Rifiuti elettronici, smaltimento e riuso nella UE

Se si continuano a sfruttare le risorse allo stesso ritmo di oggi, entro il 2050 ci sarà bisogno delle risorse di tre pianeti. Le risorse limitate e i cambiamenti climatici rendono necessario il passaggio da una società del tipo “produzione-consumo-scarto” di una volta ad un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. I rifiuti elettronici sono una delle categorie di rifiuti in rapida crescita nell’UE, ma meno del 40% di essi viene riciclato. I dispositivi elettronici e le apparecchiature elettriche sono il simbolo della modernità, oggetti come la lavatrice, l’aspirapolvere, smartphone, computer, sono presenti in tutte le case e di uso e possesso comune. Ma i rifiuti elettronici ed elettrici che producono sono diventati un ostacolo agli sforzi dell’UE per ridurre la propria impronta ecologica, trasformandosi in una varietà di prodotti diversi che vengono gettati dopo essere stati utilizzati per un breve o lungo periodo. In linea con l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 previsto dal Green Deal.

Nel marzo 2020 la Commissione europea ha proposto il primo pacchetto di misure per accelerare la transizione verso un’economica circolare, come annunciato nel Piano d’azione per l’economia circolare. A febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Sono anche incluse norme più severe sul riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali. Per quanto riguarda i rifiuti elettronici, il Parlamento europeo vuole promuovere una vita più lunga per i prodotti attraverso il loro riutilizzo e riparazione.

I grandi elettrodomestici, come le lavatrici e le stufe elettriche, sono tra i rifiuti più raccolti e rappresentano oltre la metà di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici raccolti. Le apparecchiature informatiche e di telecomunicazione (computer portatili, stampanti), le apparecchiature di consumo (videocamere, lampade fluorescenti) e i pannelli fotovoltaici nonché i piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, tostapane). Tutte le altre categorie, come gli attrezzi elettrici e i dispositivi medici, rappresentano in totale il 7,2% dei rifiuti elettronici ed elettrici raccolti. Le pratiche di riciclo variano da uno stato membro all’altro: nel 2017 la Croazia ha riciclato l’81,3 % di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici, mentre a Malta la percentuale è stata del 20,8%. L’Italia ha registrato una percentuale del 32,1%. Nel 2020 sono stati raccolti 10,3kg di rifiuti elettrici ed elettronici per abitante nell’UE.

I dispositivi elettronici ed elettrici gettati contengono materiali potenzialmente nocivi che inquinano l’ambiente e aumentano i rischi per le persone addette al riciclo dei rifiuti elettronici; per tutelare la salute dei cittadini, l’UE ha adottato una normativa volta a impedire l’uso di determinate sostanze chimiche, come il piombo. Molti minerali rari che sono necessari per le moderne tecnologie provengono da paesi che non rispettano i diritti umani, per questo i deputati del Parlamento europeo hanno adottato norme che impongono agli importatori europei di terre rare di effettuare dei controlli sui precedenti personali dei loro fornitori; onde evitare di sostenere inconsapevolmente conflitti armati e violazioni dei diritti umani.

La proposta della Commissione Europea definisce specificamente obiettivi immediati quali il “diritto alla riparazione” e il miglioramento del riutilizzo in generale, l’introduzione di un caricabatterie universale e l’istituzione di un sistema di premi per incoraggiare il riciclo dell’elettronica. Entro la fine del 2024, l’USB di tipo C diverrà il caricatore standard per la maggior parte dei dispositivi elettronici nell’UE. Entro il 28 aprile 2026 invece, i laptop dovranno essere dotati di una porta USB Type-C. Nel marzo 2023, la Commissione europea ha presentato una nuova proposta per promuovere il c.d. “diritto alla riparazione”. Questo farebbe comprendere all’interno della garanzia legale, la riparazione dei prodotti da parte dei venditori, salvo che non sia più conveniente sostituirli. Questo garantirebbe anche il diritto a rendere le riparazioni più facili e convenienti.

Il relatore del Parlamento, Jan Huitema, (Renew Europe, Paesi Bassi) ha dichiarato in merito al piano della Commissione: “È importante affrontare il PAEC in maniera globale. I principi di circolarità devono essere applicati in tutte le fasi di una catena del valore per garantire il successo dell’economia circolare. Occorre prestare particolare attenzione al settore dei rifiuti elettronici, visto che il tasso di riciclo è in ritardo rispetto a quello di produzione. Nel 2017 il mondo ha prodotto 44,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici di cui solo il 20% è stato riciclato correttamente. Il PAEC potrebbe contribuire alla ripresa economica e stimolare nuovi modelli aziendali innovativi genererà a sua volta la nuova crescita economica e le nuove opportunità di lavoro che l’Europa avrà bisogno di ripristinare“.

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