Sansone è morto

Il summit W20 in Indonesia alle spalle, un futuro incerto di fronte. Francamente essere in un contesto internazionale e sapere di non avere più un governo è stato molto frustrante; ci ha molto preoccupato leggere varie dichiarazioni e inquietato leggerne altre. Una specie di fiera delle vanità dove tutti sono migliori di qualcuno e nessuno ha colpa di nulla. Ora queste elezioni autunnali che al momento sembrano sottotono ma non lo sono per nulla, cominciano a manifestare il demone di ogni partito, l’astensionismo.

La gente è stufa, delusa e non vota più. Ma così facendo aiuta le mezze tacche, quelli che hanno il solo scopo nella vita di sbarcare il lunario con la politica, senza avere minimamente a cuore altre sorti se non le proprie. Le mie colleghe indonesiane chiedevano preoccupate se anche la sicurezza del Paese fosse a rischio; le abbiamo rincuorate con lezioni di democrazia, raccontando la nostra Costituzione. E ci siamo rese conto di quanto fossimo fortunate. Eppure, questa crisi di Governo non ci voleva; quasi una ripicca, quasi “muoia Sansone con tutti i filistei”. Questo pensiero ha rovinato tante persone.

Ma poi, in sostanza, perché è caduto il governo? Di quello che è successo si è capito poco dall’inizio alla fine. Ho letto paragoni storici, qualcuno ha parlato di “effetto Sarajevo”. Il riferimento è all’attentato con cui, il 28 giugno 1914, il nazionalista jugoslavo Gavrilo Princip uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, innescando la Prima guerra mondiale. Comunque, la causa scatenante è stato il rifiuto dei Five Stars di votare la fiducia al governo sulla conversione in legge del decreto Aiuti, un provvedimento che contiene molte misure, tra cui quella che dà al sindaco di Roma Roberto Gualtieri i poteri per costruire un inceneritore. L’inceneritore no no no. Meglio la monnezza nelle strade. Loro duri e puri si sono opposti. La base storica (sigh) non lo vuole e Conte si vuole attenere a quella. Adesso, in soldoni qualunque sia stata la causa, certo è che non abbiamo un Governo che almeno per alcuni mesi ci ha portato a un livello internazionale di rilievo, guidato da una persona rispettata da tutti. Vorrei anche dire a chi invece Draghi lo ha odiato: chi avrebbe potuto fare meglio con una coalizione composta da partiti che avrebbero dovuto stare all’opposizione per motivi di DNA?

Adesso direi che dobbiamo pregare e andare a votare, votando il meno peggio. Turandosi il naso alla Montanelli.

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