Materie prime critiche, la normativa UE

Lo scorso 14 settembre, gli eurodeputati con 515 voti favorevoli, 34 contrari e 28 astensioni, hanno adottato la loro posizione su nuove misure per l’aumento dell’approvvigionamento di materie prime strategiche per i Paesi dell’UE. Il fine è di rendere l’UE più competitiva e autonoma, riducendo la burocrazia nei processi di approvazione e promuovendo l’innovazione lungo l’intera catena di produzione, con attenzione in particolare alla ricerca e allo sviluppo di materiali alternativi e di metodi di estrazione e produzione più rispettosi dell’ambiente. Le materie prime critiche sono quei materiali di strategica importanza economica per l’Europa e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura. La Cina fornisce all’Unione Europea circa il 98% delle terre rare, la Turchia il 98% del borato, il Sudafrica il 71% del platino e una percentuale ancora più alta per i materiali del gruppo del platino: iridio, rodio, rutenio. Il litio è fornito al 78% dal Cile, mentre la fornitura di alcune materie prime critiche come l’afnio e lo stronzio dipendono da singole aziende europee. Con lo spostamento globale verso le energie rinnovabili e la digitalizzazione delle economie e delle società, la domanda di queste materie prime strategiche è destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi decenni.

Auto elettriche, pannelli solari e smartphone contengono materie prime critiche, queste sono fondamentali per numerose attività industriali e particolarmente importanti per la transizione ecologica, venendo utilizzate nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie. Dopo la guerra russa contro l’Ucraina e una politica commerciale e industriale cinese sempre più aggressiva, anche le materie prime sono diventate un fattore geopolitico. Si stima, per esempio, che al 2030 l’Europa avrà bisogno di 18 volte più litio e 5 volte più cobalto rispetto ai livelli attuali per la fabbricazione di batterie per veicoli elettrici e stoccaggio di energia. Nel 2050, questo fabbisogno crescerà a 60 volte più litio e 15 volte più cobalto rispetto ai livelli attuali. Per il neodimio, già nel 2025 potrebbero servire 120 volte l’attuale domanda dell’Unione Europea. L’elenco delle materie prime critiche è in continuo aggiornamento da parte della Commissione Europea. La prima lista è stata presentata nel 2011 e conteneva 14 materie prime critiche, con l’ultimo aggiornamento del 2020 ne comprende 30. L’aumento delle materie prime considerate critiche è dovuto al processo di riduzione delle emissioni di gas serra e all’innovazione tecnologica, che hanno lasciato il posto a una maggior resource intensiveness. Nell’elenco troviamo, ad esempio, litio, fosforo, cobalto, magnesio, bauxite, tungsteno, titanio, solamente l’Elio è stato rimosso dalla lista, in quanto la sua importanza strategica per l’Europa è diminuita.

Obiettivo della normativa europea sulle materie prime critiche è rafforzare le capacità dell’UE in questo settore lungo tutte le fasi della catena del valore. La normativa punta, inoltre, ad aumentare la resilienza, riducendo le dipendenze, aumentando la preparazione e promuovendo la sostenibilità e la circolarità della catena di approvvigionamento. La normativa individua un elenco di materie prime critiche e un elenco di materie prime strategiche essenziali per le tecnologie per la transizione verde e digitale, nonché per la difesa e lo spazio. Stabilisce inoltre parametri di riferimento per le capacità nazionali lungo la catena di approvvigionamento strategica delle materie prime da raggiungere entro il 2030: il 10% del fabbisogno annuale dell’UE sarà coperto con l’estrazione; il 40% con la trasformazione e il 15% con il riciclaggio. Non più del 65% del consumo annuo dell’UE di ciascuna materia prima strategica, in qualsiasi fase della lavorazione, dovrebbe provenire da un unico paese terzo.

Il 29 settembre 2020, la Commissione Europea ha lanciato l’European Raw Material Alliance (ERMA) a cui hanno già aderito 600 organizzazioni da 50 Paesi diversi, con il fine di garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime per la transizione verde dell’Europa. L’alleanza ha il compito di riunire diversi stakeholders, rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica dell’Unione, individuare gli ostacoli, le opportunità e le possibilità di investimento in tutte le fasi della catena del valore delle materie prime critiche, affrontando allo stesso tempo la sostenibilità ambientale e sociale. Le attività di ERMA si declinano in due linee di azione: Workstream 1: Processo di consultazione su specifiche catene del valore. Questa linea di azione si divide in due gruppi di lavoro, che sono incaricati di produrre piani di azione da sottoporre alla Commissione Europea. Cluster 1: terre rare e materiali per motori a magneti permanenti; Cluster 2: materie prime per la produzione e stoccaggio di energia. Workstream 2: Piattaforma di investimento, con lo scopo di sostenere finanziariamente progetti industriali nel settore minerario primario e secondario e rafforzare l’economia circolare di minerali industriali e metalli critici.

La relatrice Nicola Beer (Renew, DE) ha dichiarato: “La rotta verso la sovranità e la competitività europea è stata tracciata. Con una schiacciante maggioranza dei gruppi politici nel voto di oggi, il Parlamento europeo ha chiarito la sua posizione sulla sicurezza europea degli approvvigionamenti e ha dato un forte mandato per i negoziati con il Consiglio e la Commissione. L’attenzione si concentra sulla riduzione della burocrazia, su processi di approvazione rapidi e semplici, su una spinta alla ricerca e all’innovazione lungo l’intera catena del valore, nonché su incentivi economici mirati per gli investitori privati in vista della produzione e del riciclaggio europei. Allo stesso tempo, per diversificare, il Parlamento europeo si sta concentrando sulla costruzione di partenariati strategici con Paesi terzi: chiari vantaggi per l’economia, la società e l’ambiente locali, che rendono l’UE un partner attraente nella competizione geopolitica. Ora il Parlamento europeo spingerà, nei negoziati, per portare la legislazione al traguardo entro Natale. Contiamo sul fatto che l’urgenza e l’importanza di un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime sia una preoccupazione tanto per gli Stati membri quanto per noi, rappresentanti del popolo“.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "Materie prime critiche, la normativa UE"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*