Verso batterie più etiche e sostenibili?

Secondo le attuali previsioni, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici a emissioni zero immessi sulle strade dell’UE, questo comporta il problema dell’impatto ambientale delle batterie. A tal proposito, il Parlamento europeo ha lavorato all’aggiornamento della Direttiva sulle batterie, chiedendo l’introduzione di una nuova categoria di batterie, quelle utilizzate per alimentare i “mezzi di trasporto leggeri” come biciclette o scooter elettrici, a causa del loro crescente utilizzo. Questa nuova categoria andrebbe ad affiancarsi alle classi di batterie portatili già esistenti, come quelle automobilistiche e quelle industriali. La transizione digitale verso la mobilità elettrica fa prevedere che entro il 2030, la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e che il fabbisogno per l’UE potrebbe rappresentare il 17% della domanda totale. Nel 2019, il 51% delle batterie portatili vendute nell’UE è stato raccolto per essere riciclato. A causa della presenza di diversi metalli e composti utilizzati in fase di produzione, i relativi processi di riciclo possono variare a seconda del tipo di batteria. Con le nuove regole per le batterie portatili verranno inseriti obiettivi più stringenti per la loro raccolta (45% entro il 2023, 63% entro il 2027 e 73% entro il 2030) e, per l’appunto, includendo le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (51% entro il 2028, 61% entro il 2031). Il nuovo quadro normativo prescrive inoltre l’obbligo di raccolta gratuita per gli utenti finali di tutti i rifiuti prodotti da mezzi di trasporto leggeri, batterie per autoveicoli, veicoli industriali e veicoli elettrici, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine. Secondo le nuove regole, i livelli minimi di cobalto recuperato (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) dai rifiuti di produzione e di consumo devono essere riutilizzati nelle nuove batterie.

Si vuole perseguire l’obiettivo finale che le batterie possano essere riutilizzate o riciclate a termine vita. Le proposte sono confluite nella relazione sulle batterie e sui rifiuti di batterie a cura del relatore Achille Variati (S&D, IT), adottata dal Parlamento il 10 marzo 2022. Tale relazione, si propone di regolamentare l’intero ciclo di vita del prodotto partendo dalla fase di progettazione e finendo al riciclo in nuovi prodotti. La produzione di batterie dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche e in particolar modo quelle di cobalto, litio, nichel e manganese, dei metalli ad impatto ambientale e sociale molto elevato. Per contrastare la violazione dei diritti umani connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche, gli eurodeputati sostengono l’introduzione di un obbligo di diligenza per i produttori. Secondo il testo, i produttori dovrebbero essere tenuti a rispettare standard di gestione dei rischi sociali ed ambientali, legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio di materie prime e materie prime secondarie. In base alle nuove norme, tutti gli operatori economici che immetteranno batterie sul mercato dell’UE, ad eccezione delle PMI, saranno tenuti a sviluppare e attuare questa politica di dovuta diligenza. Le nuove norme prescrivono una più facile rimozione o sostituzione delle batterie, fornendo informazioni più accurate ai consumatori. Le batterie portatili negli apparecchi dovrebbero essere progettate in modo tale che gli utenti possano rimuoverle e sostituirle facilmente. Questo requisito diventerà obbligatorio tre anni e mezzo dopo l’entrata in vigore delle norme. Verranno fornite maggiori informazioni sulla capacità, le prestazioni, la durata, la composizione chimica, nonché il simbolo di “raccolta differenziata” delle batterie.

Questa proposta si ricollega al piano d’azione UE per l’economia circolare e alla strategia industriale dell’UE, e il 9 dicembre Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio per rivedere le norme sulle batterie per tener conto degli sviluppi tecnologici e delle sfide future. Una volta approvate formalmente da entrambe le istituzioni, le nuove regole entreranno direttamente in vigore e le batterie dovranno disporre di un’etichetta indicante la propria impronta di carbonio, rendendo più trasparente l’impatto ambientale di ogni batteria. Questo sarà obbligatorio per le batterie dei veicoli elettrici (EV), le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (LMT) e le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh. Servirà inoltre a regolamentare l’intero ciclo di vita delle batterie e al tempo stesso a garantire che le nuove batterie contengano livelli minimi di determinate materie prime.

Non è sufficiente che si usi l’elettricità per la mobilità, ma che questa sia prodotta con energie rinnovabili e non fossili, per evitare di spostare semplicemente il problema dell’inquinamento. La quota di energia proveniente da fonti rinnovabili è quasi raddoppiata negli ultimi anni, dal 9.6% nel 2004 al 22.1% nel 2016. Questo significa che l’Unione europea è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo che si è fissata: entro il 2020 la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili deve arrivare almeno al 20%. Secondo le norme attuali la quota di energie rinnovabili entro il 2030 dovrebbe essere pari almeno del 32%. Questo obiettivo è in fase di revisione e a settembre 2022 il Parlamento europeo ha chiesto l’aumento al 45%. I paesi UE hanno già trovato un accordo per spostare l’obiettivo della quota di energie rinnovabili al 27% entro il 2030. Per i colegislatori dell’UE questo obiettivo non era abbastanza ambizioso, con le nuove norme approvate dal Parlamento la quota è stata spostata al 32%. In questo modo si ampliano i diritti dei cittadini a produrre, stoccare e consumare l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili, senza costi aggiuntivi o tasse.

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