Cronache dai Palazzi

La situazione di emergenza che il Paese sta vivendo richiede “il coro sintonico delle nostre istituzioni e delle loro attività” per essere gestita, è questa l’unica via che “può condurci a superare queste difficoltà, perseguendo una strategia condivisa, responsabile ed efficace”, ha ammonito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il crescente allarme dovuto ad un consistente aumento dei casi ha comportato la messa in campo di misure più stringenti come i coprifuoco notturni in varie Regioni di Italia anche se l’obiettivo delle istituzioni governative è evitare un altro lockdown totale.

Le restrizioni applicate in questi giorni “ci consentono di evitare chiusure generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, ha ribadito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’Aula di Palazzo Madama spiegando che “la strategia per contrastare la seconda ondata non può essere la stessa adottata in primavera, l’Italia è in una situazione diversa rispetto a quella di marzo, oggi siamo più pronti”.

Purtroppo ancora “non possiamo considerarci un porto sicuro, siamo consapevoli che ai cittadini ancora una volta si chiedono sacrifici e rinunce alla loro condotta di vita e ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione di bilanciamento tra diritti e libertà fondamentali”, ha puntualizzato il premier Conte.

L’appello è comunque quello di limitare “gli spostamenti non necessari e le attività superflue: c’è la forte raccomandazione di evitare feste anche nelle abitazioni private e di non ricevere persone non conviventi in numero superiore a sei; se saremo disposti oggi a questi sacrifici domani riusciremo a evitare interventi più rigorosi”.

Il presidente del Consiglio ha inoltre ribadito che, nonostante le scelte drastiche di alcune Regioni come la Lombardia e la Campania, le attività scolastiche continueranno in presenza, le scuole sembrano essere tra i luoghi più sicuri proprio perché applicano dei protocolli rigidi e precisi, ma ciò che preoccupa alcuni sono le attività e le frequentazioni che ruotano attorno alla scuola, sport, trasporti e abitudini sociali ad essa collegate.

“L’assenza da scuola avrebbe conseguenze drammatiche sul futuro dei ragazzi”, ha dichiarato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sostenuta dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dall’intera squadra di governo. “Non possiamo permetterci che uno dei principali assi portanti del Paese, dove sono ripose le migliori garanzie di un futuro migliore, possa subire ulteriori compromissioni e sacrifici”, ha puntualizzato il premier riferendosi al sistema scolastico. E, a proposito di scuole e trasporto pubblico locale, per il 2021 il governo assicura lo stanziamento di 350 milioni aggiuntivi in legge di Bilancio a favore di Regioni e Comuni. “A livello regionale bisogna rimanere pronti a intervenire. Le Regioni possono introdurre misure ulteriori rispetto a quelle disposte dai Dpcm in conformità con i criteri previsti dai provvedimenti del governo e d’intesa con il ministero della Salute”.

Il governo si impegna per di più a mantenere saldo il dialogo con il Parlamento, con i governatori regionali e i vari enti locali. La caduta del Pil, inoltre, è evidente ma nel secondo trimestre di questo difficile 2020 si è dimostrata “più contenuta” e gli indicatori economici del terzo trimestre “si prospettano decisamente positivi”. In  aggiunta “siamo consapevoli che ad alcune categorie, come ad esempio per i bar e i ristoranti, chiediamo ulteriori sacrifici. Assicuro l’impegno del governo ad adottare misure di sostegno mirate a vantaggio di queste categorie”, ha affermato Giuseppe Conte che, insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sta valutando dei fondi per sostenere le attività che saranno costrette a chiudere.

“La situazione si sta rivelando molto critica” e l’esecutivo “è pronto ad intervenire nuovamente se necessario”. Con il passare dei giorni non è esclusa l’idea che ad uscire di casa possano essere esclusivamente studenti e coloro che devono andare a lavorare, oltre che per “comprovate esigenze” ad esempio di salute, oltre che di lavoro e altre urgenze. Torna in campo l’autocerficazione, per adesso in Lombardia, Campania e Lazio, nelle fascia notturna. “Dobbiamo impedire in ogni modo che si ripeta quanto accaduto l’estate scorsa alimentando la circolazione del virus in maniera incontrollata”, sottolinea Palazzo Chigi ribadendo che “si devono evitare gli spostamenti non necessari”.

Citando le parole del capo dello Stato Mattarella, il premier ha puntualizzato che “se faremo questi sacrifici non ci saranno interventi più gravosi”. Altrimenti, se tra sette giorni i contagi non dovessero arrestarsi, sarà coprifuoco alle 21 in tutta Italia, ma limitando gli spostamenti ora si spera di virare al ribasso l’impennata del virus,  evitando inoltre di raggiungere la soglia massima di presenze all’interno delle terapie intensive, ossia 2.300 che corrispondono al 30 per cento del totale dei posti disponibili, al di sopra della quale soglia scatterebbe un nuovo lockdown dell’intera nazione.

Allertate anche palestre e piscine, la scadenza di sette giorni concessa dal governo per aggiornare i protocolli è fissata per lunedì. Tutte le prescrizioni fino ad ora facoltative sono ora obbligatorie: misurazione delle temperatura all’ingresso, lezioni individuali in spazi stretti, percorsi differenziati negli spogliatoi, distanziamento e mascherina negli spazi comuni quando non si svolge attività fisica. “I controlli dei Nas dimostrano che le norme vengono rispettate, chi le viola è stato già chiuso”, ha precisato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.

In sostanza si limita al massimo l’elenco delle attività “non essenziali” che potranno essere bloccate con un’ordinanza del Ministero  della Salute se i contagi dovessero aumentare in maniera esponenziale. Il premier Conte continua a ribadire di essere contrario ad un lockdown nazionale mentre il ministro della Salute Roberto Speranza non esclude la necessità di un “reset” anche solo di 15 giorni per far respirare il sistema sanitario di nuovo sottopressione. “Valutiamo la curva e ci teniamo pronti”, ha affermato Speranza.

Lunedì sarà sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni con medici e sindacati l’“Atto di indirizzo per la medicina convenzionata”, il cui scopo è rafforzare le attività territoriali rendendo più agile la diagnostica e per prevenire un vertiginoso aumento dei contagi. I medici di famiglia dovranno essere dotati della strumentazione necessaria “per consentire una più efficace presa in carico degli assistiti” non Covid, anche per ridurre il carico degli ospedali. I medici di base, inoltre, “su adesione volontaria”, dovrebbero essere in grado di somministrare i test rapidi, in modo da rendere più scorrevole il monitoraggio della situazione epidemiologica sull’intero territorio nazionale. Sono migliaia i test rapidi acquistati dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. Ed ancora, “proviamo a fare una sperimentazione, come Trento, per effettuare i test antigenici rapidi anche in farmacia”, ha dichiarato il ministro della Salute. In arrivo anche un bando per selezionare duemila operatori per processare test e tamponi e per informare gli italiani sulle procedure. “Con un’ordinanza della Protezione civile si creerà un contingente per potenziare le reti sanitarie interne alle Asl e rafforzare le operazioni di tracciamento”, ha spiegato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

Che la situazione sia allarmante lo conferma anche l’appello firmato da oltre cento scienziati, rivolto al presidente Mattarella e al premier Conte: “Assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” per evitare un novembre tragico anche sul fronte delle vittime a causa del Covid-19. Se i contagi non si arrestassero “a metà novembre ci saranno 500 vittime al giorno”, puntualizzano gli scienziati che chiedono uno stop imposto alle attività e alla circolazione già dalle 21, su tutto il territorio nazionale.

Un nuovo lockdown nazionale non sarebbe di certo auspicabile soprattutto perché chiudere di nuovo l’Italia “avrebbe conseguenze di carattere sociale e anche riflessi sull’ordine pubblico”, come ha ammonito la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, considerando il forte livello di stress economico e psicologico al quale l’intera popolazione è sottomessa. Una situazione socio-economica implosiva che potrebbe esplodere da un momento all’altro, e in alcune zone eventuale preda della criminalità.

L’avanzare del virus sta infine accelerando la costituzione di un “tavolo parlamentare permanente sulla crisi”, che dovrebbe riunire maggioranza e opposizione all’insegna di convergenze legislative bipartisan, per condividere una strategia solida ed efficace a garanzia del Sistema Italia devastato dall’epidemia.

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