Un popolo di Commissari

Impazzano in tivvù Commissari di ogni epoca e genere. In principio fu il grande Maigret; le sue indagini iniziate nel 1964 segnarono una pagina di bella televisione; facemmo conoscenza “di persona” e apprezzammo le sue doti e le sue debolezze come la sua pipa e il suo cappello adatto a ogni stagione. L’impermeabile invece fu prerogativa del tenente Sheridan, con la faccia di Ubaldo Lay.  Poi, in anticipo sui tempi, una Lauretta Masiero-Laura Storm, un sofisticato Tom Wolf e il suo maggiordomo prima del Dash.

Passano gli anni, i commissari cambiano, arrivano i Marescialli. Ed ecco il più famoso di tutti, il Maresciallo Rocca di Proietti, fino ad arrivare al Commissario per eccellenza, lui Montalbano e la sua Licata. Appena subito dopo ecco un Vice Questore, arriva un romano strambo tendente allo spinello e al giustizialismo: Rocco Schiavone.

In mezzo ci hanno propinato figure meno d’impatto forse un po’ caricature, oppure belle storie ma interpretate da antipatici cronici poco adatti a un pubblico di PM ed esperti della Scientifica.

Ci hanno stravolto bei gialli spagnoli ambientandoli a Genova con una Paola Cortellesi serissima e amante di ragni. E poi siamo arrivati, passando da un Commissariato napoletano, a un tipo che non ride mai (evidentemente vanno di moda) che opera in periodo fascista e che, novità, vede i morti nel momento del loro trapasso. La cosa più frizzante dell’opera è il ciuffo tirabaci sulla fronte del Commissario Ricciardi e gli appuntamenti al bellissimo Caffè Gambrinus.

Ora, pare sia in arrivo una bella commissaria, tale Lolita e sicuramente altri saranno in cantiere. Dopo aver accantonato le varie dottoresse della scientifica forse perché la concorrenza americana è spietata, la tivvù ha cominciato a sfornare queste “serie poliziesche”, si diceva una volta. Lontani dai silenzi e dalle domande del Tenente Colombo puntiamo sul morto ammazzato per far salire l’audience.

Una moda che non passa mai quella del morto ammazzato. Eppure vengono in mente quegli sceneggiati, così si chiamavano, tratti dagli scritti di Cronin. Roba del passato eppure così belli! Ma forse meglio con i Commissari, con il vice sempre un po’ fuori forma oppure poco brillante. Cosa c’è di più familiare, rasserenante, coinvolgente di una bella ammazzatina?

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