Cronache britanniche

Londra – Negli ultimi tempi nel Regno Unito si è tornati a far crescente riferimento alla Rivoluzione Industriale, con i nostalgici di quest’epoca in netta crescita. Il motivo è semplice: lo switch al terziario avanzato e all’industria dei servizi ha registrato un aumento importante nell’ultimo ventennio, con picchi che non si vedevano dal 1997. Uno studio condotto da Markit evidenzia che il settore ormai rappresenta il 75% dell’intera economia britannica, un vero catalizzatore di risorse sia finanziare che di capitale umano. La crescita vertiginosa di questo settore ha però storicamente frenato lo sviluppo del manifatturiero, che però negli ultimi mesi ha registrato anch’esso un incremento importante, con record mai raggiunti negli ultimi ventidue anni. Questo rapido sviluppo ha però messo in luce la carenza del settore nell’attrarre le risorse umane necessarie.

Infatti, nel Regno Unito la percentuale di studenti che si avvicina alle materie scientifiche è relativamente molto più bassa rispetto alle altre economie avanzate. Secondo John Perkins, consigliere governativo del dipartimento di Business e Innovazione, c’è un sostanziale gap tra l’offerta e la crescente domanda di ingegneri da parte del mercato. La commissione Lavoro avverte che un’importante skills shortage di settore potrebbe frenare la rapida crescita dell’economia. In particolare, Stephen Wright, managing director di Thorite, rileva l’assenza negli ultimi vent’anni di un’adeguata strategia rivolta all’apprendistato.

Certamente, i dati preoccupanti per il governo, sono invece un richiamo per molti ingegneri del Sud Europa che faticano a trovare impiego nel loro Paese. Attualmente il 20% della forza lavoro nei settori aerospaziale e automobilistico è già di provenienza straniera, ma la domanda è in netto aumento. Di fatto, ciò potrebbe rappresentare un’opportunità rilevante per i nostri ingegneri, considerati tra i più bravi e preparati al mondo.

Senza dubbio il settore manifatturiero a livello globale sta mutando notevolmente le sue dinamiche, ma mantiene sempre un ruolo centrale nell’economia assorbendo un 16% del prodotto interno lordo mondiale. Il manifatturiero è, infatti, un volano per la crescita dei paesi emergenti, mentre nei paesi avanzati continua a essere fondamentale per l’innovazione, la ricerca e la competitività.  Lo sanno bene alla CBI (Confederation of British Industry) da dove hanno lanciato l’ultimo avvertimento in ordine di tempo sulla necessità di colmare al più presto questa lacuna del mercato. Il rischio di un’improvvisa decelerazione della crescita economica è quindi alle porte se il Regno Unito non riuscirà a porre rimedio a un problema che sembra davvero paradossale per quella che era una volta considerata la più grossa potenza industriale.

©Futuro Europa®

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