pasticcio ZTL e il bilancio di Roma Capitale

successivo

Strategia Europa 2020

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *