
Italia delle Regioni
“Bici in comune”, finanziamenti ai progetti per la mobilità sostenibile in 471 comuni italiani. Sul sito di Sport e Salute sono state pubblicate le graduatorie dell’iniziativa promossa dal Ministro per lo Sport e i Giovani, con il supporto del Dipartimento per lo Sport, con Sport e Salute ed Anci. L’Italia vuole investire in mobilità alternativa, dolce e sostenibile anche dal punto di vista ambientale e sociale.
Dopo la massiccia adesione di oltre il 25% dei Comuni, si passa adesso alla fase operativa con la pubblicazione delle graduatorie dei progetti che saranno finanziati grazie ai 12,6 milioni di euro stanziati dal Governo. Sono circa 500 i Comuni italiani che vedranno finanziate iniziative per la promozione della mobilità ciclistica, con la bici vissuta come strumento per uno stile di vita sano e attivo, oltre a progetti per riqualificare o potenziare percorsi ciclabili, così come azioni per la promozione del cicloturismo, la valorizzazione del territorio e il coinvolgimento delle scuole. Ai 201 Comuni che riceveranno direttamente il finanziamento, se ne aggiungono infatti altri 270 che saranno partner dei progetti ritenuti idonei.
La maggior parte dei finanziamenti (67%) sarà rivolto ai Comuni fino a 5mila abitanti, mentre il 17% dei progetti finanziati sosterrà realtà cittadine sino a 80mila abitanti, il restante per il 13% alle città sino a 300mila abitanti, infine per il 3% alle grandi aree oltre i 300mila residenti.
Tutte le 20 Regioni italiane avranno almeno un progetto finanziato, con il 45% dei finanziamenti che andrà al Nord, il 31% del Sud e nelle Isole ed il 24% nelle regioni centrali. La provincia di Torino sarà quella con il numero maggiore di Comuni che hanno visto i loro progetti idonei al finanziamento (9), seguita dagli 8 Comuni della provincia di Perugia e dai 6 progetti finanziati per le città delle province di Benevento, Bergamo e Cuneo.
Il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani Gaetano Manfredi ha inviato al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini una lettera sulla omologazione dei dispositivi per il controllo da remoto della violazione dei limiti di velocità (Autovelox).
“Gentile Ministro, faccio seguito alla Sua con riferimento al tema dell’omologazione dei dispositivi utilizzati per il controllo da remoto della violazione dei limiti di velocità e alla richiesta di collaborazione, al fine di procedere ad una ricognizione di dati circa i dispositivi di controllo della velocità attualmente in uso presso i Comuni italiani.
Come di consueto e sempre nello spirito di massima collaborazione istituzionale che contraddistingue i nostri rapporti, La informo che ANCI ha già provveduto alla ricognizione circa i dispositivi e i relativi prototipi approvati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti pre-2017, al fine di avere a disposizione un campione di dati rappresentativi dei Comuni italiani distinguendo tra specificità territoriali e dispositivi fissi e mobili di controllo della velocità a distanza.
Da una prima lettura dei dati, al netto di qualche caso in cui si presentano dei decreti integrativi o estensivi, emerge come per i dispositivi fissi circa il 59,4% dispongono di decreti di approvazione precedenti al 2017 e per un 40,6% successivi al 2017, mentre sui dispositivi mobili il dato mostra per un 67,2% decreti di approvazione precedenti al 2017 e un 32,8% successivi al 2017 e sui cui dettagli tecnici gli uffici dell’ANCI rimangono a disposizione per ogni eventuale approfondimento e confronto.
Come è noto, a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione, si è proceduto nella massima collaborazione nell’ambito del Tavolo tecnico da Lei istituito presso il Ministero che ha proposto uno schema di decreto per fare fronte alla situazione non piu‘ procrastinabile di vuoto normativo, in un contesto in cui la velocità rimane tra le prime tre cause principali della mortalità in strada.
Auspichiamo pertanto – conclude il presidente dell’Anci Manfredi – che si possa arrivare quanto prima alla definizione del quadro normativo di riferimento per dare risposta agli operatori di polizia stradale e agli utenti, tenuto conto delle esclusive finalità di sicurezza stradale”.
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