Scandalo di Natale

L’affare di corruzione scoperto a Bruxelles è una brutta e sporca faccenda. Che due o tre membri, attuali o passati, del Parlamento Europeo abbiano preso molti soldi da governi stranieri per avanzarne gli interessi nel PE è certamente grave: grave da parte di eletti dal popolo per proteggere gli interessi, e grave perché avvenuto dietro la facciata di ONG suppostamente umanitarie.

Per fortuna la Magistratura e le Forze dell’Ordine belghe hanno scoperto tutto e agito tempestivamente, identificando i responsabili e giungendo ad arrestare perfino una Vicepresidente del Parlamento ed altri presi con le caratteristiche mani nel sacco. Saranno i tribunali a confermare la loro colpevolezza o a dichiarare la loro innocenza. Intanto, passeranno Natale nelle prigioni belghe, che non sono rose e fiori.

Detto questo, guardiamoci dal generalizzare e fare di ogni erba un fascio. La tendenza a farlo è propria di una stampa approssimativa e sensazionalista e, naturalmente, del pianto di coccodrillo di politicanti che hanno le loro magagne da far dimenticare.

Evitiamo quindi di demonizzare la sinistra e in particolare il PD, che è fatto per lo più da persone perbene. Evitiamo di demonizzare a priori tutte le ONG, anche se su alcune di esse c’è certamente da dire. E, soprattutto, evitiamo di condannare un’istituzione importante per la democrazia come il Parlamento Europeo. Non dimentichiamo che lo compongono più di 700 membri. Due o tre mele marce, se esistono, vanno ovviamente espulse e bene ha fatto la Presidente Metsola ad agire con mano dura. Ma l’istituzione è sana e va difesa.

L’occasione era troppo bella per quattro politicanti di ventura per “mettersi in tasca” l’intera Europa e le sue istituzioni, proprio quando ci accorgiamo ogni giorno di più che sono essenziali per la nostra sicurezza economica. Non prestiamoci al loro gioco!

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