Italia delle Regioni

Si chiama Comunicare Magazine ed è il nuovo strumento editoriale pensato dalla società inhouse di Anci per rafforzare il dialogo tra istituzioni, enti locali e mondo dell’imprenditoria su focus tematici che spaziano dai servizi alla sanità, dall’energia all’innovazione.

Nel numero Zero, dopo l’editoriale del presidente dell’Anci Antonio Decaro, la voce delle aziende – TIM, ENEL, NOVARTIS, EOLO, NOVO NORDISK e GSE – è affiancata a quella di autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale: il ministro per l’Ambiente e la Tutela del territorio e del mare Sergio Costa, il ministro della Salute Roberto Speranza, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, il Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus e AD di Invitalia Domenico Arcuri, il direttore area Welfare del Censis Ketty Vaccaro, l’AD di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo, il presidente dell’ENEA Federico Testa, il Vice Presidente Vicario di Anci Roberto Pella, il presidente dell’Healt City Institute Andrea Lenzi, il Coordinatore Nazionale Anci Piccoli Comuni Massimo Castelli, il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio Andrea Colzani.

E ancora, nella rivista, l’analisi a cura dell’Istituto Piepoli su come l’emergenza da coronavirus abbia cambiato il modo di consumare e di comunicare degli italiani, un pezzo sulla raccolta fondi “Insieme per il Covid” – l’iniziativa promossa da Anci, ASI, UNICEF Italia e coordinata dalla Cabina di regia Benessere Italia – la testimonianza del nuotatore disabile Salvatore Cimmino attraverso l’iniziativa “A nuoto nei mari del globo” e un articolo che ci spiega il format della prossima XXXVII Assemblea Nazionale Anci, a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione dal 17 al 19 novembre 2020. Comunicare Magazine, in formato sfogliabile, è consultabile sul nuovo sito web di ANCIcomunicare: una grafica rinnovata e contenuti aggiornati per rimanere sempre al corrente delle iniziative e delle attività promosse dalla società di comunicazione e organizzazione eventi di Anci.

In ambito regionale “c’è l’accordo con il Governo per recuperare le risorse che sono venute meno nei bilanci regionali a causa della pandemia e della conseguente crisi economica”, afferma Donato Toma, che ha presieduto il 20 luglio la Conferenza delle Regioni.

Si tratta dell’Accordo – ratificato in Conferenza Stato-Regioni, anch’essa svoltasi in modalità videoconferenza – per “assicurare le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni regionali per l’anno 2020 in relazione alle competenze istituzionali in conseguenza della perdita di entrate connesse all’emergenza Covid-19”.

“Sono risorse indispensabili – spiega Toma – per garantire servizi essenziali ai cittadini, dalla sanità all’istruzione, dal trasporto pubblico locale all’assistenza. Il rischio era di far saltare i bilanci regionali e quindi i servizi resi. E’ un rischio che non possiamo correre in momento così delicato per il nostro Paese. L’accordo coinvolge sia le Regioni a statuto ordinario che le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. E’ pertanto previsto il riparto del fondo nella proporzione di 1/3 per le Regioni a statuto ordinario e 2/3 per le Autonomie speciali. Viene così ripartita la quota già assegnata dal decreto legge 34 di 1,5miliardi per il 2020, assegnando 0,5 miliardi alle Regioni a statuto ordinario per la compensazione delle minori entrate e il restante miliardo alle Autonomie speciali.

Il Governo ha nel contempo preso atto che si tratta di uno stanziamento del tutto insufficiente rispetto alla effettiva perdita delle entrate regionali, stimate il 1,7 miliardi solo per le regioni ordinarie nel 2020. Si dovrà quindi continuare a definire nel corso del 2020 e del 2021 l’entità effettiva delle mancate entrate. Nell’accordo pertanto è stabilito, per continuare a garantire gli equilibri di bilancio, di prevedere l’inserimento in un prossimo provvedimento utile dell’integrazione di 1,2 miliardi di compensazione di minori entrate per le Regioni a statuto ordinario e di 1,6 miliardi per le Autonomie speciali. Sono anche da considerare le minori entrate tributarie, circa un miliardo, derivanti dalla lotta per l’evasione fiscale. Pertanto Governo e Regioni concordano che i rapporti finanziari siano definiti sulla base degli effettivi andamenti dei gettiti.

Infine preoccupano i meccanismi di finanza pubblica che bloccano gli investimenti regionali. E’ paradossale infatti che, dopo aver dato un contributo fondamentale alla ripartenza, le Regioni non possano anche farsi carico del rilancio economico del nostro Paese, non potendo fare investimenti perché costrette al rispetto dell’equilibrio di bilancio. Quindi le Regioni non possono finanziare spesa corrente per non indebitarsi e sono l’unico comparto pubblico che deve rispettare sia gli equilibri di bilancio che contribuire a precisi obiettivi finanziari già prefissati”.

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