UE, aiuti e solidarietà all’Ucraina

Che l’Europa sia stata colta di sorpresa e non abbia fatto a sufficienza per l’Ucraina, invasa dalla Russia, è un qualcosa che gira sui social e basato sulle classiche fake news e siti di disinformazione. Ma i fatti rendono giustizia al percorso perseguito dalla UE, ma che non può prevalere sulla forza delle armi e la determinazione di Putin. Già il 22 febbraio vari eurodeputati avevano espresso una ferma condanna al riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin delle aree non controllate dal governo degli oblast di Donetsk e Luhansk in Ucraina come entità indipendenti. Purtroppo, appena due giorni dopo, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e i leader dei gruppi politici, si sono trovati nella condizione di dovere denunciare l’attacco militare russo all’Ucraina.

I movimenti di truppe russe ai confini dell’Ucraina e in Crimea erano già stati segnalati nella risoluzione adottata dal Parlamento Europeo nell’aprile 2021; nella risoluzione adottata nel dicembre 2021, gli eurodeputati esortavano la Russia al ritiro delle truppe ai confini con l’Ucraina, ammonendo che qualsiasi aggressione da parte di Mosca dovesse avere un prezzo economico e politico elevato. Era seguita la missione in Ucraina di una delegazione parlamentare composta da membri della commissione per gli affari esteri (AFET) e della sottocommissione per la sicurezza e la difesa (SEDE), per una missione conoscitiva dal 30 gennaio al 1° febbraio 2022.

Durante la sessione plenaria speciale del 1° marzo, i deputati hanno chiesto sanzioni più severe nei confronti della Russia e nuovi sforzi per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’UE. La situazione degli oltre due milioni di profughi in fuga dalla guerra in Ucraina è stata oggetto di discussione l’8 marzo in Parlamento, la solidarietà dei paesi dell’UE è stata elogiata dagli euro-deputati. Come ha dichiarato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola: “Dobbiamo riconsiderare il ruolo dell’Unione Europea in questo nuovo mondo. Dobbiamo aumentare i nostri investimenti in difesa e in tecnologie innovative. È il momento di fare passi decisivi per garantire la sicurezza di tutti gli europei. È il momento di costruire una vera politica europea di sicurezza e difesa e di ridurre la nostra dipendenza dal Cremlino”.

Il 9 marzo i deputati hanno discusso dell’invasione russa sulla sicurezza dell’UE con la Prima ministra estone Kaja Kallas, che ha ricordato: “È nel nostro interesse che l’Ucraina diventi più stabile, più prospera e che sia saldamente fondata sullo Stato di diritto. Dare all’Ucraina una prospettiva di adesione non è solo nel nostro interesse, ma è anche nostro dovere morale farlo. L’Ucraina non sta combattendo per l’Ucraina: sta combattendo per l’Europa. Voglio dire ai cittadini russi che l’UE non sta agendo contro di loro e che le misure messe in atto sono volte a isolare il presidente Putin e il suo governo. Continuiamo a sperare in una Russia stabile e democratica, che sia rispettosa dei suoi vicini e governata dallo Stato di diritto.

Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea, ha affermato: “Siamo entrati in una nuova era e che le conseguenze di questa guerra modelleranno le politiche europee per gli anni e i decenni a venire. Difendere i nostri valori liberali non sarà possibile a meno che non ci sia un impegno politico e che i cittadini siano disposti a pagarne il prezzo. Sarebbero parole vuote, a meno di non essere disposti ad agire, ad essere più uniti, più coordinati, a pagare l’inevitabile prezzo che ogni cambiamento strutturale comporterà”.

L’importanza di una forza militare europea unica è diventata ora più importante, come evidenziato da molti deputati, ricordando i precedenti tentativi falliti dell’UE per aumentare le sue capacità di difesa. Hanno accolto con favore la nuova “bussola strategica” per garantire la sicurezza nell’UE e hanno chiesto di far progredire l’Unione europea di difesa, ma anche impegni concreti da parte di tutti gli Stati membri per trasformare le loro promesse in realtà. Hanno poi sottolineato la necessità per l’UE di ridurre l’utilizzo di gas e petrolio russo, di maggiori investimenti in tecnologie verdi e stoccaggio di energia e di introdurre un adeguato sistema di migrazione per accogliere e condividere la responsabilità dei rifugiati. Alcuni deputati hanno affermato che investire nella sicurezza significa di più che spendere soldi per l’esercito, ad esempio includendo il sostegno alle infrastrutture critiche, la resilienza informatica e l’accelerazione della transizione verde. Altri deputati hanno chiesto sanzioni più efficaci contro il Presidente russo Vladimir Putin e i suoi oligarchi, una maggiore trasparenza fiscale e la necessità di rallentare la corsa agli armamenti.

Per combattere i gratuiti attacchi delle fake news alla politica di solidarietà europea, l’11 marzo il Parlamento europeo, in collaborazione con quello ucraino, ha lanciato un sito web in cui le persone possono scoprire, sia in inglese che in ucraino, in che modo l’UE sostiene l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa.

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