Le frottole di Lavrov

Il Ministro degli Esteri sovietico (pardon! Volevo dire russo, ma lo stile è lo stesso), da buon servitore del padrone, si è inventata un’altra frottola: il nonno di Hitler era ebreo. La storia è vecchia, circola da un secolo e Lavrov l’ha rispolverata per puro fine di propaganda.

Che sia vera o no, non credo abbia la minima importanza: Hitler era un mostro, che ha annichiliato sei milioni di ebrei, questo è un fatto, il resto sono chiacchiere. Ma perché Lavrov ha ritirato fuori questa che, nel migliore dei casi, è un’ipotesi? Che c’entra con l’aggressione all’Ucraina? Nella mente malata dei cremlinesi c’entra. Mosca continua a sostenere che la guerra all’Ucraina risponde allo scopo di “denazificare” il Paese. Di fronte all’assurdità di una pretesa che va contro il fatto che Zelenskiy è di famiglia ebrea, decimata dai nazisti, ecco la frottola: anche Hitler era ebreo, e quindi dietro il nazismo ci sono gli ebrei, gli eterni capri espiatori delle sciagure mondiali, i colpevoli segreti di tutto quanto accade.

Il teorema “Hitler ebreo=Zelenskiy ebreo=Zelenskiy nazista” è così sballato che credo neppure Lavrov ci creda. Ma che importa? Tutto serve per la scellerata propaganda del Cremlino. Ci sarà sempre qualche compagnuccio di strada, nell’estrema destra, pronto a bersela, perché, ahimè, l’insensatezza umana non ha quasi limiti, e la storiella degli ebrei bevitori di sangue, omicidi di bambini, etc. etc. viene da molto lontano e ha trovato sostenitori nei Secoli IX e XX.

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