Green Deal, nuovi obiettivi UE

L’UE vanta 182 milioni di ettari di foresta, che coprono il 43,5% della sua superficie, anche se con notevoli differenze tra stato e stato, passando dal 10% di Malta al quasi 70% della Finlandia. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti dal green deal, le foreste dell’UE ne rappresentano un tassello importante, in quanto assorbono l’equivalente del 7% delle emissioni totali di gas serra prodotti nell’IUE ogni anno. Le foreste sono indispensabili all’ecosistema, proteggono il suolo dall’erosione e sono parte integrante del ciclo dell’acqua, fornendo l’habitat naturale a molte specie viventi e regolando il clima locale. La revisione delle norme sull’uso del suolo e sulla silvicoltura fa parte del pacchetto “Pronti per il 55” che mira a raggiungere l’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, come stabilito dalla Legge sul Clima.

Le foreste svolgono un ruolo cruciale nel catturare l’anidride carbonica dall’atmosfera che altrimenti finirebbe per contribuire al riscaldamento globale; il 70% delle aree forestali si trova in sette paesi: Italia, Finlandia, Francia, Germania, Polonia, Spagna e Svezia. Proprio per sfruttare queste proprietà l’UE ha lanciato molte iniziative per la riduzione delle emissioni e attualmente è al lavoro su alcune norme per aumentare i suoi pozzi di assorbimento del carbonio. Nel marzo 2023, il Parlamento ha approvato la revisione del regolamento sull’uso del suolo, sul cambiamento di uso del suolo e sulla silvicoltura (LULUCF), che mira a incrementare del 15% i pozzi naturali di assorbimento del carbonio nell’UE entro il 2030. Le norme devono ancora essere approvate formalmente dal Consiglio.

LULUCF è l’acronimo dell’espressione inglese Land Use, Land Use Change and Forestry, in italiano Uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura. Riguarda le terre forestali e agricole e le terre il cui uso è cambiato da o verso uno di questi due utilizzi. Si tratta di un settore che può emettere gas serra ma anche ridurre il biossido di carbonio (CO2 o anidride carbonica) presente nell’atmosfera. Le emissioni di CO2 derivano dal cambiamento nell’uso del suolo – da foresta a terreno arabile, ad esempio- dalla deforestazione e dall’agricoltura. La riduzione deriva dal fatto che le foreste attraverso la fotosintesi assorbono anidride carbonica. Le foreste nell’UE assorbono l’equivalente dell’8,9% di tutti i gas serra emessi ogni anno. I piani rivisti riguardano l’uso del suolo, il cambiamento dell’uso del suolo e il settore forestale, che copre principalmente i terreni forestali e agricoli, nonché i terreni il cui uso è cambiato a, o da, uno di questi usi. Questo settore emette gas serra attraverso i cambiamenti nell’uso del suolo, specialmente quando le foreste vengono utilizzate per qualcos’altro come i seminativi, quando gli alberi vengono tagliati o a causa del bestiame sui terreni agricoli. Con le nuove norme, i pozzi di carbonio naturali dell’UE aumenteranno con il ripristino delle zone umide e delle torbiere, piantando nuove foreste e fermando la deforestazione.

Entro il 2030, questo dovrebbe tradursi in una riduzione di emissioni UE del 57%, ovvero una quota addirittura maggiore rispetto al 55% precedentemente fissato. Tali misure puntano inoltre a rimuovere l’equivalente di almeno 310 milioni di tonnellate di CO2. Già 2026, i paesi dell’UE avranno obiettivi nazionali vincolanti in vista del 2030 per gli assorbimenti e le emissioni da LULUCF, sulla base dei recenti livelli di assorbimento e del potenziale per ulteriori assorbimenti. Le norme garantiscono inoltre un migliore monitoraggio e una maggiore flessibilità per gli Stati membri, compresa la compensazione se sono stati colpiti da disturbi naturali come incendi boschivi, parassiti o tempeste e la possibilità di utilizzare i crediti LULUCF per compensare le emissioni dei settori nel regolamento sulla condivisione degli sforzi.

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