Statista dell’anno

Mario Draghi è stato premiato a New York come statista dell’anno. È un riconoscimento più che meritato, considerando non solo il suo ruolo di leadership al governo ma anche il suo passato alla BCE.

Il suo discorso di ringraziamento è stato sobrio, com’è lui, ma di altissimo contenuto, tutto centrato sulla difesa della democrazia e dei diritti umani contro le autocrazie e la barbarie.

Leggendolo, ho ancora di più rimpianto la scelleratezza di chi ha fatto cadere il suo governo prima del termine naturale: il livoroso Giuseppe Conte, soprattutto (Salvini e Berlusconi ne hanno subito profittato, ma da loro c’era da aspettarselo). Risento questo come un vero furto ai danni del Paese, che aveva trovato finalmente un leader, non solo integro e competente, ma interamente devoto al servizio dello Stato, che aveva rimesso l’Italia tra i protagonisti della politica europea e mondiale, dandoci un prestigio mai avuto prima, Purtroppo, temo che lo rimpiangeremo a lungo, se guardiamo agli ometti che di disputano il potere, tra una dichiarazione e una smentita.

Per lui e per noi, mi auguro che la sua parabola non termini qui. Potrà prima o poi diventare senatore a vita, ma non basta, un talento come il suo deve essere utilizzato, magari a quei vertici europei che tra un po’ dovranno essere rinnovati.

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