Cronache dai Palazzi

“La pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi”. Citando Schuman il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si rivolge al Consiglio d’Europa di Strasburgo, l’organizzazione che difende i diritti umani e i valori fondamentali, “espressione dei Parlamenti di 46 Paesi membri, in rappresentanza di 700 milioni di cittadine e cittadini del nostro continente”.

“La pace non si impone da sola ma è il frutto della volontà degli uomini” e “garantire la sicurezza e la pace è responsabilità dell’intera comunità internazionale”, ha sottolineato il presidente Mattarella elogiato dal presidente dell’Assemblea di Strasburgo, Tinv Kox, per la “saggezza” del suo discorso. “La saggezza è qualcosa la cui esistenza va costantemente verificata”, ha saggiamente replicato il capo dello Stato che nel corso del suo intervento ha argomentato lo sforzo diplomatico in atto per poter giungere alla fine del conflitto. “La guerra è un mostro vorace, mai sazio – ha ammonito Mattarella -. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca”. Il capo dello Stato ha inoltre ribadito le responsabilità di questa guerra: “La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole”, e dal 16 marzo non fa più parte del Consiglio d’Europa. “Di fronte ad un’Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile”. Per il capo dello Stato la condizione di pace è il frutto di “una costruzione laboriosa”, e in questo contesto – come afferma Robert Schuman – “la pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”.

Il presidente Mattarella ha illustrato al Consiglio d’Europa anche una strada da seguire in prospettiva: la costruzione di “una sede internazionale che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di sviluppi positivi”, un Atto firmato da 35 Stati tra cui Usa e Urss, che fu un primo tentativo di distensione politica tra i due blocchi. In sostanza, il capo dello Stato ha sottolineato che “la sicurezza, la pace non può essere affidata a rapporti bilaterali, Mosca versus Kiev. Tanto più se questo avviene tra diseguali, tra Stati grandi e Stati più piccoli”.

Un conflitto che doveva essere di pochi giorni si sta invece perpetuando da oltre due mesi e per ripristinare la pace è necessario mettere in atto la “capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo, al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi di aggressione”. Al bando “imperialismo e neo-colonialismo” che “non hanno più diritto di esistere nel Terzo millennio”. La situazione che abbiamo di fronte riproduce “una visione tardo-ottocentesca, e poi stalinista”, mentre “non è più il tempo di Paesi che pretendano di dominare altri”. Per quanto riguarda le sanzioni, il capo dello Stato ha infine ribadito che l’Italia “è pronta ad eventuali altre sanzioni, senza alcuna esitazione”.

Nel prossimo mese di maggio la Commissione europea di Bruxelles pubblicherà un piano per ridurre i consumi di energia in Europa. Si tratta del cosiddetto pacchetto “RePower EU” che conterrà limiti al riscaldamento, all’aria condizionata, e addirittura per la velocità dei veicoli su strada. Tutto ciò per far fronte alla crisi energetica e al ridimensionamento delle forniture di gas russo. Per quanto riguarda il pagamento in rubli, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha ribadito che “la richiesta russa di pagare il gas in rubli è una violazione del contratto. I nostri contratti prevedono il pagamento in euro e noi vogliamo pagare in euro”, ha sottolineato Di Maio. Sulla stessa lunghezza la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha a sua volta ribadito: “Pagare in rubli se non è previsto nel contratto è una violazione delle nostre sanzioni”. Diversi Paesi membri dell’Ue hanno comunque chiesto alla Commissione Ue di definire cosa è in contrasto con le sanzioni imposte a Mosca e cosa no, rispetto al pagamento delle forniture di gas in rubli e al doppio conto corrente (uno in euro e l’altro in rubli) imposto dai russi per bypassare i divieti sanciti dall’Ue.

A proposito di rifornimenti energetici, nel nostro Paese verranno riattivate diverse centrali di carbone (Brindisi, Civitavecchia, Fusina e Monfalcone), lunedì il Consiglio dei ministri approverà il via libera, un provvedimento che consentirebbe di risparmiare circa 3 miliardi di metri cubi di gas. Il decreto che dovrebbe essere approvato dovrebbe inoltre prevedere aiuti per ulteriori 6 miliardi: prorogato il taglio delle accise sui carburanti per altri due mesi; più liquidità alle Piccole e medie imprese; adeguati prezzi degli appalti; incremento del Superbonus; previsto infine il bonus sociale per luce e gas per le famiglie con Isee fino a 12 mila euro.

Il prossimo dieci maggio il premier Mario Draghi si recherà a Washington in visita alla Casa Bianca per incontrare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un incontro che rafforzerà la tradizionale vicinanza e alleanza con gli Usa. Il conflitto in corso, le sanzioni contro Mosca, gli aiuti militari alla resistenza ucraina, la necessità di diversificare le fonti energetiche, dal gas al petrolio: sono questi gli argomenti di cui discuteranno Biden e Draghi il prossimo dieci maggio nello studio Ovale della Casa Bianca, cercando di analizzare le conseguenze geopolitiche, economiche, militari, umanitarie della guerra, una guerra che purtroppo potrebbe non risolversi nel breve periodo.

Nei prossimi giorni il premier Draghi si recherà anche a Kiev, una visita con protocolli di sicurezza e segretezza molto elevati. “Continua il dialogo con il primo ministro italiano Mario Draghi”, ha scritto su Twitter il presidente ucraino Zelensky aggiungendo: “Grato all’Italia per il coinvolgimento nelle indagini sui crimini contro l’umanità della Russia. Apprezziamo anche il sostegno di principio per inasprire le sanzioni contro l’aggressore. Un ringraziamento speciale all’Italia per aver dato rifugio ad oltre 100.000 ucraini che sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa dell’aggressione russa”.

Secondo diversi politici italiani, la visita di Draghi in America dovrebbe essere l’occasione per ribadire un asse europeo nel fronteggiamento del conflitto. “Penso che a Biden, l’Italia e i Paesi europei debbano dire: noi facciamo la nostra parte, le sanzioni, ma guidiamo noi questo percorso, non possiamo immaginare che questo percorso veda gli europei al traino”, ha affermato il segretario dem, Enrico Letta, di fronte alle telecamere di Porta a Porta, ribadendo che agli americani andrebbe chiarito che “esiste una guida e una leadership europea di questa crisi”. In definitiva, in una nota Palazzo Chigi chiarisce che la visita di Mario Draghi a Washington sarà “l’occasione per riaffermare la storica amicizia e il forte partenariato tra i due Paesi. Al centro dell’incontro il coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione ingiustificata della Russia. Saranno inoltre discusse le eccellenti relazioni bilaterali e riaffermata la solidità del legame trasatlantico”. A giugno, infine, in Germania e in Spagna si terranno un vertice del G7 e un vertice Nato (Madrid, 29 e 30 giugno) in cui oltre al conflitto tra Russia e Ucraina si discuterà dell’ingresso di Svezia e Finlandia all’interno dell’Alleanza Atlantica.

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