Rassegna stampa estera

Matteo Renzi e l’Italia ancora sotto i riflettori. La stampa estera osserva con molta attenzione, e soprattutto registra con molta attenzione, tutto ciò che viene detto e fatto nel nostro Paese. L’economia è la parte che preoccupa di più e le riforme paventate convincono a metà.  The Economist riporta le parole del  Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che paragona il Governo di Matteo Renzi ad una Ferrari: “ha un motore potenze, ma ora deve mostrare cosa sa fare su strada”. Squinzi, prosegue The Economist, ha evidenziato quattro settori nei quali il Governo deve intervenire per rilanciare l’economia: riforme istituzionali, integrazione europea, politica industriale e relazioni industriali. Sfide importanti, per questo motivo gli imprenditori sono cautamente ottimisti circa le promesse del Premier italiano nel “rendere la loro vita più facile” e “brindano alla sua salute con un bicchiere mezzo pieno”.

Anche Darrell Delamaide su market Watch guarda con cauto ottimismo alla “spavalderia “ di Renzi. “Il mese scorso, gli elettori hanno premiato la sua straboccante fiducia in se stesso con una quota record di voti per il Partito Democratico al Parlamento Europeo, convalidando il suo arrivo al vertice del Governo senza un’elezione vera e propria (…) Tuttavia parlare è facile, e Renzi rischia di non raggiungere i suoi obbiettivi sia sul fronte europeo, che a casa”. Ma è anche vero che il Premier italiano ha appena rafforzato la sua credibilità unendo le forze con il Presidente francese Hollande, che da solo non è stato in grado di sfidare l’austerità prescritta dalla Merkel. “Renzi e Hollande”, prosegue Delamaide, “ si sono incontrati lo scorso weekend a Parigi con altri leader del centro-sinistra per impostare un programma comune per la crescita”. Per Delamaide Renzi sta dicendo e facendo molte cose “giuste”, ma non è detto che riesca a smuovere la Merkel e Schauble.

Dell’asse Roma-Parigi parla molto la stampa francese che vede in questo avvicinamento di Hollande a Renzi un modo del Presidente francese di mettere un freno alle sue frustrazioni dovute alla completa debacle del suo mandato. Dice Jean François Achilli su France Info “bisogna dire che Matteo Renzi, 39 anni, incarna tutto quello che sogna il nostro Presidente: il dirigente del centro-sinistra pienamente accettato, colui che osa tutto, lo chiede forte e chiaro, e in più vince le elezioni (…) Di che creare dei gelosi! (…) I francesi hanno voltato le spalle al Presidente che gli aveva promesso ‘il cambiamento adesso’, ma che non vedono ancora arrivare”. Per il giornalista francese l’obbiettivo di Hollande è impedire la costituzione di un asse tra Berlino e Roma. Sanno tutti che Angela Merkel, molto irritata con il suo partner francese, cattivo allievo in Europa, voleva avvicinarsi al giovane italiano simbolo del rinnovamento. “Hollande ha semplicemente fatto in modo che Renzi non prendesse la leadership social-democratica, visto che il primo Luglio prenderà la presidenza semestraledell’Unione.”

Dominique Dunglas su Le Point chiama Renzi  “condottiero”. Se è vero che a una settimana dalla presidenza italiana all’UE il nostro Premier ha messo, con forza e arroganza, molte richieste sul piatto, prima fra tutte la richiesta di maggiore “flessibilità nell’applicazione dei Trattati europei”, scrive il giornalista francese, è anche vero che “rimane il fatto che il giudice di Pace rimane la Germania. E oltre Reno, Wolfgang Schauble, il Ministro delle Finanze tedesco, e Jens Weidmann, il Presidente della Bundesbank, hanno reagito tiepidamente al discorso del presidente del Consiglio italiano”. Conclude Dunglas: “La campagna d’Europa del condottiero Matteo Renzi sarà più complicata da espugnare che la sua vittoria lampo sulla Penisola.”

Su Les Echos Pierre Alain Furbury torna sull’alleanza Hollande-Renzi. “Indebolito dai risultati delle ultime elezioni europee e dalla sua impopolarità nei sondaggi, François Hollande ha trovato un rinforzo prezioso per tentare di piegare l’Europa”. Renzi per Furbury ha una vera credibilità riformatrice, cosa che non ha il Governo francese. La paura di essere “marginalizzato” dalla Merkel è grande e permette al Capo di Stato di mostrarsi come “colui che modera gli ardori di Matteo Renzi”.  Europa in primo piano, sicuramente. Il Semestre europeo è di grande importanza per noi, un biglietto da visita dal quale dipende il nostro futuro, soprattutto per ciò che riguarda la credibilità. Già i numeri dati in ribasso dal Centro di Ricerca di Confindustria mostrano delle discrepanze tra quello che dice il Governo e quello che dicono gli industriali, e questo non sfugge né ai media asiatici, come il Shangai Daily, né a importanti testate come il Financial Times: i piani di riforma di Renzi potrebbero essere già in stallo.

Da The Economist del 28 Giugno: “(…) L’Italia è 65° su 189 Paesi nella classifica della Banca Mondiale per la facilità di fare impresa. La sua burocrazia è pesante, il suo mercato del lavoro poco flessibile e il suo sistema giudiziario lento: il numero medio di giorni necessari per far rispettare un contratto è 1185 contro una media dei paesi ricchi di 529, è richiesto un cambiamento radicale.” (…) (The Economist, Raising a half-full glass for Renzi, 28 Giugno 2014)

Rezni challenges Brussels with pro-growth message, titola il suo pezzo Darrell Delamaide.”(…) Posto davanti alle realtà di governare un Paese indisciplinato con le Istituzioni apparentemente destinate a contrastare la governante, Renzi ha visto il suo millantare grandi riforme appiattirsi (…) Quando il trentanovenne ex sindaco di Firenze – solo un’altra cittadina di provincia dell’Italia moderna, nonostante la sua gloriosa storia –  porterà la sua sfacciata sicurezza di sé al vertice UE di questa settimana, incontrerà la temibile Cancelliera tedesca Angela Merkel e il gelido Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble schierati contro di lui su qualsiasi diluizione radicale del debito e del disavanzo.” (…) (D. Delamaide, Market Watch, 27 Giugno 2014)

France Info, Le Vendredi c’est Renzi. Dice Jean François Achilli: “(…) François Hollande punta grosso su Matteo Renzi, non aveva scelta, racconta una fonte diplomatica (…) I due uomini hanno comunque qualche punto in comune. Oltre al colore politico, socialdemocratico, una buona dose di humour, cosa utile quando si tratta di negoziare a livello europeo. Entrambi si stanno per sedere, facendo finta di niente, sulla sacrosanta regola del 3%. Infine, e non è l’aspetto minore di questa nuova amicizia, anche se i francesi si disinteressano alla politica: se François Hollande potesse, anche solo in modo subliminale, approfittare dell’effetto Renzi, sarebbe pur sempre un risultato.” (F. Achilli, France Info, 27 Giugno 2014)

Dominique Dunglas su Le Point scrive: “Il vantaggio che si ha ad essere stati sindaco di Firenze, è che si può sempre intingere la penna nel mito del Rinascimento. Per illustrare davanti al Parlamento transalpino le sue ambizioni europee alla vigilia del semestre europeo sotto presidenza italiana, Matteo Renzi ha tirato in ballo il suo compatriota Dante Alighieri. ‘Durante il Rinascimento, il fiorino era l’equivalente dell’Euro o del dollaro oggi. Intorno al fiorino, è stata costruita l’economia prospera senza la quale né Dante, né l’arte fiorentino sarebbero esistiti. Questa è la dimostrazione che la finanza non deve prendere in ostaggio la crescita’. Per Matteo Renzi, al contrario dei duchi di Toscana, l’Europa ha commesso un errore pensando che una moneta unica sarebbe stata sufficiente ad assicurare la sua integrazione”. (D. Dunglas, Matteo Renzi, un chef de guerre en Europe, Le Point, 25 Giugno 2014)

Les Echos, Pierre Alain Furbury: “Per tentare di riorientare la politica europea, il Capo di Stato ha trovato un alleato di peso: il nuovo Presidente del Consiglio italiano.” (P. Furbury, François Hollande fait le forcing en s’appuyant sur ‘l’étoile’ Matteo Renzi, Les Echos, 25 Giugno 2014)

Xinhua per Shangai Daily: “(…) Gli analisti di Confindustria hanno sottolineato quanto l’Italia sia caduta in basso dallo scoppio della crisi economica del 2007: il PIL è sceso del 9%, la produzione industriale del 23,6%, i consumi delle famiglie è diminuito dell’8%, gli investimenti sono scesi del 27,5% e l’occupazione è diminuita del 7,8% (…) Commentando la relazione, il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha detto che tuttavia, nonostante i numeri poco confortanti, ‘l’Italia non è più sull’orlo del baratro’ (…) ‘Il Paese ha tutto quello che serve’ per il recupero, ha sottolineato.” (Shangai Daily, Italian leading industrial association cuts GDP estimates, 27 Giugno 2014)

Sul Financial Times, Giulia Segreti e Guy Dinmore scrivono: “La principale associazione di categoria in Italia ha avvertito che la crescita economica andrà quest’anno ben sotto alle aspettative, aggiungendo alle preoccupazioni che i pini di riforma economica del Premier Renzi potrebbero essere già in stallo (…) Il declassamento di Confindustria ha allarmato gli investitori già preoccupati che l’ambizioso programma ‘100 giorni’ annunciato da Renzi in Febbraio si sia insabbiato.” (G. Segreti, G. Dinmore,Business association warns over Italy’s weak growth, Financial Times, 26 Giugno 2014)

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