L’immensità (Film, 2022)

Emanuele Crialese (Roma, 1965) è un regista atipico nel quadro del cinema italiano contemporaneo, così singolare che non pare neppure un autore italiano. Ed è un complimento. Sarà perché si è laureato alla New York University, il suo apprendistato l’ha fatto negli States e ha cominciato a lavorare con produzioni finanziate in America (Once Were Strangers). I suoi lavori sono una manciata di titoli, realizzati con grande cura tecnica, solo quando aveva qualcosa da dire, tra questi Respiro (2002) e Nuovomondo (2006), considerati soprattutto in Francia, mentre Terraferma (2011) viene apprezzato anche in Italia, soprattutto a Venezia. È un vero peccato che un regista così dotato abbia girato appena cinque film, attendendo ben undici anni dopo Terraferma, prima di scrivere e girare l’opera della vita, quella più personale: L’immensità.

Il film è una pubblica confessione, grazie a una storia molto realistica e ad attori piuttosto bravi, racconta infanzia e adolescenza, la sua nascita in un corpo da bambina e il desiderio di esprimere la vera essenza maschile. L’immensità è ambientato benissimo (scenografia e costumi perfetti!) in una Roma anni Settanta, all’interno di una famiglia alto borghese composta dalla spagnola Clara (Cruz) e dal siciliano Felice (Amato) genitori di tre figli, due femmine e un maschio. Il rapporto di coppia va in crisi per i ripetuti tradimenti del marito, inoltre la figlia più grande (Giuliani) rifiuta il nome di Adriana e si fa chiamare Andrea, perché non accetta un corpo che non sente suo.

Presentato a Venezia e candidato al Leone d’Oro, il film è un gioiello di tecnica registica, fotografato magnificamente, dotato di una straordinaria colonna sonora composta di stupendi pezzi d’epoca, in certi casi sceneggiati come piccoli inseriti musicali in bianco e nero. Crialese sfoggia una classe sopraffina a base di ispirati piani sequenza e di spaccati d’epoca non certo banali, riprese insolite, soluzioni narrative originali, basate su immagini evocative, lunghi silenzi e panoramiche struggenti. Se proprio vogliamo trovare difetti al film di Crialese vanno cercati nella sceneggiatura e nei dialoghi, a volte troppo impostati, e nella caratterizzazione dei personaggi che a tratti sono monodimensionali. Dobbiamo tenere conto, però, che tutta la storia è narrata dal punto di vista di Adriana/Andrea, in prima persona, da una ragazza in crisi con un corpo biologico che non riconosce, quindi condizionata dal modo di pensare di un adolescente.

Penelope Cruz è bravissima, ma non scopriamo niente, come madre un po’ folle, quindi depressa, sempre molto bella e innamorata dei propri figli. Una vera rivelazione Luana Giuliani nei panni di Adriana/Andrea, espressiva e ben calata nel ruolo, così come sono bravi (e ben diretti) gli altri bambini impiegati dal regista. Emanuele Crialese è un regista di scuola almodovariana, in certi passaggi pare quasi citare il Maestro, persino nella felice scelta musicale; il nostro autore dà il meglio di sé quando opta per dare un taglio surreale alla pellicola, abbandonando dialoghi e situazioni didascaliche.

L’immensità è un film coraggioso e importante, che rappresenta un momento felice del cinema italiano. Assolutamente da vedere, meglio se al cinema, per apprezzarlo fino in fondo.

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Regia: Emanuele Crialese. Soggetto: Emanuele Crialese. Sceneggiatura: Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni. Fotografia: Gergely Poharnok. Montaggio: Clelio Benevento. Scenografia: Dimitri Capuani. Costumi: Massimo Cantini Parrini. Case di Produzione: Warner Bros Entertainment Italia, Wildside, Chapter 2, Pathè, France 3 Cinema. Distribuzione in italiano: Warner Bros. Lingua Originale: Italiano. Produzione: Italia, Francia. Anno: 2022. Durata: 97’. Genere: Drammatico. Interpreti: Penélope Cruz (Clara Borghetti), Luana Giuliani (Adriana/Andrea), Vincenzo Amato (Felice Borghetti), Elena Arvigo (Patrizia), Maria Chiara Goretti (Diana), Patrizio Francioni (Gino), Carlo Gallo (Alberto), Penelope Nieto Conti (Sara), Laura Nardi (Serena), Valentina Cenni (Giuseppina), Alvia Reale (nonna), Aurora Quattrocchi (madre di Clara), India Santelia (ragazza incinta con 12 figli), Filippo Pucillo (Andrea), Francesco Casisa (molestatore).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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