Morte di genere

A Carrara qualche giorno fa è deceduta una persona; questa persona era un giovane uomo che nel corso della sua breve esistenza era diventato trans. Posso cercare di immaginare che impatto sia per una famiglia avere un figlio così diverso dagli altri; penso che una reazione drammatica sia quasi scontata. Ma poi, su tutto, dovrebbe trionfare l’amore e la comprensione; accettare chi è diverso da noi potrebbe farci scoprire che a volte diverso è sinonimo di speciale, che magari da persone così si può solo imparare.

Sembra però che questo non sia accaduto in seno a questa famiglia di Carrara. La salma nella bara è stata composta e vestita da uomo. Con vestiti mai indossati appartenuti a chissà chi oppure comprati apposta; hanno deciso che quello doveva essere l’aspetto dignitoso con il quale consegnarsi alla morte. E lei, perché di lei si tratta, ha dovuto subire. Un’altra vergogna, un’altra umiliazione. La sua vita non sarà stata facile; le persone cosiddette perbene scansano questa gente; i più bulli li vessano e li martirizzano; la chiesa fa finta di nulla. Ma tra di loro si aiutano eccome; perché la sofferenza accomuna e perché quasi sempre parliamo di persone molto sensibili.

Eppure questa famiglia, nemmeno con la scusa di essere di un sud profondo, ha pensato alle apparenze anche in questa circostanza. Forse ha immaginato che Dio sarebbe stato colpito da un aspetto elegante e sobrio piuttosto che da pizzi e ruches. Lei, Nicole, gelida e senza rossetto né fard né mascara, è stata mascherata da uomo.

Ma i suoi amici trans hanno visto la salma in queste condizioni e hanno protestato e allertato le varie associazioni. L’Associazione consultorio transgenere, Mit  movimento identità transessuale, Associazione mondo Arcobaleno Lgbt hanno scritto che  “La famiglia non è stata in grado nemmeno nel momento doloroso del trapasso di rispettare Nicole per quello che era, per quello che da sempre attraverso il suo modo di vivere, di riconoscere che il suo essere coerentemente donna giorno per giorno non era legato ad un capriccio ma era più grande di lei e apparteneva al suo genere.”

Ma a nulla è servito. Imperterriti i familiari hanno consegnato alla terra un uomo che era una donna vestita da uomo. Le hanno negato un’ultima carezza, un ultimo gesto di affetto. Chissà se le lacrime versata erano di dolore o di vergogna o di sollievo. Riposa in pace Nicole, Dio non farà caso all’abbigliamento.

©Futuro Europa®

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