Golda Meir, la prima Lady di ferro

Non fu la prima donna a guidare un Paese, prima di lei c’erano Sirimavo Bandaranaike a Ceylon (l’attuale Sri Lanka), che divenne la prima donna al mondo a ricoprire la carica di primo ministro nel 1960 e poi Indira Gandhi che divenne Primo ministro dell’India nel 1966, ma Golda Meir che ottenne la nomina di Primo ministro di Israele il 17 marzo del 1969, ha ben il diritto di essere definita la prima Lady di ferro della storia.

Golda Meir nacque il 3 maggio 1898 a Kiev, Ucraina, all’epoca sotto l’impero dell’ultimo Zar, Nicola II e in piena fase di Progrom nei confronti degli ebrei. La sua famiglia emigrò negli Stati Uniti nel 1906, stabilendosi a Milwaukee e crebbe in un ambiente sionista, sviluppando un forte attaccamento alla causa ebraica. Nel 1921, sposò Morris Meyerson e nel 1921 la coppia emigrò in Palestina, all’epoca ancora sotto il dominio britannico. Immediatamente Golda Meir iniziò il suo coinvolgimento attivo nel movimento sionista e nella creazione dello Stato di Israele collocandosi all’interno di un Kibbutz, la forma associativa volontaria di lavoratori basata sulla comunione di proprietà e su regole solidaristiche, ebbe qui la sua prima vera formazione politica. Nel 1948, con la dichiarazione d’indipendenza di Israele, venne chiamata a ricoprire il ruolo di primo ambasciatore israeliano nell’Unione Sovietica.

Fu inoltre una dei firmatari della Dichiarazione di indipendenza di Israele, una delle due donne su ventiquattro. In seguito, non nascose la sua emozione e commozione per l’evento che, per lei, aveva un precedente nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. Dopo l’esperienza come Ministro del lavoro si trovò ad affrontare la crisi di Suez nel 1957 come Ministro degli Esteri.

Golda Meir raggiunse comunque l’apice della sua carriera politica quando, nel 1969, fu eletta Primo Ministro di Israele, diventando la prima donna a ricoprire tale incarico nel Paese. La sua nomina era quanto di meno scontato si potesse immaginare.

Dopo l’unificazione di tre diversi gruppi laburisti in un solo partito, che avvenne il 2 gennaio 1968, Golda Meir aveva deciso di abbandonare la scena politica. Tuttavia, l’improvvisa morte a causa di un attacco cardiaco di Levi Eshkol e la ricerca di un successore, rischiavano di causare una spaccatura all’interno del neonato partito laburista. Il partito si divise in due fazioni, quelli che sostenevano la candidatura di Yigal Allon, Primo ministro reggente, e i sostenitori dell’allora ministro della difesa Moshe Dayan. Alla fine, la spuntò Proprio lei, Golda Meir, richiamata ancora una volta dalla pensione. Poco prima del suo settantunesimo compleanno, il 7 marzo, fu eletta presidente del Partito Laburista e il 17 marzo 1969 fu nominata Primo ministro di Israele. Golda Meir, quarta persona ad occupare la posizione di Primo ministro, rimase in carica per cinque anni, molti dei quali caratterizzati da alti indici di approvazione.

Fu un mandato assolutamente non semplice e che vide eventi tragici per la storia non solo di Israele, ad iniziare dal massacro delle Olimpiadi di Monaco nel 1972. L’anno successivo esplose la Guerra del Kippur, quando, il 6 ottobre 1973 vi fu l’attacco congiunto di Egitto e Siria durante il giorno di Yom Kippur. Le forze israeliane furono sorprese dall’attacco, che causò gravi perdite e inizialmente mise Israele in una posizione difficile. Golda Meir guidò il paese attraverso la difficile fase iniziale della guerra e successivamente attraverso la controffensiva, con l’aiuto degli Stati Uniti.

Durante il suo mandato, Israele dovette affrontare una crisi economica dovuta a fattori interni ed esterni e che fu aggravata proprio dalle spese di difesa sostenute durante la guerra del Kippur e portò a un’inflazione significativa e a difficoltà economiche. Inoltre, durante quegli anni le organizzazioni palestinesi aumentarono la loro attività ed il Movimento per la Liberazione della Palestina (PLO) guadagnò rilevanza internazionale sotto la leadership di Yasser Arafat.

La pressione derivante dalle conseguenze della Guerra del Kippur e dalla crisi economica portò alle sue dimissioni nel 1974. Da quel giorno si dedicò a scrivere le sue memorie (My Life pubblicato nel 1975) e ad un’attività di conferenze fino alla sua morte nel 1978.

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