Lo scandalo Watergate

Da un sassolino possono nascere valanghe dall’enorme portata distruttiva. Lo Scandalo Watergate era probabilmente nella sua fase embrionale, le indagini erano in corso e, forse, era ancora possibile tenerlo sottotono ma, il 16 luglio 1973, esattamente mezzo secolo fa, Alexander P. Butterfield, un alto funzionario dell’amministrazione Nixon, rivelò di avere installato un sistema di registrazione segreta nella Sala Ovale e in altri uffici della Casa Bianca.

La rivelazione di Butterfield fu una svolta cruciale nelle indagini sullo scandalo Watergate perché fornì la prova diretta che le conversazioni nella Sala Ovale erano state registrate. Questo sollevò l’interesse del procuratore speciale Archibald Cox, che richiese l’accesso alle registrazioni come prova fondamentale per le indagini.

Tutto era iniziato il 17 giugno 1972, quando cinque uomini furono arrestati mentre cercavano di infiltrarsi nella sede del Partito Democratico presso il complesso Watergate a Washington, D.C. Questi uomini facevano parte di un’operazione di spionaggio politico organizzata dal Comitato per la rielezione del presidente Nixon (CRP), noto anche come Comitato Nixon.

Inizialmente, il furto sembrava essere solo un incidente isolato, ma le indagini successive collegarono gli intrusi al Comitato Nixon e sollevarono sospetti di un coinvolgimento più ampio all’interno dell’amministrazione del Presidente mentre stava preparando la sua rielezione.

I giornalisti del “Washington Post”, Carl Bernstein e Bob Woodward, iniziarono ad indagare sul caso e a scoprire un’intensa rete di attività illegali e di copertura che coinvolgeva la Casa Bianca, l’amministrazione Nixon e il CRP. Le indagini rivelarono che l’amministrazione Nixon aveva creato una “squadra di spionaggio” chiamata “Plumbers” (idraulici) per indagare sui propri oppositori politici, in particolare i Democratici. Questa squadra si occupava di attività illegali, come spionaggio, violazioni di privacy e sabotaggi.

Dalle rivelazioni di Butterfield emerse poi come l’amministrazione Nixon avesse anche registrato segretamente le conversazioni nella Sala Ovale e in altri uffici della Casa Bianca, creando un sistema non a caso definito “Sistema di registrazione dei nastri di Nixon”. Questi nastri avrebbero svolto un ruolo cruciale nelle successive indagini.

Nel corso delle indagini, emersero prove che Nixon aveva cercato di coprire il coinvolgimento della sua amministrazione nel furto del Watergate. Ci furono pagamenti di tangenti, distruzione di prove, intimidazioni dei testimoni e anche forme di abuso di potere per ostacolare le indagini.

Tuttavia, quando Cox richiese i nastri di registrazione della Casa Bianca, Nixon ordinò al procuratore generale Elliot Richardson di rimuoverlo dal suo incarico. Richardson preferì dimettersi invece di eseguire l’ordine che, in seguito, venne dato da uno dei sostituti Robert Bork dopo che anche il successore diretto di Richardson non aveva eseguito l’ordine presidenziale.

Questo evento, noto come “Sabato del Massacro”, scatenò un’ondata di indignazione pubblica e portò alla richiesta di impeachment del presidente Nixon. Dopo una lunga battaglia legale, la Corte Suprema stabilì che Nixon dovesse consegnare i nastri di registrazione.

Il nuovo procuratore speciale per il caso Watergate, Leon Jaworski, riuscì nella battaglia iniziata dai suoi predecessori. I nastri rivelarono prove determinanti in ordine al coinvolgimento di Nixon nello scandalo Watergate. Di fronte a una possibile messa in stato d’accusa e alla prospettiva di un processo per impeachment, Nixon decise di dimettersi dalla presidenza il 9 agosto 1974 in favore del suo vicepresidente Gerald Ford.

Lo scandalo Watergate rappresentò un momento sconvolgente nella storia degli Stati Uniti, mettendo in luce gli abusi di potere e la corruzione all’interno dell’amministrazione presidenziale e portando a una maggiore vigilanza nei confronti dei politici e delle istituzioni governative.

Ford è, ad oggi, l’unico presidente americano a non essere passato dalle urne in quanto Nixon lo aveva nominato suo vice a seguito delle dimissioni del vicepresidente effettivo Spiro Agnew.

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