Albania, il colore al potere

Edi Rama, il nuovo premier dell’Albania (dal 25 giugno scorso), è colui che incarna le speranze di un Paese che si sta ancora rialzando dalle rovinose vicende susseguitesi per numerose decadi. Egli con la coalizione di centro-sinistra Alleanza per un’Albania Europea (ASE) e ottenendo la maggioranza con il Partito Socialista d’Albania (PSSH) ha strappato dopo lungo tempo il comando a Sali Berisha del Partito Democratico d’Albania (PDSH).

Un artista, che ha già dato un’ottima dimostrazione della propria capacità gestionale e innovativa come Ministro della Cultura (1998) e sindaco di Tirana per tre volte consecutive (dal 2000), è l’uomo che fa al caso di un’Albania bisognosa di una politica che sia davvero a misura delle proprie necessità. L’Albania è dotata di risorse non ancora gestite al meglio e quando si pensa a essa è da paradigma farlo attraverso i consueti e stereotipati pregiudizi.

Rama ha fatto sì che la bellezza costituisse il proprio progetto politico che si può facilmente ritrovare in nuce nel video Dammi i colori, realizzato in collaborazione con l’amico artista Anri Sala. Esso risale al 2003 ed è stato proiettato nel Padiglione albanese in occasione della 50. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Dipingere con tinte multicolore i grigi edifici comunisti della capitale allo scopo di attuare un’avanguardia per la democratizzazione del Paese e della comunità è stato il primo intervento dopo la nomina a sindaco.

Tirana ha potuto assaporare un assaggio di una nuova era, durante la quale l’autorità civica, i giovani e l’intero popolo albanese collaboreranno. La presenza dei colori ha aperto il dibattito con al centro il problema comune, dopo l’anarchia e il caos post-comunismo in cui lo spazio e il paesaggio erano da occupare e possedere. È stata quindi restituita la dignità allo spazio e alla popolazione che si è sentita investita di un evento straordinario che stava allora avvenendo.

L’immagine iniziale ha corrisposto con il cambiamento reale, l’ordine, la sicurezza, la regolare riscossione delle tasse dopo 10 anni. La fiducia dei cittadini è stata riguadagnata, come del resto il senso di appartenenza al luogo in cui si vive. I colori hanno rivestito il ruolo di catalizzatore per la democratizzazione locale, tanto che il 35% a cui non piaceva quello che stava vedendo voleva a ogni modo che il processo continuasse.

Il colore non perde il proprio ruolo primario. Infatti Edi Rama per la propria campagna elettorale ha scelto il viola porpora per i manifesti, per le bandiere, per proiettarlo di notte per le strade. Rama non aveva certo intenzione di andare contro la comune superstizione, ma, come artista visivo, trovare un elemento di pacificazione nazionale tra i colori rappresentativi delle due forze politiche contrapposte in Albania.

Il Giuliani albanese contro corruzione, crimine, illegalità, disinteresse generale è come se abbia deciso di attuare un percorso cromoterapico nei confronti della popolazione. Cambiare a livello visivo e sentirsi inizialmente uniti per un motivo apparentemente futile per così cambiare all’interno, a livello di “organi” come dice lo stesso Rama, sono diventati ormai i cavalli di battaglia dell’acclamato premier che fin dalle lotte del 1997 e poi del 2011 si è sempre battuto contro Sali Berisha per la giustizia.

C’è tuttavia sempre chi la pensa diversamente: il guerrigliero Fronte di Resistenza Sociale, nato nel 2012, pone Berisha primo solo a Rama nella lista nera tra i politici indistintamente ingiusti. Si legge: Edi Rama – Primo ministro ombra – furfante, ladro, distruttore di Tirana.

© Futuro Europa

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