Italia delle Regioni

La Commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome si è incontrata con il Ministro Adolfo Urso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere dei principali temi all’ordine del giorno.

“Il 2024 si apre con un confronto positivo con il ministro Urso – spiega il Coordinatore della Commissione Andrea Maria Antonini (assessore Marche) – ed è di buon auspicio per continuare nella proficua collaborazione istituzionale come metodo di lavoro. Bene, quindi, anche il richiamo ad una regia comune, che coordini il lavoro e la condivisione del nuovo documento di politica industriale”.

“Il cronoprogramma dei provvedimenti presentati dal ministro Urso va proprio in questa direzione, al fine di incentivare al meglio l’innovazione e l’ammodernamento delle politiche industriali del nostro Paese, puntando all’industria del futuro. Un maggior coinvolgimento e responsabilità delle Regioni – continua Antonini – permetterà anche di evitare delle sovrapposizioni tra politiche regionali e quelle nazionali e quindi a non disperdere risorse. Dobbiamo infatti ottimizzare l’efficacia degli interventi per potenziare le politiche industriali nei territori e valorizzare le nostre eccellenze e filiere imprenditoriali. In tal senso è importante anche l’attrazione degli investimenti esteri e l’accesso al credito con forme di maggiore garanzia. Bene anche un disegno di legge sulle Pmi, che accompagni le piccole e medie imprese nelle loro attività imprenditoriali. Per quanto riguarda le questioni collegate all’attuazione della legge sul Made in Italy si intende favorire gli adempimenti e una concreta concertazione che esalti e difenda le eccellenze dei nostri territori”.

“È indispensabile la collaborazione sull’attuazione delle norme del piano REpowerEU legato al PNRR. Sono previsti 14 miliardi di stanziamenti per la misura Transizione Industria 5.0 con investimenti integrati digitale/energia da portare a termine. L’indirizzo è sull’innovazione e le nuove tecnologie, materiali e immateriali, dall’aerospazio all’intelligenza artificiale, per eccellere in tutti i settori della ricerca e delle grandi trasformazioni economiche. Temi che abbiamo evidenziato – afferma ancora Antonini – nel successivo incontro con l’Ambasciatore Mario Vattani per l’Expo 2025 di Osaka, al fine di organizzare la partecipazione unitaria delle Regioni a questa importante vetrina internazionale. Così come era stato concordato lo scorso 6 dicembre nell’incontro del Commissario con la Conferenza delle Regioni. Il made in Italy può essere la carta vincente del sistema Italia”.

In tema di internazionalizzazione si registra l’accordo tra la Conferenza Regioni e l’ Assocamerestero per agevolare  l’attrazione di  investimenti esteri. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e Assocamerestero (l’Associazione che raggruppa 86 Camere di Commercio Italiane all’Estero-CCIE e Unioncamere), hanno sottoscritto un protocollo d’intesa sui temi dell’internazionalizzazione e dell’attrazione degli investimenti esteri per sostenere lo sviluppo economico dei territori.

Si consolida in tal modo la collaborazione tra le Regioni italiane e le CCIE, rafforzando i rapporti già in atto e sviluppando nuovi progetti di promozione del Made in Italy: dall’industria del food ad alleanze nei settori high tech, aerospazio, medicale, della logistica e dell’innovazione. Il protocollo intende favorire la conoscenza dei mercati internazionali e rendere così sempre più concreti i collegamenti con le imprese all’estero e le alleanze con le istituzioni e l’imprenditoria locale. Un tavolo di lavoro congiunto tra Conferenza delle Regioni e Assocamerestero dovrà periodicamente monitorare e valutare le azioni e i risultati conseguiti.

“E’ fondamentale che l’Italia – dichiara Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – faccia sistema e sviluppi al meglio i rapporti imprenditoriali sia delle nostre imprese all’estero che le capacità di attrarre investimenti esteri nei nostri territori. Le Regioni intendono fare sistema: ricordo come all’Expo 2020 di Dubai le Regioni si siano presentate e abbiano avviato per la prima volta delle azioni comuni come sistema Regioni all’estero. Con il protocollo d’intesa si promuovono iniziative per l’internazionalizzazione, puntando sul primato e la qualità della nostra manifattura, che è un asset strategico del nostro Paese. La stessa attuazione del PNRR è da considerare come un’opportunità e un volano per attrarre investimenti esteri”.

“Lo sviluppo delle economie regionali passa anche attraverso la raccolta di informazioni e il dialogo con le multinazionali già presenti in Italia. Pertanto, intendiamo favorire anche dei Protocolli operativi bilaterali delle Regioni con il sistema camerale italiano all’estero, in modo da affrontare bene le sfide che abbiamo davanti, dalla trasformazione digitale alla transizione verde. Nel contempo, dobbiamo semplificare tutte le procedure amministrative, assistendo e facilitando la costituzione e l’inserimento di nuove imprese estere nel nostro tessuto economico, informando sulle nostre filiere e peculiarità imprenditoriali. Sono tutti temi – conclude Fedriga – che approfondiremo come Conferenza delle Regioni l’8 e il 9 aprile a Trieste in Selecting Italy 2024, la manifestazione annuale che fa il punto strategico su come sviluppare e potenziare le capacità regionali nell’attrazione degli investimenti esteri”.

“Con questo accordo – dichiara Mario Pozza, Presidente di Assocamerestero – vogliamo accrescere il ruolo delle Camere italiane all’estero come punti di riferimento dei territori italiani sui territori esteri, offrendo alle Regioni la nostra professionalità e competenza su progetti di sviluppo internazionale di lungo periodo, sia sul fronte della valorizzazione delle filiere e delle specializzazioni esistenti (da quelle a più elevato contenuto tecnologico a quelle “tradizionali”, rimodulandone l’offerta in chiave più competitiva) sia su quello dell’attrazione di investimenti dall’estero, valorizzando le specificità e le esigenze dei sistemi produttivi locali italiani”.

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