Meloni e Macron

Dopo cinque mesi di gelo, il Presidente francese Macron e il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni si sono alla fine incontrati, a Bruxelles, dopo il Consiglio Europeo.

Non deve essere stato un faccia a faccia formale, se è durato un’ora e venti minuti. Il fatto è che, al di là dei malumori passeggeri, tra Italia e Francia il rapporto è veramente “strategico”. I due Paesi non sono solo geograficamente e culturalmente vicini, ma strettamente uniti da legami economici e difensivi. Solo insieme possono far prevalere nell’UE interessi e punti di vista comuni. Non solo sull’immigrazione, ma in materia di industria difensiva e aerospaziale e sulla linea verso la Russia di Putin.

Bisogna riconoscere che i malumori erano stati provocati soprattutto da parte francese, con le critiche all’accoglienza di una nave ONG, poi con l’esclusione dell’Italia dal vertice a tre sull’Ucraina. Giorgia Meloni, da parte sua, doveva far dimenticare il suo appoggio a Marine Le Pen. Scegliendo di mettere da parte i dissapori, tutti e due hanno mostrato qualità di statisti.

Ora, ai tanti motivi di interesse comune, si unisce la preoccupazione per la esplosiva situazione della Tunisia, un Paese nel quale Roma e Parigi possono e devono lavorare insieme.

Cosa si siano detti i due leader non lo sappiamo. Il solo commento, positivo, è venuto da Macron. Da fanatico della diplomazia, specie di quella discreta, mi auguro che l’incontro porti i suoi frutti.

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