Voices, Festival europeo del giornalismo

Voices, il Festival europeo del giornalismo e dell’alfabetizzazione mediatica, alla sua prima edizione, si è tenuto tra il 14 e il 16 marzo alla Leopolda di Firenze organizzato, tra gli altri, dalla Federazione Europea dei Giornalisti e patrocinato dal Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Toscana. L’evento è pensato come un luogo di incontro in cui giornalisti, accademici, esperti del linguaggio dei media, editori, politici e cittadini hanno la possibilità d’interrogarsi sulle peculiarità del panorama informativo di oggi e sulla necessità di fornire a tutti le competenze per analizzare con spirito critico il flusso comunicativo a cui sono sottoposti. Inoltre, Voices assegna dieci borse di studio da 1.000 euro ciascuna a giovani giornalisti e insegnanti di talento per partecipare alla prima edizione del festival.

Il Festival, finanziato quasi interamente dalla Commissione europea, nel 2025 volerà a Zagabria, nasce da un’idea di Giovanni Melogli del Centro per il pluralismo e la libertà dei media (Cmpf): “L’ispirazione è venuta dalla mia esperienza con l’ong francese Alliance Internationale de Journalistes, con cui realizzavamo un festival in Francia. I giochi sono iniziati però tre anni fa, quando insieme alla Fej ha presentato un progetto pilota al Parlamento europeo. Una volta approvato, è diventato un bando pubblico, che siamo riusciti a portare a casa. Il giornalismo torni a essere spazio di mediazione. Che il potere politico, comprese le istituzioni europee, facciano propaganda è sempre successo ed è anche legittimo. Il problema è quando i giornalisti assecondano la propaganda, quando la assorbono passivamente e la comunicano come notizia.“.

Le condizioni sempre più difficili che i giornalisti devono affrontare nello svolgimento della loro professione sono state affrontate nel dibattito “Siamo esseri umani, ascoltate le nostre storie”, con il racconto della storia personale di Matthew Caruana Galizia, attivista per la libertà di stampa in seguito all’omicidio di sua madre Daphne, assassinata nel 2017 per le sue indagini sulla corruzione del governo maltese. Tra gli altri partecipanti Mark Marginedas, giornalista rapito dall’ISIS nel 2013, Maura Gancitano, saggista e opinionista italiana attiva nell’ambito della divulgazione, Vera Gheno, sociolinguista, Olivier Roy, esperto di medioriente .

La prima giornata ha visto tenersi un Focus sul pluralismo dei media in Italia con gli interventi di Elda Brogi , Centre for Media Pluralism and Media Freedom, European University Institute, Carlo Bartoli, Ordine nazionale dei Giornalisti, Vittorio di Trapani, Federazione Nazionale Stampa Italiana,  Emiliana Di Blasio, LUISS. Modera Sigfrido Ranucci, RAI Radiotelevisione Italiana. E’ stato proiettato il film Io Capitano (2023), di Matteo Garrone che racconta il lungo viaggio verso l’Europa di due giovani senegalesi, cui è seguito un dibattito sull’’importanza di una copertura giornalistica accurata e responsabile sul fenomeno della migrazione.

Nei due teatri dedicati per l’occasione a due mostri sacri come Tiziano Terzani e Oriana Fallaci, si sono susseguiti ospiti internazionali e temi di strettissima attualità. A partire dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale e il suo rapporto sia con il giornalismo che con l’educazione ai media. E poi un dibattito sul ruolo dei fact-checker, che Giovanni Meglioli così commenta: “Chi sono? Il fact-checker non dovrebbe essere in realtà semplicemente il giornalista?”. Tra gli appuntamenti che gli stanno a cuore, Melogli elenca inoltre una sorta di ted talk intitolato “Possiamo ancora credere ai nostri occhi?”, che indaga la manipolazione delle immagini e in generale il rapporto tra immagini e disinformazione. E poi le elezioni europee alle porte, con un panel sulla “election integrity”.

Pier Luigi Parcu, membro dell’Advisory Board di Voices e direttore del CMPF, ha affermato: “Poiché viviamo in un mondo in cui le informazioni abbondano, ma le notizie accurate non sono sempre facili da trovare, il giornalismo e l’alfabetizzazione mediatica diventano strumenti chiave per garantire una cittadinanza informata e la democrazia. Questa edizione inaugurale mira ad avvicinare cittadini, giornalisti e professionisti dei media, incoraggiando il dialogo e celebrando il ruolo centrale che un pubblico informato svolge nelle società. Soprattutto, speriamo di promuovere il pensiero critico sulla disinformazione”.

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