MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): Atlantide 2017 – 2023. La mostra, a cura di Lorenzo Balbi e aperta al pubblico sino a 7 maggio, è un main project di ART CITY Bologna 2023, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera. Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come una “esplosione” del film Atlantide, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all’interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione. In un’atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra. Con l’occasione abbiamo intervistato il regista Yuri Ancarani.
Buongiorno Yuri, piacere di conoscerci, un film potente e una presentazione esplosiva qui per Art City Bologna, ma come nasce la passione e si diventa registi?
Grazie, innanzitutto io sono un videomaker di formazione, regista lo sono diventato quasi “per caso”. Tutto è iniziato a 8 anni quando mia madre mi regalò la mia prima videocamera, una Sony Handycam; ora uso degli strumenti molto più tecnologici, ma con lo stesso approccio di avere la telecamera in mano.
Nel caso di Atlantide 2017-2023 sei il regista.
Sono il regista del film e anche l’artista della mostra.
Il film è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia nel 2021 per la rassegna Orizzonti, un primo riconoscimento di grande valore.
Sì, è vero. Devo aggiungere che i festival mi hanno dato la possibilità di girare il mondo, sono felicissimo del supporto che mi hanno dato manifestazioni come Venezia, Locarno e via dicendo.
Perché hai scelto proprio Venezia come luogo per Atlantide 2017-2023?
Atlantide raccoglie in sé tante storie mitologiche, tra cui quella che sia stata fondata perché la società si era persa nei propri piaceri e debolezze. Ho deciso per Venezia seguendo la mia idea di raccontare i problemi della società odierna, stando vicino a casa, visto che io sono di Ravenna è stato naturale volgersi verso la laguna. I miei film precedenti li avevo realizzati uno nel Golfo Persico e il successivo ad Haiti, dopo avere girato il mondo mi sono chiesto se non fosse possibile raccontare qualcosa che è vicino a dove vivo, oltre essere la città più bella del mondo.
Atlantide è scomparsa sommersa dalle acque, speriamo che Venezia non segua la stessa sorte.
Auguriamoci che l’occidente non faccia come Atlantide e finisca per scomparire.
La Venezia che hai portato sullo schermo è molto diversa da quella che vive nell’immaginario collettivo, fatta di turismo, feste, maschere di carnevale.
Noi siamo abituati a vedere la rappresentazione della realtà, in questo caso Venezia è un simbolo perfetto di tutto questo. Noi vediamo la realtà come in un cliché, questa che ho rappresentato è la Venezia dei veneziani, vista in purezza attraverso gli occhi degli adolescenti.
C’è anche la particolarità di un film che è nato prima della sceneggiatura, come ci ha illustrato Lorenzo Balbi, il contrario di quello che è il percorso normale di un film.
Sai, gli artisti sono bizzarri, fanno cose strane, contradditorie. Il film è nato in divenire, man mano che scoprivamo verità e fatti di cronaca, personaggi giovanissimi che abbiamo rappresentato. Quando poi siamo arrivati a dargli forma, il film aveva una sceneggiatura. E’ un progetto retroattivo, abbiamo scritto la sceneggiatura dopo il film.
L’installazione qui al MAMbo non è certo la classica presentazione di una pellicola cinematografica, rispecchia i numeri altisonanti letti da Balbi in conferenza stampa. Tante sale con tanti schermi e immagini che colpiscono forte.
Sono stati montati 17 videowall, tieni presente che con Tik Tok siamo abituati a vedere 10 video in 15 secondi, oramai siamo bombardati da immagini, ma spesso insignificanti. Qui abbiamo immagini con un forte contenuto simbolico.
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