Governance Dati, nuova legge UE

Il 6 aprile scorso il Parlamento Europeo ha adottato la legge sulla Governance dei dati, i Big data (le grandi masse di dati, o in italiano megadati) svolgono un ruolo fondamentale nella trasformazione digitale dell’UE in quanto possono essere utilizzati nei più svariati settori, che spaziano dall’agricoltura alla salute e sono fondamentali per portare avanti il progetto dell’intelligenza artificiale. Il regolamento sulla governance dei dati darà un forte impulso all’innovazione e nuovi posti di lavoro, creando fiducia nella condivisione dei dati rendendola più sicura, più semplice e in linea con la legislazione sulla protezione dei dati. Tutto questo sarà possibile grazie a diverse tecniche come l’anonimizzazione dei dati, la condivisione dei dati e accordi legalmente vincolanti firmati dai riutilizzatori dei dati. Le nuove regole consentiranno un migliore utilizzo dei dati raccolti in alcune aree del settore pubblico. Serviranno inoltre a promuovere la creazione di spazi di dati europei per la condivisione di dati in settori chiave, come salute, ambiente, energia, mobilità, produzione industriale, servizi finanziari, pubblica amministrazione o aree tematiche come il Green Deal europeo. L’obiettivo delle nuove norme è quello di creare nuove regole sui mercati dei dati (piattaforme online in cui gli utenti possono acquistare o vendere dati), contribuendo ad aumentare la fiducia nei confronti dei nuovi intermediari e farli riconoscere come organizzatori di dati affidabili.

La società nel suo insieme beneficerà di politiche fondate sull’evidenza e soluzioni migliori volte a risolvere problemi quali il cambiamento climatico e la pandemia di COVID-19. Le aziende beneficeranno di una riduzione dei costi per l’acquisizione, l’integrazione e l’elaborazione dei dati e di minori ostacoli all’ingresso nei mercati. Il nuovo quadro normativo faciliterà sia le aziende che i privati, nonché le organizzazioni pubbliche che desiderano condividere i dati a vantaggio della società, data altruism (ovvero il consenso all’utilizzo dei dati con finalità altruistiche).

L’innovazione basata sui dati porterà vantaggi alle aziende e agli individui rendendo la vita dei cittadini europei e il mercato del lavoro più efficienti attraverso l’uso dei dati sanitari, andando a migliorare i trattamenti personalizzati, fornendo un’assistenza sanitaria migliore e aiutando a curare malattie rare o croniche, risparmiando circa 120 miliardi di euro all’anno nel settore sanitario dell’UE e fornendo una risposta più efficace e più rapida alla crisi sanitaria globale del COVID-19. L’uso dei dati sulla mobilità può fare risparmiare oltre 27 milioni di ore di tempo per gli utenti del trasporto pubblico e fino a 20 miliardi di euro all’anno di costo del lavoro degli automobilisti grazie alla navigazione in tempo reale. dati ambientali: combattere il cambiamento climatico, ridurre le emissioni di CO₂ e combattere le emergenze, come inondazioni e incendi. Nell’ambito dei dati agricoli è possibile agire sullo sviluppo dell’agricoltura di precisione, nuovi prodotti nel settore agroalimentare e nuovi servizi in genere nelle aree rurali. Nel campo dei dati della pubblica amministrazione si potranno fornire statistiche ufficiali migliori e più affidabili e contribuire a decisioni basate su fatti certi.

L’euro-deputata tedesca Angelika Niebler (EPP, DE), responsabile della relativa legislazione per il parlamento, ha dichiarato: “I dati hanno valore solo se sono aggregati, perfezionati e utilizzati nel modo giusto, alcune aziende non sanno nemmeno cosa si può fare con i dati relativi, ad esempio, alle loro macchine industriali. Attraverso una maggiore condivisione dei dati possono emergere nuovi modelli di business ed è possibile ottenere una maggiore efficienza o un miglioramento dei prodotti. Grazie alla nuova normativa sullo scambio di dati, le aziende potranno avere accesso ai dati a un costo inferiore e con meno barriere all’ingresso nel mercato. Questo garantirà inoltre, un consumo energetico più intelligente, in grado di aiutare a ridurre le emissioni e persino a consentire la personalizzazione dei medicinali. Le possibilità sono praticamente illimitate. La neutralità dei fornitori di servizi di intermediazione dati è fondamentale. Sappiamo dai sondaggi di Prymes che molte aziende sono riluttanti a condividere i dati perché temono che finiscano nelle mani sbagliate. Allo stesso modo, come cittadino, se condivido dati sanitari sensibili voglio essere sicuro che siano gestiti da un’organizzazione fidata che deve seguire determinate regole. Con la legge sulla governance dei dati, in particolare con il sistema di certificazione (…), possiamo stabilire mercati dei dati di cui le aziende e i cittadini possono fidarsi“.

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