Italia delle Regioni

Strategia Nazionale Aree interne: dalle Regioni via libera al riparto di 172 milioni di euro. “Mercoledì 27 luglio abbiamo preso una decisione che consente un’accelerazione della Strategia nazionale per le Aree Interne con un miglioramento della governance ed un riparto finanziario di 172 milioni di euro destinati al finanziamento di 43 nuove aree interne”, lo ha annunciato il Presidente del Molise, Donato Toma, che ha presieduto la Conferenza delle Regioni.

La strategia nazionale aree interne (adottata in forma sperimentale con l’Accordo di partenariato 2014-2020) “è uno strumento utile – ha spiegato il Presidente del Molise – per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo attraverso i fondi europei e i fondi statali attribuiti dalla Legge di stabilità”. “La Conferenza delle Regioni nei giorni scorsi ha contribuito, con un serie di proposte, a migliorare il testo della Strategia per cui oggi esprimiamo un parere favorevole, ma abbiamo chiesto al Governo di integrare le risorse per la copertura integrativa degli oneri relativi al finanziamento delle “terze aree” proposte dalle Regioni.  E proprio per individuare criteri e risorse necessarie – ha concluso Toma – abbiamo proposto di istituire urgentemente un tavolo tecnico composto dal Coordinatore e Coordinatore vicario tecnico della Commissione Affari Europei e Internazionali e dalle Regioni che ne dovessero fare richiesta”.

Per il Coordinatore della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni, Gaetano Armao, siamo di fronte al risultato di “un proficuo confronto tra le Regioni ed il Ministro Carfagna che ha consentito di estendere e rafforzare la strategia delle aree interne puntando a contrastare la desertificazione umana ed imprenditoriale e la marginalità”. Per il vicepresidente della Regione Siciliana si tratta di un “grande risultato per tutte le Regioni ed in particolare per quelle del Sud”.

I comuni italiani: Per le aree marginali bisogna invertire la rotta. Tutti i territori hanno pari dignità. “Dopo quasi due anni e mezzo di pandemia, lo sforzo che sta facendo il nostro Paese è rivolto non solo a riparare gli argini per assicurare una convivenza civile e sicura, ma è proteso a ricostruire su più solide basi l’intero ordinamento economico e sociale nazionale”. Così Alessandro Canelli, delegato alla finanza locale Anci e presidente di Ifel durante la presentazione del volume, di Rubettino editore, L’altra faccia della luna. Comuni ai margini tra quotidianità e futuro organizzato da Ifel alla presenza dei curatori dell’opera Francesco Monaco e Walter Tortorella.

“Dal punto di vista economico e sociale le crisi in atto, la guerra in Ucraina non da ultima, hanno il volto delle gravi disparità di reddito e di accesso ai diritti di cittadinanza – ha precisato il sindaco di Novara – che continuano a registrarsi, acuendosi, fra le diverse aree del nostro Paese: non solo fra Nord e Sud, ma fra aree interne e poli di erogazione di servizi, centri urbani e periferie marginalizzate, territori deindustrializzati e campagne spopolate, donne ed uomini, vecchie e giovani generazioni. Il processo in corso non riguarda soltanto piccoli comuni e aree montane, ma anche le città, in particolare le loro aree periferiche”.

Durante la presentazione Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, ha raccontato la sua esperienza sia come parlamentare che ha portato avanti la legge sui piccoli comuni fino all’approvazione sia come presidente della Fondazione. “Cosa i piccoli comuni possono fare per l’Italia è la domanda corretta, non il contrario – ha dichiarato Realacci – Dobbiamo scommettere sulla qualità dei nostri territori e dei nostri prodotti, passando per l’offerta turistica, come il lavoro fatto sui cammini”. Realacci ha inoltre ricordato che “uno degli obbiettivo che si è raggiunto con la legge sui Piccoli comuni che porta il mio nome è stato quello di interrompere la chiusura degli sportelli postali nei piccoli comuni costruendo un accordo importante con Poste italiane, intervento che oggi dovrebbe essere incentivato nei confronti della chiusura degli sportelli bancari come riportato oggi dalla stampa”.

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale Cittadinanzattiva, invece ha raccontato l’esperienza delle associazioni di volontario ponendo un problema di diritti nella sostenibilità e debolezza per alcune realtà locali nell’erogazione dei servizi ai cittadini. “L’impegno che in questi anni si è cercato di avere nelle aree marginali è stato quello di accorciare le differenze territoriali. Quelli che in alcune zone risultano essere diritti acquisiti per i cittadini per altre zone e territori più fragili e marginali sono diritti di cittadinanza che rischiamo di essere negati e determinano delle disuguaglianze importanti – ha dichiarato – La pandemia ha fatto venire fuori le fragilità che conosciamo ma facendone venir fuori nuove e nuovi bisogni. Ma la stessa pandemia ci ha mostrato il protagonismo delle piccole comunità: iniziative dedicate alle aree interne, legate ad esempio a telemedicina e farmacie di comunità, sono diventate ispiratrici anche per realtà più ampie. Attraverso la Snai stiamo cercando di rimettere l’attenzione sui servizi essenziali partendo dalla salute fino ad arrivare alla mobilità. Oggi siamo più consapevoli”.

Presenti i curatori dell’opera che è il frutto di un racconto a 28 voci sull’universo di migliaia di Comuni ai margini, fragili, interni, montani che fanno del nostro Paese un unicum per biodiversità e varietà territoriale.

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