PD, Europa in rosa

Renzi si veste di rosa. L’ultima trovata dell’ex Sindaco di Firenze è la maggiore partecipazione delle donne alla vita politica. Non fraintendiamoci, non è in discussione il diritto e la necessità di avere donne candidate o all’interno dei CdA, bensì la strumentalizzazione che c’è  in questo paese ogni volta che si parla di “quote” rosa o giovani che siano. L’ultima notizia, fresca delle ultime ore, è la volontà del Premier di aumentare la partecipazione femminile in ruoli dirigenziali all’interno delle partecipate pubbliche, con ipotesi di nomi “pesanti” del panorama politico-economico italiano.

Inoltre, la scelta di candidare 5 donne capolista (Alessia Mosca, Alessandra Moretti, Simona Bonafè, Pina Picierno e Caterina Chinnici) nelle 5 circoscrizioni europee, non è passata inosservata, soprattutto dalle parti di Grillo che, pungente come sempre, non ha esitato a definirle “Quattro veline usate a fini di marketing secondo la migliore tradizione berlusconiana. Quattro veline e Renzie a fare da Gabibbo. Una presa per il …, ma tinta di rosa. 50 dei 73 candidati in lista Pd vivono da sempre di politica, cariche, soldi pubblici e non hanno mai fatto un lavoro vero”.

Insomma a quanto pare demagogia politica pura. Per una volta – tralasciando il sempre colorito linguaggio grillesco e la totale presa di distanza dall’appellativo usato – ci troviamo a poter condividere per lo meno l’uso strumentale di queste candidature. Il movimentismo rosa, soprattutto a sinistra, è da sempre attivo ed influente. Tutti ricordiamo la recente onda scatenata da “se non ora quando?” che ha lanciato una campagna di sensibilizzazione verso la parità di genere.

La questione “Quote Rosa” ha sempre suscitato un certo dibattito nel nostro paese che ha spesso obbligato le donne a lavorare il doppio per mostrare il proprio valore, mettendone spesso in discussione la propria posizione. In discussione non c’è mai il valore personale dei candidati, ma soprattutto l’uso strumentale che ne viene fatto, anche perché se Renzi sbandiera cura ed interesse per il rinnovamento della dirigenza politica, non si può fare a meno di notare che la stragrande maggioranza dei presenti in lista per le europee del PD siano riciclati della vecchia politica.

La carrellata di cinque donne può effettivamente avere un effetto traino e sostenere il movimentismo rosa, ma il rischio di mettere sotto i riflettori donne, molto probabilmente capaci e preparate, assoggettandole all’obbligo di dimostrare le proprie capacità rispetto agli altri, beh tutto si tratta meno che di meritocrazia.

©Futuro Europa®

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