FESR, incentivo alla ripresa in Europa

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) è uno dei fondi strutturali dell’Unione Europea, esso trova fonte di diritto nell’art. 176 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, questi recita “Il Fondo Europeo di sviluppo regionale è destinato a contribuire alla correzione dei principali squilibri regionali esistenti nell’Unione, partecipando allo sviluppo e all’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo nonché alla riconversione delle regioni industriali in declino”.

Come avevamo già  sottolineato in precedenti articoli, è vero sì che l’Eurozona vanta un surplus superiore a quello della Cina, ma è anche vero che i due terzi dell’Unione non risentono dei benefici di questa situazione e soffrono di disoccupazione, stagnazione e bilanci deficitari. Questo è dovuto proprio al fatto che la ripresa non è generale, ma a macchia di leopardo, ci sono zone che hanno ripreso a marciare ed altre che ancora si dibattono nella crisi.

Questo fondo è dettagliato nel “Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013” ed è destinato a contribuire a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e a ridurre il ritardo delle regioni meno favorite. La gestione è affidata al Commissario europeo per la Politica Regionale. La sua mission è la correzione dei principali squilibri regionali favorendo sviluppo e riconversione delle zone in ritardo. Per arrivare alla realizzazione dell’oggetto sociale il FESR promuove forme di sviluppo sostenibile che creino posti di lavoro durevoli. In particolare gli ambiti in cui opera il Fondo sono i settori dell’industria creativa e della cultura nonché i servizi innovativi che rispondono alle nuove esigenze della società, quindi assistere il progressivo incremento dell’età media dei cittadini, la maggiore richiesta di assistenza sanitaria, progetti che abbiano fini di ridurre l’impatto ambientale e programmi ad alto contenuto tecnologico. Nel concreto si incide sulla mobilità sostenibile, sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e sull’infrastruttura della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

Il FESR opera anche in modo da aumentare l’efficienza energetica e la sicurezza dell’approvvigionamento promuovendo l’integrazione del sistema distributivo dell’energia proveniente da fonti rinnovabili oltre che il loro stoccaggio. Per le zone svantaggiate dalla propria morfologia od ubicazione ultra-periferica, il FESR contribuisce al finanziamento di investimenti in favore dell’accessibilità, delle attività economiche legate al patrimonio culturale, dell’uso sostenibile delle risorse e dello stimolo del settore turistico. Inoltre proprio per ovviare ai motivi sopraddetti sostiene il sistema di trasporto delle merci e le difficoltà di stoccaggio, la manutenzione degli strumenti di produzione ed il reperimento di adeguata forza lavorativa.

Sono tre i principali ambiti di azione del FESR, “Convergenza”, “Competitività regionale ed occupazione” e  “Cooperazione territoriale europea”. Nella prima voce rientrano ricerca e sviluppo tecnologico, innovazione e imprenditorialità, società dell’informazione, ambiente, prevenzione dei rischi, turismo e cultura, trasporti ed energia, istruzione e sanità, aiuti diretti agli investimenti nelle piccole e medie imprese (PMI). Per il secondo punto si agisce sul miglioramento regionale mirato all’innovazione economica, bonifica di terreni contaminati, efficienza energetica, trasporti non inquinanti e reti TLC. Infine riguardo la Cooperazione territoriale europea il FESR concentra il suo intervento su sviluppo di attività economiche e sociali, ad esempio con l’utilizzazione congiunta delle infrastrutture; organizzazione e sviluppo compresa quella bilaterale fra regioni marittime; creazione di reti e comunicazione tra le autorità regionali e locali.

©Futuro Europa®

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